ARST

ARST
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StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariasocietà per azioni
Fondazione1971 a Cagliari
Sede principaleCagliari
Persone chiave
  • Carlo Poledrini (presidente)
  • Roberto Neroni (amministratore unico)
SettoreTrasporto
Fatturato118222538 €[1] (2022)
Utile netto1151100 €[1] (2022)
Dipendenti1965[1] (2022)
Slogan«Muoviamo la Sardegna.»
Sito webarst.sardegna.it

L'ARST S.p.A., sino al 2008 Azienda Regionale Sarda Trasporti, è la principale azienda di trasporto pubblico in Sardegna, totalmente controllata dall'amministrazione regionale.

L'azienda, con sede principale a Cagliari, gestisce la quasi totalità delle autolinee extraurbane dell'isola, il trasporto urbano su gomma in alcuni comuni, oltre alla rete ferroviaria a scartamento ridotto sarda e alle tranvie di Cagliari e di Sassari.

La genesi dell'Azienda Regionale Sarda Trasporti

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Un Mercedes Citaro dell'ARST in via Roma a Cagliari

L'Azienda Regionale Sarda Trasporti (comunemente nota con l'acronimo A.R.S.T.) venne istituita dalla Regione Autonoma della Sardegna nel 1970, tramite la legge regionale numero 3 approvata il 9 giugno di quello stesso anno. Questo ente pubblico nacque col compito di occuparsi dei trasporti extraurbani e suburbani nella quasi totalità dell'isola, tramite autobus, sino ad allora gestiti da varie società (tra cui la SCIA e la SATAS, derivanti dalla scissione della precedente SITA), che furono progressivamente acquisite dall'ARST nei primi anni della sua esistenza. Il fine dell'azienda era quello di creare un soggetto regionale che si occupasse del trasporto persone su gomma, affiancandosi alle autolinee gestite dalle concessionarie ferroviarie e a quelle di privati. Nel 1978 proprio a tal proposito l'ARST cessò la quasi totalità dei servizi nel Sulcis-Iglesiente, per evitare la concorrenza in questo territorio con un altro ente pubblico (in questo caso statale), le Ferrovie Meridionali Sarde[2], da poco convertitesi in via definitiva dal trasporto su rotaia al trasporto su gomma.

La nascita dell'ARST S.p.A.

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Nella seconda metà del primo decennio degli anni 2000 fu avviato da parte della giunta regionale guidata da Renato Soru il progetto di creare un unico soggetto regionale che si occupasse della gestione dei trasporti pubblici suburbani ed extraurbani, sia su ferro che su gomma, portando avanti parallelamente l'iter di regionalizzazione delle gestioni governative di Ferrovie della Sardegna e Ferrovie Meridionali Sarde, gli altri due principali enti di trasporto pubblico all'epoca. Alla fine del 2007[3] vide la luce l'ARST SpA, una nuova società con socio unico al 100% proprietà della Regione, in cui confluì a inizio 2008 la "vecchia" Azienda Regionale Sarda Trasporti. L'11 gennaio 2008, in seguito all'accordo con il Governo Prodi per il trasferimento alla Regione degli enti di trasporto pubblico locale, ferroviario e stradale[4] fu avviato l'iter di fusione dell'ARST con le ormai ex gestioni governative di FdS ed FMS. La procedura si conclude nella primavera successiva: il 14 marzo 2008 nasce l'ARST Gestione FdS srl, società avente come unico azionista l'ARST, per la gestione delle FdS, che vi confluiscono il 16 giugno 2008[5]. Il 1º giugno dello stesso anno anche le FMS vengono inglobate nell'ARST[6].

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovie della Sardegna.

Il 25 ottobre 2010 l'ARST gestione FdS viene inglobata dall'ARST, completando il progetto di fusione[7]. All'ARST passa così la gestione del trasporto su rotaia di tutte le linee non FS dell'isola. Lo statuto della società prevede anche la possibilità di esercitare servizi di trasporto aereo, elicotteristico, marittimo, fluviale, lacuale, di cabotaggio, nonché trasporto intermodale di persone e cose[8].

