Arsenij Jacenjuk

Arsenij Jacenjuk
Арсеній Яценюк
Jacenjuk nel 2018

Primo ministro dell'Ucraina
Durata mandato26 febbraio 2014 –
14 aprile 2016
PresidenteOleksandr Turčynov
(ad interim)
Petro Porošenko
PredecessoreOleksandr Turčynov
(ad interim)
SuccessoreVolodymyr Hrojsman

Presidente della Verchovna Rada
Durata mandato4 dicembre 2007 –
12 novembre 2008
PredecessoreOleksandr Moroz
SuccessoreOleksandr Lavrynovyč
(ad interim)

Ministro degli affari esteri
Durata mandato21 marzo 2007 –
8 dicembre 2007
PresidenteViktor Juščenko
Capo del governoJulija Tymošenko
PredecessoreVolodymyr Ohryzko
(ad interim)
SuccessoreVolodymyr Ohryzko

Ministro dell'economia
Durata mandato27 settembre 2005 –
4 agosto 2006
PresidenteViktor Juščenko
Capo del governoJulija Tymošenko
PredecessoreSerhij Ter'ochin
SuccessoreVolodymyr Makucha

Dati generali
Partito politicoUcraina Nostra
(2004-2008)
Blocco Julija Tymošenko "Patria"
(2008-2014)
Fronte Popolare
(dal 2014)
Titolo di studioCandidato in scienze economiche
UniversitàUniversità nazionale Jurіj Fed'kovič di Černivci
FirmaFirma di Arsenij Jacenjuk Арсеній Яценюк
Arsenij Jacenjuk
NascitaČernivci, 22 maggio 1974
Etniaucraino
Religionegreco-cattolico
Dati militari
Paese servitoUcraina (bandiera) Ucraina
Forza armata Forze armate dell'Ucraina
UnitàForze missilistiche dell'Ucraina
Anni di servizio1992-1998
Grado
Capitano
GuerrePrima guerra cecena
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Arsenij Petrovyč Jacenjuk (in ucraino Арсеній Петрович Яценюк?; Černivci, 22 maggio 1974) è un politico, economista e avvocato ucraino. È stato Presidente della Verchovna Rada, Ministro degli affari esteri e poi Primo ministro dell'Ucraina.

Arsenij Jacenjuk nacque a Černivci nel 1974 nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (l'attuale Ucraina). Iniziò a studiare all'Università di Černivci nel 1992; si laureò nel 1996 e frequentò in seguito l'Istituto di Economia e Commercio di Černivci e l'Istituto Nazionale di Economia e Commercio di Kiev nel 2001.[1]

Dal dicembre 1992 al settembre 1997 fu Presidente dell'ufficio legale "Jurek s.n.c.", situato a Černivci.[1] Dal gennaio 1998 al settembre 2001 Jacenjuk lavorò nella banca "Aval" a Kiev.[1]

Carriera politica

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Dal settembre al novembre del 2001 Jacenjuk fu Ministro dell'Economia della Repubblica autonoma di Crimea ad interim, e dal novembre dello stesso anno al gennaio 2003 fu Ministro dell'Economia della Crimea.[1]

Dal novembre 2003 al febbraio 2005 Jacenjuk fu primo vicepresidente e capo della Banca Nazionale dell'Ucraina, sotto Serhij Tyhypko.[2] Dopo che quest'ultimo lasciò la Banca Nazionale, Arsenij Jacenjuk fu messo a capo della Banca.[2]

Dopo che Vasyl' Cuško fu nominato nuovo governatore dell'Oblast' di Odessa, Cuško chiese ad Jacenjuk di diventare vice-governatore; egli ricoprì tale carica dal 9 marzo al settembre 2005.[1][2] Dal 27 settembre 2005 al 4 agosto 2006 Arsenij Jacenjuk fu Ministro dell'Economia dell'Ucraina, all'interno del governo di Jurij Jechanurov.[2][3] Arsenij Jacenjuk guidò poi le trattative riguardo all'ingresso dell'Ucraina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio; egli dirige anche la commissione Ucraina-Unione Europea.

