Auberge de Castille

Auberge de Castille
Facciata dell'Auberge de Castille
Localizzazione
StatoMalta (bandiera) Malta
LocalitàLa Valletta
IndirizzoPiazza di Castiglia
Coordinate35°53′45″N 14°30′41″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1573 - 1574
Stilemanierismo e barocco
Piani2 elevazioni e piano terra
Realizzazione
ArchitettoGirolamo Cassar
Andrea Belli
ProprietarioGoverno di Malta

L'Auberge de Castille (in maltese Berġa ta' Kastilja[1][2], in italiano Albergo di Castiglia) è un auberge che si trova a La Valletta costruito in varie fasi nel tardo XVI secolo per ospitare i cavalieri dell'Ordine di San Giovanni della langue di Castiglia e León e Portogallo.

Localizzazione

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L'Auberge de Castille si trova in Piazza di Castiglia, vicino al bastione di San Giacomo, alla Borsa di Malta e ai Giardini Upper Barrakka, e sorge accanto alla chiesa di Santa Caterina d'Alessandria dalla quale è separato da Merchants Street. Il prospetto sudorientale si affaccia su Saint Paul Street e su Floriana dominando la città di La Valletta e la zona del Porto Grande.

I cavalieri spagnoli avevano il compito di difendere il vicino bastione di San Giacomo, erano i patrocinatori della chiesa di San Giacomo Maggiore in Merchants Street e della Cappella di San Giacomo Maggiore all'interno della concattedrale di San Giovanni. Il loro comandante era tradizionalmente il Gran maestro dell'Ordine.[1]

Oggi l'auberge ospita gli uffici del Primo Ministro di Malta e il nome Castiglia (Kastilja in maltese) è spesso usato come metonimo per indicare la sede del Primo Ministro.

Veduta notturna
Timpano
Cortile e logge
Fontana e cortile
Scalone d'onore

Epoca aragonese

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Primo edificio

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La Vecchia alberghia di Castiglia e Portogallo si insediò in un edificio costruito negli anni trenta del Cinquecento nella ex capitale Birgu, ma di questa costruzione non sono pervenuti resti.

Epoca spagnola

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Secondo edificio

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Durante il mandato del Gran Maestro Claude de la Sengle un secondo auberge fu costruito nell'odierna Hilda Tabone Street. Questo edificio, progettato dall'architetto Niccolò Bellavante nel tradizionale stile maltese, ospitò i Cavalieri di lingua spagnola fino alla costruzione dell'attuale Auberge de Castille nel 1574. Oggi l'edificio esiste ancora, ma è stato pesantemente modificato nel tempo e solo i cantonali e alcune finestre con modanature mantengono il puro stile melitense.

L'edificio è di proprietà privata e, insieme agli altri auberges di Birgu, è stato riconosciuto come monumento nazionale di grado 1 e inserito nell'Inventario Nazionale dei Beni Culturali delle Isole Maltesi.

Terzo edificio

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Costruito nel 1573-74 su progetto dell'architetto Girolamo Cassar[3] in stile manierista, l'edificio presentava un piano unico e la sua facciata era ripartita da pilastri in undici campate.

Tra il 1741 e il 1744, durante il mandato del Gran Maestro Manuel Pinto de Fonseca, l'auberge venne smantellato e completamente ricostruito secondo lo stile barocco spagnolo su progetto di Andrea Belli.[4] Alcune modifiche, tra cui l'ampliamento del portale principale, furono realizzate nel 1791.

Occupazione francese

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Nel 1798 l'Ordine di San Giovanni fu espulso da Malta a seguito dell'occupazione francese[5] e l'edificio divenne il quartier generale delle guarnigioni francesi[1].

Protettorato britannico

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Nel 1805 l'Auberge divenne il quartier generale delle forze armate britanniche e venne usato come residenza dagli ufficiali britannici.[1][6] Nel 1814, un contingente dell'esercito egiziano venne ospitato nelle sue strutture. Nel 1840 venne realizzata una cappella protestante in una delle stanze del primo piano e nel 1889 venne installata sul tetto una grande antenna fu installata per comunicare con le navi da guerra della flotta mediterranea ormeggiata nel Porto Grande.

Epoca contemporanea

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La Regina Elisabetta II in gioventù fu ospitata nell'Auberge de Castille mentre lavorava con l'Associazione delle Famiglie di Soldati, Marinai, Aviatori e nel 1942 l'ala destra dell'edificio fu danneggiata dai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale. Utilizzato come quartier generale dell'Esercito per l'indipendenza di Malta, ospitò le trattative diplomatiche tra Libia e Cipro dopo il 1954.

Il 4 marzo 1972 l'ufficio del Primo Ministro di Malta fu trasferito dall'Auberge d'Aragon all'Auberge de Castille. Insieme agli altri auberge di La Valletta, è stato riconosciuto come monumento nazionale di grado 1 e inserito nell'Inventario Nazionale dei Beni Culturali delle Isole Maltesi.

L'edificio presenta due piani con pianta rettangolare e un cortile centrale e una sobria cornice marcapiano separa il primo livello dal piano nobile. La facciata è ripartita in undici campate definite da lesene, quattro paraste e l'intero prospetto è delimitato da poderosi cantonali. La costruzione ha una cornice sommitale arricchita da modiglioni o mensole.

Le finestre degli ordini inferiori sono incorniciate da motivi ornamentali che culminano in stemmi intermedi fra volute a ricciolo. La decorazione delle finestre del piano nobile è caratterizzata da timpani lunettati aggettanti, volute e riccioli (estesi), con conchiglia intermedia stilizzata.

Una monumentale scalinata esterna con sviluppo piramidale conduce al portale del prospetto principale sormontato da trofei e insegne militari, recante il busto bronzeo del Gran Maestro Manuel Pinto de Fonseca.[1] Una loggia - finestra centrale è sormontata dallo stemma del Gran Maestro. Chiude la prospettiva un timpano mistilineo arricchito da uno stemma con le insegne di Castiglia e León e Portogallo, quello dei Cavalieri dell'Ordine e pennone. Ai lati del portale sono presenti due cannoni storici.

L'Auberge de Castille è collegato all'Auberge d'Italie mediante un rifugio antiaereo sotterraneo risalente alla seconda guerra mondiale. Sul fianco sinistro separata dalla Merchants Street, si trova la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.

  1. ^ a b c d e J. Quintana, pag. 49.
  2. ^ Sicilia, Touring Club Italiano, 1937, p. 500.
  3. ^ Giuseppe Maria Piro, pag. 67 e 68.
  4. ^ Giuseppe Maria Piro, pag. 70.
  5. ^ Giuseppe Maria Piro, pag. 25 e seguenti.
  6. ^ Giuseppe Maria Piro, pag. 8, 9.

Altri progetti

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