L'ARST è il principale vettore per il trasporto pubblico su gomma dell'isola, nonché dal 2010 l'unico ente pubblico attivo nelle autolinee in Sardegna. A fine 2007 l'azienda esercitava 175 autolinee per una rete complessiva di 13.500 km[9], a cui vanno aggiunte le tratte all'epoca gestite da FMS ed FdS. Inoltre l'azienda gestisce le autolinee urbane nei comuni di Alghero, Carbonia, Iglesias, Macomer e Oristano[10]. Dal punto di vista territoriale l'azienda si suddivide in 8 agenzie[11][12]:

Depositi degli automezzi sono ubicati, oltre che nelle 8 Sedi, anche ad Abbasanta, Ales, Alghero, Bolotana, Bono, Bosa, Carbonia, Dorgali, Escalaplano, Fonni, Gairo, Jerzu, Isili, Laconi, Macomer, Nule, Nulvi, Ozieri, Perfugas, Pozzomaggiore, Sadali, San Vito, Sanluri, Santa Teresa di Gallura, Sant'Anna Arresi, Santadi, Senorbì, Siniscola, Sorgono, Tempio, Tortolì e Villacidro[11].

La flotta automobilistica comprende i seguenti autobus urbani, suburbani e interurbani di differenti lunghezze e modelli:

Iveco Crossway da 12.1[13] e 10.7[14] metri.

Scania Irizar i4 da 12[15] e 10[16] metri.

Mercedes-Benz Citaro C1 Facelift da 12[17], 15[18] e 18[19] metri.

Solaris Urbino Hybrid da 12 metri.[20]

Irisbus Arway da 10.7 metri.[21]

Karsan Star IC da 8.7 metri.[22]

Iveco Crossway LE da 12.1 metri.[23]

Menarinibus Citymood da 18 metri.[24]

Solaris Urbino da 12[25] e 10[26] metri.

Mercedes-Benz Sprinter VDL Midcity.[27]

BredaMenariniBus Vivacity+ da 8 metri.[28]

Karsan e-Atak da 8.7 metri.[29]

Servizio ferroviario

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Due automotrici ADe: serie 90 a sinistra, prima serie a destra

L'ARST gestisce complessivamente 606 km di linee a scartamento ridotto in Sardegna, di cui 169 per le linee di trasporto pubblico e 438 per quelle del servizio turistico Trenino Verde. La gestione dell'attività su rotaia è affidata a due sedi ferroviarie territoriali, aventi la direzione dei tre tronchi ferroviari della società:

In questo settore ARST svolge compiti sia di impresa ferroviaria che di gestore dell'infrastruttura.

Materiale rotabile

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Il parco treni a disposizione per le relazioni ordinarie è il seguente:

Mezzo Tipo Produttore/i Anno/i di Produzione Potenza in KW Quantità
Automotrice Diesel Elettrica (ADe) automotrice diesel-elettrica Fiat Ferroviaria/Officine Meccaniche della Stanga/Tecnomasio Italiano Brown Boveri 1957 234 12 (7 Mon - 5 Mac)
Automotrice Diesel Elettrica (ADe) serie 300 (ex FMS) automotrice diesel-elettrica Fiat Ferroviaria/Officine Meccaniche della Stanga/Tecnomasio Italiano Brown Boveri 1958-1960 234 2 (2 Mac)
Automotrice Diesel Meccanica (ADm) automotrice diesel Fiat Ferroviaria/Officine Meccaniche della Stanga 1957 370 7 (7 SS)
Automotrice Diesel Elettrica (ADe) serie 90 automotrice diesel-elettrica Breda/ABB (Asea Brown Boveri) 1995 368 7 (7 Mon)
Automotrice ARST AdeS automotrice diesel-elettrica Stadler Rail 2014-2017 790[30] 9 (6 SS - 3 Mac)
Locomotore Diesel Elettrico (LDe) locomotore diesel Breda/Tecnomasio Italiano Brown Boveri 1959-1960 514 11 (5 Mon - 2 Mac - 4 SS)

(dati aggiornati al 4 ottobre 2019[31])

Nel 2019 sono stati ordinati a Stadler 15 convogli diesel-elettrici reversibili a 2 carrozze, destinati a entrare in servizio nelle tratte gestite dalla sede ferroviaria di Monserrato[32][33][34].

