Antonio Gramsci (musicista)
Antonio Gramsci (in russo Антонио Грамши?, Antonio Gramši; Mosca, 20 maggio 1965) è un musicista e scrittore russo naturalizzato italiano, chiamato impropriamente Antonio Gramsci Junior in Italia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Giuliano Gramsci e nipote di Antonio Gramsci, esponente del Partito Comunista di cui riprende il nome, e Julija Apollonovna Šucht, nasce in Unione Sovietica.
Laureatosi in Biologia presso l'Università di Mosca, è stato per diversi anni docente di morfologia, sistematica ed ecologia delle piante presso l'Università Pedagogica Statale di Mosca[1].
Già in giovane età eredita dal padre Giuliano, musicista e insegnante, la passione per la musica, che porta avanti seguendo corsi di musica antica e di percussioni etniche, specializzandosi nel flauto dolce presso l'istituto musicale Carta Melone di Santu Lussurgiu, e proseguendo i propri studi sugli strumenti a fiato antichi e a percussione[2]. Attualmente insegna educazione musicale presso la Scuola Italiana Italo Calvino di Mosca. Ha fatto parte durante la sua carriera musicale di vari gruppi italiani e russi, tra cui Volkonsky Consort, La Spiritata, La Campanella, Alta Cappella, Al Mental, Syntagma Musicum e altri ancora[3]. Dirige la scuola di percussioni etniche UniverDrums presso l'Università di Mosca e presso il laboratorio di musica elettronico-acustica del Conservatorio di Mosca, dove svolge studi e ricerche sugli aspetti matematici del ritmo nella musica.
È stato impegnato, in collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci, in ricerche negli archivi del Comintern e in quelli della famiglia Šucht riguardo alla storia del PCd'I e della sua famiglia. È stato autore di libri sulla storia delle famiglie Gramsci e Šucht, tra cui "La Russia di mio nonno. L’album familiare degli Schucht"[4] (L'Unità, 2008), "I miei nonni nella rivoluzione. Gli Schucht e Gramsci"[5], con introduzione di Giuseppe Vacca (storico) (Il Riformista, 2010), e "La storia di una famiglia rivoluzionaria. Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l’Italia"[1], con introduzione di Raul Mordenti (Editori Riuniti, 2014). Lavora attivamente per promuovere lo studio delle opere e del pensiero di suo nonno Antonio[6].
Dedito anche all'impegno politico, è membro del Partito Comunista della Federazione Russa[7], mentre, in Italia, è dal 21 gennaio 2015 iscritto e militante del Partito Comunista[8], con il quale prende parte alle commemorazioni della fondazione del PCI del 1921[9], nato grazie anche al contributo di suo nonno.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- La Russia di mio nonno: l'album familiare degli Schucht, Roma, L'Unità, 2008.
- I miei nonni nella rivoluzione: breve storia della famiglia russa di Antonio Gramsci, Roma, Il Riformista, 2010, ISBN 978-88-6473-127-8.
- La storia di una famiglia rivoluzionaria: Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l'Italia, Roma, Editori Riuniti, 2014, ISBN 978-88-6473-127-8.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b La storia di una famiglia rivoluzionaria. Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l'Italia, su Editoririuniti.it.
- ^ Gramsci al Dettori [collegamento interrotto], su Liceoclassicodettori.it.
- ^ (RU) Антонио Грамши (блокфлейты, крумхорны, волынка, лютня, ударные), su Volkonsky-consort.ru. URL consultato il 29 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2017).
- ^ La Russia di mio nonno: l'album familiare degli Schucht, su Books.google.it.
- ^ I MIEI NONNI NELLA RIVOLUZIONE. GLI SCHUCHT E GRAMSCI, su Fondazionegramsci.org.
- ^ Il nipote di Gramsci: "Non è uno scandalo dedicargli quell'hotel", su Torino.repubblica.it, 11 aprile 2014.
- ^ ANTONIO GRAMSCI A TARANTO, su Lavoropolitico.it, 23 maggio 2009.
- ^ Marco Rizzo con Gramsci alla Camera (il nipote omonimo) e il filosofo Vattimo, nuovi iscritti al Partito Comunista. Sabato prossimo 24 gennaio Comitato Centrale a Livorno, su Ilpartitocomunista.it, 21 gennaio 2015. URL consultato il 29 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2017).
- ^ Anche Antonio Gramsci Jr alla riunione del Partito Comunista, su Iltirreno.gelocal.it, 24 gennaio 2015.
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