Agostino Facheris

Agostino Facheris, Agostino da Caversegno o il Caversegno (Capersegno, 1500 circa – Bergamo, 1552 circa), è stato un pittore italiano.

Andrea Previtali, Agostino Facheris e altri aiuti. Polittico chiesa di Santo Spirito

Agostino Facheris nacque a Caversegno, da cui il nome che lo accompagna, poi comune unito a Presezzo, da maestro Filippo che si era trasferito a Bergamo, ma poco si conosce della sua vita, non si conosce con precisione neppure l'anno di nascita.

Venne registrato negli estimi del comune di Bergamo del 1527, come residente nella vicinia di Sant'Andrea in via Porta Dipinta, nella medesima vicinia del Previtali che sarà, con il Lotto, il suo maestro, è infatti del 1525[1] il dipinto che lo vede lavorare a quattro mani con l'artista per la realizzazione del polittico nella chiesa di Santo Spirito, anche se l'alunnato presso il Previtali risulta fosse terminato il 30 settembre 1518.[2]

Le opere e la vita del Facheris sono documentate dal Tassi, e la sua è una testimonianza importante, essendo le sue opere per la maggior parte state distrutte o perse nel XIX secolo. I rapporti con il pittore presente in Bergamo nel decennio 1513 -1523 Lorenzo Lotto, sono provati da vari documenti: nel giugno 1523 risulta che Fascheris fosse presente quale testimone alla quietanza di pagamento del Lotto con il suo affittuario Nicolò Bonghi. Nel 1531 l'artista dipinge la sacra conversazione con Madonna col Bambino e santi sulla lapide del vescovo Luigi Tasso in Santo Spirito, usando il dipinto dell'artista veneziano, conservato al Louvre: Sacra Famiglia con la famiglia del Battista.[2] Rimangono documentati i disegni che Lorenzo Lotto affidava a lui, come al Previtali, da consegnare a Giovan Francesco Capoferri per la realizzazione delle Tarsie del coro di Santa Maria Maggiore di Bergamo, risultano infatti dal 25 novembre 1531 e al 15 gennaio 1532 due lettere autografe del Lotto alla Confraternita della Misericordia Maggiore e due richiami contenuti nel Liber fabricae chori.

Risulta stilato un testamento in data 1538 depositato dal notaio Martino Benaglio, ma risultano ancora lavori l'anno successivo, e l'ultima commissione nel 1552 per la chiesa di San Vigilio, opera ormai persa, questo farebbe risalire la sua morte in data successiva, la sua salma venne traslata nella chiesa di sant'Agostino[3]

Il Facheris collaborò e imparò da importanti artisti senza riuscire ad avere una propria linea pittorica, le sue opere raffigurano una semplicità che pur essendo piacevole è troppo semplicistica, non riuscirà mai ad avvicinarsi artisticamente ai pittori del XVI secolo. La tela Madonna con Bambino venne realizzata per la chiesa di Santo Stefano, e dopo la sua demolizione del 1561 per la realizzazione delle mura veneziane, venne spostata e posizionata, come la Pala Martinengo del Lotto, sulla parete laterale del presbiterio della chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano[4].[5]

Agostino Facheris detto il Caversegno, Madonna col Bambino e santi, chiesa di San Bartolomeo e Stefano

Lo storico Francesco Tassi, erroneamente indicò la presenza di due personaggi, uno da Caversegno scrisse infatti: «Operava in questi tempi con molta laude Agostino figliolo di Filippo Caversegno ma per poche notizie avute non si concede favellar di lui come converrebbe», citando poi due soli lavori: «un piccolo quadro dipinto su legno», dove erano raffigurati san Pietro e i santi Martino e Quirico e dove sarebbe stata apposta la firma dell'artista, e la pala dell'altare della chiesa di San Vigilio con san Lupo di Bergamo e il santo titolare. Di questo artista il Tassi non descrive lo stile pittorico piuttosto le sue qualità morali: «Mi giova credere che Agostino fosse uomo di molta pietà pe' molti legati pii ordinati nel suo testamento […]». Dell'altro pittore che il Tassi indicò come 'Agostino Facherisscrisse: «Agostino figliolo di Filippo Facheris fiorì circa questi tempi medesimi, ed una sola opera che abbiamo esposta alla pubblica vista e della maniera da lui usata per la costumanza lodevole che avevano allora li artefici di scrivere a chiare note il proprio nome sotto le loro dipinture», in Tassi descrive il dipinto raffigurante la sant'Agostino nella chiesa della Santissima Trinità di borgo Sant'Antonio, dove vi era la tela del Lotto raffiurnte la Trinità. L'errore proseguì, vengono infatti citati due pittori anche nel 1707 che Giuseppe Beltramelli, che riteneva il Tassi tanto preparato da non poter sbagliare nell'assegnare le opere a due artisti differenti.[6] Solo nei primi anni del XIX secolo fu identificato un unico artista, sicuramente allievo del Previtali con il quale collaborò.[7]

Sebbene le sue opere siano pochissime, attraverso la ricostruzione del Tassi è possibile stilarne un elenco[8]:

Altre opere non in questo elenco sono di incerta attribuzione.

  1. ^ Agostino Facheris, su cassiciaco.it, Cassiciago. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  2. ^ a b Petrò, p. 309.
  3. ^ Facheris Agostino, su bgpedia.it, Bgpedia. URL consultato il 27 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  4. ^ Silvana de Paolis Gibelli, La chiesa dei santi Bartolomeo e Stefano di Bergamo, Ikonos, 2000, p. 33.
  5. ^ Secondo ulteriori studi di Lorenzo Mascheretti la pala potrebbe essere stata dipinta da Lucano da Imola Lorenzo Mascheretti, Rinascimento domenicano, archivio bergamasco centro studi, 2020, ISBN 9791280020031.
  6. ^ Cinquecento, p.113.
  7. ^ Cinquecento, p. 114.
  8. ^ Patrizia Di Mambro, Agostino Facherisc, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 44, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1994. URL consultato il 28 dicembre 2016. Modifica su Wikidata
  9. ^ Madonna con Gesù Bambino, Sant'Antonio da Padova, il Vescovo Luigi Tasso e Sant'Agostino, su cassiciaco.it, Cassiciaco. URL consultato il 14 dicembre 2021.
  • Francesco Tassi, Vite de' pittori scultori e architetti bergamaschi, Milano, 1793.
  • Pietro Antonio Locatelli, Illustri bergamaschi, I, Bergamo, 1867, p. 39.
  • Bruno della Chiesa, Edi Baccheschi, I pittori da Santa Croce, in I pittori bergamaschi dal XII al XIX secolo-Cinquecento, II, Edizioni Bolis, 1975.
  • Gianmario Petrò, Agostino Fascheris detto il Caversegno, in Atti dell'Ateneo, Officina dell'ateneo, 2018, pp. 309-310.

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