A questi mezzi vanno aggiunte una rimorchiata pilota RPe per le ADe (assegnata alla sede di Monserrato), 4 rimorchiate pilota RPm per le ADm (tutte a disposizione della sede di Sassari) e 4 rimorchiate pilota RPe per le ADe serie 90, assegnate al deposito di Monserrato. I treni a composizione ordinaria vedono nel centro-sud dell'isola i locomotori LDe accoppiati a carrozze V2D ex Circumvesuviana del 1930, sottoposte a revamping tra il 1973 e il 1974[35], presenti in 7 esemplari a Monserrato e in 6 a Macomer. La sede di Sassari utilizza invece 9 carrozze Breda del 1920, anch'esse sottoposte a revamping nel corso della loro storia.

Da notare come le locomotive e le carrozze presentino una livrea diversa per ogni compartimento: i mezzi di Monserrato riportano una colorazione celeste-blu, quelli di Macomer sono bianchi con fascia blu, quelli di Sassari sono color verde scuro con fascia rossa. Le automotrici e le relative rimorchiate invece presentano una livrea standard per tutti e tre i compartimenti, color grigio con fasce verdi per le automotrici prodotte a fine anni cinquanta, verde con fasce bianche per i modelli prodotti nel 1995.

Trenino Verde

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Lo stesso argomento in dettaglio: Trenino Verde.
Logo del Trenino Verde
Una ADe nella fermata di Anulù, lungo la Mandas-Arbatax

Oltre al servizio di trasporto pubblico locale, è attivo il servizio turistico Trenino Verde, che permette di viaggiare su alcune linee chiuse al traffico ordinario, particolarmente interessanti dal punto di vista paesaggistico. Le linee su cui il servizio è attivo sono:

La rete turistica, lunga complessivamente 438 km, è utilizzabile secondo un determinato calendario nel periodo estivo, oppure su richiesta, noleggiando un convoglio su prenotazione durante tutto l'anno. Oltre ai mezzi a trazione diesel dell'ARST è possibile utilizzare materiale d'epoca a vapore restaurato.

Stazioni principali

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Tranvie di Cagliari e Sassari

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Tram Skoda 06T della tranvia di Cagliari in sosta nello scalo di Monserrato Gottardo

L'ARST gestisce anche le reti tranviarie di Sassari e Cagliari.

La prima, attiva dal 2006, prevede al momento una linea che collega l'Emiciclo Garibaldi con la stazione ferroviaria e, in affiancamento al binario della linea ferroviaria per Sorso, con il capolinea di Santa Maria di Pisa.

La tranvia cagliaritana, attiva dal 18 marzo 2008 consisteva inizialmente in un'unica linea realizzata sul percorso del tratto cagliaritano della ferrovia Cagliari-Isili riconvertito a tranvia e raddoppiato in alcuni settori, a cui si aggiunse in seguito un tratto costruito ex novo tra la stazione di Monserrato Gottardo e l'area del policlinico e della cittadella universitaria cagliaritana, realizzato interamente su viadotto con linea a doppio binario.

