Adriana Bisi Fabbri
Adriana Bisi Fabbri (Ferrara, 1881 – Travedona Monate, 1918) è stata una pittrice italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Ferrara dove frequentò privatamente la scuola del pittore Nicola Laurenti e conobbe il futuro marito e giornalista Giannetto Bisi. Zio della madre era il pittore Alessandro Mantovani, come pittrice fu sua figlia Rosina Mantovani Gutti[1]. Trascorse parte della giovinezza a Padova, ospite di sua zia Cecilia Forlani, madre di Umberto Boccioni. A Padova e a Milano, dove si trasferì con la famiglia nel 1905, seguì numerosi corsi di pittura e arricchì la propria formazione da autodidatta anche frequentando gli studi di Gaetano Previati e Luigi Conconi.
Nel 1907 si trasferì a Bergamo col marito e si rivolse alla regina madre Margherita di Savoia chiedendo un contributo (e ottenendo un modesto assegno di 100 lire) per poter frequentare una scuola d'arte[1]. L'anno seguente esordì con due disegni alla Seconda Esposizione Quadriennale di Torino. Nel 1911 partecipò a Frigidarium, mostra internazionale di umorismo organizzata al Castello di Rivoli, dove fu premiata con la medaglia di bronzo; nello stesso anno prese parte alla Prima esposizione libera, manifestazione organizzata a Milano da Boccioni e altri intellettuali futuristi. Negli anni seguenti partecipò ad altre mostre collettive come quelle organizzate a Ca' Pesaro a Venezia o alla Famiglia Artistica e alla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano.
Nel 1914 aderì al gruppo Nuove Tendenze e organizzò una personale con 51 opere presso il negozio milanese della ditta Enrico Finzi. Ricercata anche come ritrattista, durante la prima guerra mondiale molte sue caricature a sfondo politico furono pubblicate su Il Popolo d'Italia; collaborò inoltre con La Domenica Illustrata ed eseguì figurini per la casa di moda fondata da Domenico Ventura. Con gusto caricaturale realizzò anche degli autoritratti.[2]
Si firmava con lo pseudonimo Adrì. Dal matrimonio nacquero due figli: Marco e Riccardo[1].
Ammalata di tisi, morì per complicazioni polmonari a seguito della pandemia di influenza spagnola.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Valeria Palumbo, Adriana Bisi-Fabbri: il segno dell’ironia, su www.corriere.it, Corriere della Sera, 27 gennaio 2020. URL consultato il 12 maggio 2023.
- ^ Lucio Scardino (a cura di), Rari da trovarsi. 22 pittori ferraresi del Novecento, Ferrara, 2023, pp. 6-7
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Laura Casone, Adriana Bisi Fabbri, catalogo online Artgate Archiviato il 16 maggio 2016 in Internet Archive. della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA (fonte per la prima revisione della voce).
- Giovanna Ginex, Danka Giacon (a cura di), L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti. 1900-1918. Catalogo della mostra al Museo del Novecento, dicembre 2019-marzo 2020, Electa, Milano, 2019. ISBN 9788891828880.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Adriana Bisi Fabbri
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stefania De Guzzis, FABBRI, Adriana, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 43, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- Adriana Bisi Fabbri, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (EN) Opere di Adriana Bisi Fabbri, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 32327561 · ISNI (EN) 0000 0000 5296 0944 · SBN LO1V311639 · Europeana agent/base/44078 · LCCN (EN) nr93045758 · GND (DE) 13040425X · BNF (FR) cb157604681 (data) |
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