Anti-folk

Anti Folk
Origini stilistichePunk rock
Folk
Origini culturaliU.S.A. e Inghilterra, metà degli anni ottanta
Strumenti tipicichitarra folk, chitarra elettrica, basso, tastiera, batteria, fisarmonica
PopolaritàGenere prevalentemente underground, in anni recenti artisti come Regina Spektor e Ani DiFranco l'hanno portato al successo commerciale.
Generi correlati
Folk punk - Folk rock - Celtic punk - Country rock - Musica country - Cowpunk

L'anti-folk è un genere di musica che mischia il punk rock al folk americano[1], sviluppato durante la metà degli anni ottanta sia in Inghilterra sia negli USA.

Questo genere unisce gli atteggiamenti grezzi, abrasivi, aggressivi e attivi politicamente della scena punk con i suoni della tradizione folk americana, da cui deriva il largo utilizzo della chitarra acustica[1].

Regina Spektor e Ani DiFranco sono considerate tra le artiste più influenti in questo genere e sono soprattutto responsabili della popolarità del genere, dal momento che molti dei loro album hanno ricevuto importanti piazzamenti nella Billboard 200[2][3].

Nella West Coast, S.P.A.M. Records e Bobby Joe Ebola and the Children MacNuggits, hanno dato il loro contributo al genere. La musica contemporanea anti-folk è popolare in molte zone degli Stati Uniti ed inoltre ha avuto un discreto successo nel Regno Unito e generalmente in Europa, principalmente grazie a Rough Trade Records, The Moldy Peaches, e Jeffrey Lewis.

La scena anti-folk di New York si è sviluppata intorno al Sidewalk Cafe, un club nell'East Village che ospita alcune esposizioni e concerti, in cui vanno in scena cantautori e gruppi anti-folk[4].

  1. ^ a b (EN) Anti-folk, su allmusic.com. URL consultato il 25 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2010).
  2. ^ (EN) Classifiche Ani DiFranco, su allmusic.com. URL consultato il 25 novembre 2009.
  3. ^ (EN) Classifiche Regina Spektor, su allmusic.com. URL consultato il 25 novembre 2009.
  4. ^ (EN) BrooklynVegan Staff, Sidewalk Cafe’s 2009 Summer Antifolk Festival (Aug 7-16), su BrooklynVegan.com, 28 luglio 2009. URL consultato il 25 agosto 2019.
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