  1. ^ a b c Bilancio di esercizio 2021 (PDF), su arstspa.info, 22 dicembre 2022. URL consultato il 9 novembre 2023.
  2. ^ Andrea Pilurzu e Franco Pinna, Trasporti pubblici, l'appello dei sindacati a Bianchi e Soru (PDF), su La Nuova Sardegna, 17 giugno 2006. URL consultato il 4 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
  3. ^ Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Cagliari, Visura ordinaria società di capitale ARST S.p.A (PDF), su arst.sardegna.it. URL consultato il 3 marzo 2010.
  4. ^ Regione Sardegna, La rivoluzione nei trasporti interni, su regione.sardegna.it, 11 gennaio 2008. URL consultato il 24 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
  5. ^ Sonia Gioia, Ferrovie, arrivano i fondi per il rilancio, in L'Unione Sarda, 26 giugno 2008, p. 25. URL consultato l'8 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2017).
  6. ^ Emanuele Dessì, Rivolta contro l'azienda unica (PDF) [collegamento interrotto], su regione.sardegna.it, L'Unione Sarda, 14 maggio 2008. URL consultato il 17 giugno 2008.
  7. ^ Cagliari 25 ottobre 2010, su ARST.it. URL consultato il 27 ottobre 2010.
  8. ^ Arst, verso un taglio delle corse, su Unione Sarda, 1º novembre 2014. URL consultato il 2 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2016).
  9. ^ Dati esercizio al 31/12/2007, su arst.sardegna.it, ARST. URL consultato il 27 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2010).
  10. ^ Servizi urbani TPL, su arst.sardegna.it, ARST. URL consultato l'11 novembre 2014.
  11. ^ a b ARST - - Articolazione Territoriale Archiviato il 2 marzo 2012 in Internet Archive. (Articolazione Territoriale ARST SpA)
  12. ^ http://arst.sardegna.it/media/0/12288315974610/visura_arst_spa_ordinaria_2.pdf Archiviato il 5 gennaio 2012 in Internet Archive. (Statuto ARST SpA, Unità locali)
  13. ^ 01(23)-54(23) / 91(23)-113(23) / 132(23)-192(23) / 200(23)-231(23) / 237(23)-258(23) IvecoBus Crossway Line 12.1, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  14. ^ 32(19)-36(19) IvecoBus Crossway Line 10.7, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  15. ^ 01(08)-211(08) Scania Irizar K280EB i4-2h 12/20, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  16. ^ 55(23)-90(23) / 114(23)-131(23) / 194(23)-199(23) / 232(23)-236(23) / 259(23)-280(23) Scania Irizar i4-h 10/78, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  17. ^ 101(07)-109(07) Mercedes Citaro C1 Facelift O530NÜ, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  18. ^ 86(07)-100(07) Mercedes Citaro C1 Facelift O530L, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  19. ^ 01(07)-15(07) Mercedes-Benz Citaro C1 Facelift O530GNÜ, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  20. ^ 01(24)-100(24) Solaris Urbino 12 Hybrid, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  21. ^ 30(12)-46(12) Irisbus Arway R 10.7, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  22. ^ 08(19)-31(19) Karsan Star IC 8.2, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  23. ^ 01(20)-02(20) IvecoBus Crossway LE 12.1, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  24. ^ 01(19)-07(19) IIA Menarini Citymood 18, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  25. ^ 01(11)-04(11) Solaris Urbino 12, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  26. ^ 05(11)-08(11) Solaris Urbino 10, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  27. ^ Mercedes-Benz Sprinter VDL Midcity Kusters KA50, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  28. ^ 09(11)-14(11) BredaMenariniBus Vivacity+ CU, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  29. ^ 71(22)-74(22) Karsan e-Atak, su Photo Transport Italia. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  30. ^ Automotrici Diesel-elettriche per A.R.S.T., Sardegna (Italia) (PDF), su Stadlerrail.com. URL consultato il 28 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
  31. ^ Elenco Corpi ferroviari ARST (PDF), su arstspa.info, ARST, 4 ottobre 2019. URL consultato il 19 agosto 2022.
  32. ^ Comunicato Gara n. 47/2019 (PDF), su arstspa.info, ARST. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  33. ^ In Sardegna i nuovi treni per la Trexenta, La Trexenta Online, 16 febbraio 2022. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  34. ^ In arrivo i nuovi treni per la tratta Sarcidano-Trexenta-Parteolla, su unionesarda.it, L'Unione Sarda, 14 febbraio 2022. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  35. ^ Altara, p.257.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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