Abbazia di Mozac

Abbazia di San Pietro di Mozac
Abbazia
StatoFrancia (bandiera) Francia
RegioneAlvernia
LocalitàMozac
Provincia di Puy-de-Dôme
Coordinate45°53′25.59″N 3°05′39.11″E
Religionecattolica di rito romano
OrdineOrdine di Cluny
Arcidiocesi Clermont
Stile architettonicoArchitettura altomedievale, romanico, gotico
Inizio costruzioneXI secolo
CompletamentoXV secolo
Sito webmozac.com

L'abbazia San Pietro e San Caprasio di Mozac (in Alvernia, Francia), quasi vicino a Riom è stata classificata monumento storico[1] ed alto luogo romanico. Il comune di Mozac e l'associazione che ne fa la promozione, del club storico di Mozac, aderiscono alla Federazione unità cluniacense. L'abbazia di Mozac è considerata come un'unità emblematica nel grande itinerario culturale europeo, etichetta e decretata alla Federazione delle unità cluniacensi dal Consiglio d'Europa.

La sua grande notorietà è dovuta alla qualità della fattura dei suoi capitelli romanici, la bara di Sant Calmin, (fondatore dell'abbazia) è il più grande reliquiario medievale in smalto di Limoges conservato al mondo.

L'abbazia possiede anche, dall'VIII secolo o il IX secolo, le reliquie del Santo Austremoine di Clermont, primo vescovo di Clermont e evangelista di Auvergne. Le ossa sono conservate in una bara in legno dipinta nel XVI secolo.

La chiesa dell'abbazia romanica

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  • Inizio XII secolo: Costruzione dell'abazia romanica.
  • 1477 e 1490: L'abbazia è in gran parte distrutta da una serie di terremoti. Della chiesa romanica e altomedievale, esiste solamente la navata centrale con i suoi quarantasette capitelli famosi, la parte nord (facciata visibile dalla via), e la base ed il primo piano del portico carolingio (Ovest). Il resto (il Coro, il transetto, la base Sud, il chiostro e gli edifici conventuali), viene restaurato dall'abbate Raimond di Marcenat. Allora viene utilizzato un nuovo stile architettonico il gotico. La pietra di Volvic (pietra vulcanica) viene utilizzata in sostituzione del calcare. Le parti romaniche crollate, compresi i capitelli, vengono riempite dalle nuove pareti gotiche. Ciò spiega perché il Club storico mozaichese ha scoperto dal 1980 trentadue capitelli romanici che sono esposti al museo lapidario.

Epoca moderna

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  • 1516: L'abbazia è messa in regime di commenda. L'abate veniva direttamente designato dal re.
  • 27 giugno 1783: Un torrente di fango dopo una violenta tempesta attraversa il recinto dell'abbazia e fa crollare parzialmente un laminatoio a sud della proprietà e molti posti del recinto murale. In seguito alle intemperie, una grande parte del territorio di Mozac è inondato e pure i raccolti (vigneti, campi di grano, ecc.) sono distrutti. (Vedere su Wikisource).[2]
  • 1790: Gli ultimi sei monaci devono lasciare il monastero che diventerà presto la chiesa parrocchiale unica del comune di Mozac.

Architetture e sculture

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Citazioni di storici dell'arte

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  • Prosper Mérimée (1837): «Ciò che rende la chiesa di Mozac particolarmente interessante, sono i suoi capitelli che, per il merito dell'esecuzione, possono compararsi con i migliori di Brioude. »
  • Émile Mâle (1922) : «A Auvergne, i più bei capitelli sono quelli di Mozac. »
  • Bernard Craplet (1972) : «I capitelli di Mozac sono forse più belli di Auvergne. Per il senso decorativo, la sicurezza dell'impaginazione, l'abilità tecnica, non hanno un equivalente nella provincia. »
  • Zygmunt Świechowski (1973) : «Origini dei cicli di Auvergne: Mozac. In primo luogo, si impone alle nostre indagini la scultura di Mozac a causa della sua alta qualità. »

Capitelli della navata

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Capitelli del coro

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Pure il coro romanico, è stato distrutto dai terremoti del XV secolo. Viene ricostruito in stile gotico ma due volte più piccolo, senza il Deambulatorio e le volte della Cappella. Gli otto grandi capitelli dell'inizio del XII secolo, (4 facce, 600 kg circa) che decoravano il coro sono dunque scomparse.

Due sono stati trovati nel 1849 in occasione della scoperta della cripta, dall'architetto Mallay poiché il santuario era crollato su di essa e l'aveva riempita: il capitello della Risurrezione (il più famoso a Mozac) è quello dei Telamone ormai esposto a terra in fondo alla navata della chiesa.

Un terzo grande capitello è stato estratto della parete del coro gotico dal curato Luzuy prima del 1914, poiché come molte sculture romane, riempite con materiale di ricostruzione. Rappresenta sempre Telamone, ma è molto danneggiato. È esposto nel museo lapidario.

Il quarto non è visibile a Mozac poiché è stato venduto al Victoria and Albert Museum di Londra nel 1937, da parte dei proprietari della parte privata dell'abbazia. Non si sa come e quando fu portato alla luce. Mostra un tema molto classico: i quattro evangelisti che tengono in diagonale sul loro corpo filatterio dove sono scritte in latino le prime parole di ogni vangelo. Di solito, nell'arte romanica, ci si accontentava di iscrivere sui filatteri il loro nome: Matteo, Giovanni, Marco, Luca.

L'ultimo capitello è stato estratto della parete sud del coro nel settembre 1983 dall'associazione club storico di Mozac, dopo essere stato fatto mettere dal curato Jean Granet. La sua iconografia è unica nell'occidente cristiano: il capitolo 7 versetto 1 dell'Apocalisse secondo Giovanni, dove quattro angeli in quattro angoli della Terra, impediscono ai quattro venti di soffiare. Lo chiamano dunque i quattro angeli e quattro venti o capitello detto dell'Apocalisse. È stato depositato a terra al centro del santuario.

Ne rimangono tre di quest'importanza da scoprire, forse nelle pareti gotiche della chiesa dell'abbazia, se non sono stati rotti o dispersi altrove.

Capitello dei vegliardi barbuti (Museo di Mozac - 63)
Capitello di Daniele nella fossa dei leoni (Museo di Mozac - 63)

È stato creato nel 1950 dal curato Douissard e dal sig. Sabatier, conservatore dei musei di Riom. È stato ripreso e migliorato dal 1967 dall'Associazione club storico di Mozac. Si tratta di un'importante raccolta di sculture romane e di vestigia archeologiche che provengono dall'abbazia. Dal 1980, il club storico di Mozac, lo ha arricchito di 32 capitelli romani scoperti nelle pareti della chiesa dell'abbazia principalmente; anche molte pietre usate per ricostruire l'abbazia dopo i terremoti del XV secolo.

Capitello dei draghi (Museo di Mozac - 63)

Galleria d'immagini

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  1. ^ Classificazioni che datano 1840 per la chiesa (classificazione per elenco) e nel 1927 per gli edifici conventuali.
  2. ^ Fonte: Archivi dipartimentali di Puy-de-Dôme, 5 H 69, pacco 396.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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