Antonino Alberti

Antonino Alberti detto il Barbalonga (Messina, 1600 – 2 novembre 1649) è stato un pittore italiano.
Biografia
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Nato nella famiglia dei marchesi di Pentadattilo, sin da giovane dimostrò una spiccata inclinazione al disegno e frequentò la scuola di Giovan Simone Comandè[1], dove venne introdotto alla pittura.
Trasferitosi a Roma, fu accolto nello studio del Domenichino, divenendo in breve tempo il suo allievo migliore[1]. Collaborò infatti col maestro in molte opere, come negli affreschi nella Cappella Merenda della chiesa di Santa Maria della Vittoria Estasi di san Francesco e Stimmate di san Francesco, nella Madonna col Bambino, san Giovannino, san Petronio e angelo, conservata alla Pinacoteca di Brera e nella Santa Cecilia di palazzo Rospigliosi-Pallavicini.
Nel 1633 il Barbalonga entrò nell'Accademia di San Luca e l'anno seguente tornò a Messina[1], dove dipinse il San Filippo Neri nell'ex Oratorio dei padri filippini 1634, la Pietà, ora al Museo nazionale, e la Conversione di San Paolo, nella chiesa di San Paolo.
Nel 1634 tornò a Messina, affermandosi nuovamente per le sue doti. Morì il 2 novembre 1649[1].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Messina e provincia
[modifica | modifica wikitesto]Castroreale
[modifica | modifica wikitesto]- XVII secolo, Assunzione della Vergine, grandioso dipinto, attribuzione, opera documentata fino al terremoto del 1908 nel duomo di Santa Maria Assunta.[2]
Giampilieri
[modifica | modifica wikitesto]- 1634, Pietà, dipinto, opera custodita nel duomo di San Nicola.
Messina
[modifica | modifica wikitesto]- XVII secolo, Sant'Andrea Avellino, dipinto, opera documentata nella chiesa dei Padri Teatini a Monte Cavallo.[3][4]
- XVII secolo, San Gaetano, dipinto, opera documentata nella chiesa dei Padri Teatini a Monte Cavallo.[3]
- 1634, Vergine e San Filippo Neri, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Filippo Neri.[5][6]
- XVII secolo, Francesco Maria Alberti, ritratto, opera documentata nella chiesa di San Filippo Neri[6] e custodita nel Museo regionale.
- 1636, San Gregorio, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Gregorio.[6][7][8][9]
- XVII secolo, Nascita della Vergine, dipinto, opera documentata nella chiesa di Sant'Anna delle Monache.[10][11]
- XVII secolo, Conversione di San Paolo, dipinto, opera documentata nella chiesa di Sant'Anna delle Monache.[11]
- XVII secolo, San Gaetano e Sant'Andrea Avellino, dipinto, opera documentata nella chiesa di Sant'Andrea Avellino.[11]
- XVII secolo, San Carlo Borromeo, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Gioacchino.[11]
- XVII secolo, Pietà, dipinto, opera documentata nella chiesa di Santa Maria della Pietà dell'Ospedale Civico.[11]
- XVII secolo, Madonna della Lettera, dipinto, opera documentata nella Cappella Senatoria.[11]
- XVII secolo, Ascensione, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Michele delle Monache.[11]
- XVII secolo, Nozze di Cana, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Michele delle Monache.[11]
- XVII secolo, Santa Cecilia, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Michele delle Monache.[11]
- XVII secolo, Madonna della Lettera, dipinto, opera documentata nella cattedrale protometropolitana della Santa Vergine Maria Assunta.[12]
Taormina
[modifica | modifica wikitesto]- XVII secolo, Madonna con Bambino e Santi, dipinto, opera custodita nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.
Palermo e provincia
[modifica | modifica wikitesto]- XVII secolo, Santa Cecilia, dipinto, opera documentata nella Galleria del principe di Belmonte.[11]
- XVII secolo, Santa Cecilia, dipinto, opera commissionata e documentata per la chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi, oggi custodita al Museo Diocesano di Palermo.
- XVII secolo, Cristo con la Croce, dipinto, opera completata da Giacomo Lo Verde e documentata nella compagnia del Sangue di Cristo.[12][13][14]
- XVII secolo, Sudario, dipinto, opera documentata nella compagnia del Sangue di Cristo.[12]
Roma
[modifica | modifica wikitesto]- XVII secolo, Assunzione, dipinto, opera documentata nella chiesa di Sant'Andrea della Valle.[3]
- XVII secolo, Virtù nella Vittoria, dipinto, opera documentata nella chiesa di San Carlo ai Catinari.[3]
- XVII secolo, San Giovanni e San Petronio, dipinto, opera documentata nella chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d ALBERTI, Antonino, detto il Barbalonga - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ Pagina 66, Antonino Bilardo, "Castroreale curiosando tra passato e presente", Messina, Andrea Lippolis Editore per Pro Loco Artemisia, 2006.
- ^ a b c d e Grano - Hackert, p. 128.
- ^ Giuseppe La Farina, p. 59.
- ^ Giuseppe La Farina, p. 34.
- ^ a b c Grano - Hackert, p. 129.
- ^ Giuseppe La Farina, p. 53.
- ^ Caio Domenico Gallo, p. 156.
- ^ Pagina 17, Giuseppe Fiumara, "Guida per la città di Messina"., Messina, 1841.
- ^ Caio Domenico Gallo, p. 101.
- ^ a b c d e f g h i j Grano - Hackert, p. 130.
- ^ a b c Grano - Hackert, p. 131.
- ^ Agostino Gallo, Elogio storico di Pietro Novelli da Morreale in Sicilia, pittore, architetto e incisore, Terza edizione, Palermo, Reale Stamperia, 1830, p. XX (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2019).
- ^ Pagina 131, Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX" [1], Messina, 1821.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Caio Domenico Gallo, "Annali della città di Messina... dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti", Tomo I, Messina, Francesco Gaipa, 1756.
- Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX", Messina, 1821.
- Giuseppe Fiumara, "Guida per la città di Messina", Messina, 1841.
- Giuseppe La Farina, "Messina e i suoi monumenti", Messina.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Biagi, BARBALONGA, Antonio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- ALBERTI, Antonino, detto il Barbalonga, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
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