Foto del 2006

Dal 20 settembre 2006 fu primo vicepresidente del Capo dell'Amministrazione della Presidenza dell'Ucraina, e rappresentante del Presidente presso il Consiglio dei ministri.[4]

Jacenjuk fu proposto per la carica di Ministro degli Esteri dal Presidente dell'Ucraina Viktor Juščenko; la Verchovna Rada lo nominò il 21 marzo 2007[5] con 426 voti su 450,[6] ma solo dopo che il Parlamento ucraino negò per due volte la fiducia a Volodymyr Ohryzko.

Presidente del Parlamento

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Jacenjuk incontra il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice, 2007

Alle elezioni parlamentari del 2007 Jacenjuk fu eletto con Blocco Ucraina Nostra (era il terzo in lista). Il 3 dicembre 2007 fu nominato alla carica di Presidente della Verchovna Rada da parte della coalizione democratica costituita dal Blocco Julija Tymošenko e dal Blocco Ucraina Nostra.[7] Il 4 dicembre 2007 Jacenjuk fu eletto Presidente del Parlamento.[8] La sua candidatura fu l'unica in esame, ed egli ottenne 227 voti a favore (da parte della coalizione democratica; l'opposizione si astenne dal voto).[9]

Durante la crisi politica ucraina del 2008 Jacenjuk si dimise il 17 settembre. Il voto sulle sue dimissioni dell'11 novembre 2008 fu dichiarato non valido dalla commissione elettorale del Parlamento[10][11] (il voto fu spostato dal Partito delle Regioni, facente parte dell'opposizione).[12]

Il 12 novembre 223 su 226 deputati accettarono tramite voto le dimissioni di Jacenjuk dalla carica di Presidente del Parlamento.[13][14] Il voto si svolse tramite il normale sistema di votazione del Parlamento, e non tramite voto segreto, come stabilito dai regolamenti parlamentari.[15] Dopo le dimissioni, Jacenjuk disse ai giornalisti che avrebbe costruito una nuova forza politica "per cambiare la nazione".[16][17]

Il 21 novembre 2008 Jacenjuk fu rimosso dal Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa dell'Ucraina da parte del Presidente dell'Ucraina Viktor Juščenko.[18]

Primo ministro

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A seguito delle proteste nella Majdan Nezaležnosti di una parte della popolazione ucraina, nel gennaio 2014, il primo ministro Mykola Azarov il 28 gennaio rassegna le dimissioni dalla carica e si trasferisce in Austria, mentre a febbraio, con la protesta che infiamma, il presidente Viktor Janukovyč si dà alla fuga.

Il parlamento viene annullato e il 26 febbraio 2014 i capi della protesta saliti al potere incaricano come nuovo primo ministro ad interim Arsenij Jacenjuk, con il compito di traghettare la nazione fino alle elezioni presidenziali di maggio.

Il 24 luglio 2014 ha presentato le sue dimissioni respinte il 31 luglio seguente.[19] Il 27 novembre entra in carica il secondo governo Jacenjuk caratterizzato dalla presenza di tre ministri stranieri selezionati da due società di selezione di personale dietro finanziamento della Fondazione Renaissance di George Soros: alle Finanze Natalie Jaresko (amministratore delegato di un fondo di investimenti americano e che è di origine ucraina), all'Economia il banchiere lituano Aivaras Abromavicius (partner di una società di investimenti) e alla Salute Alexander Kvitashvili (già ministro della Salute e del Lavoro nel governo georgiano).[20]

Il 16 febbraio 2016 la Verchovna Rada (il Parlamento ucraino) respinge una mozione di sfiducia nei confronti del governo Jacenjuk con 149 sì e 247 no.

In seguito a ciò il Blocco di Porošenko e il partito Patria (guidati rispettivamente da Petro Porošenko e Julija Tymošenko) passano all'opposizione.

Il 14 aprile 2016 Jacenjuk annuncia le sue dimissioni.[21]

Intercettazione della telefonata Nuland-Pyatt

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Il 4 febbraio 2014 è stata pubblicata su YouTube la registrazione di una telefonata tra la funzionaria della Casa Bianca Victoria Nuland e l'ambasciatore statunitense in Ucraina, Geoffrey Pyatt, avvenuta il 28 gennaio 2014.[22][23][24][25][26] Nel corso della loro conversazione telefonica, la Nuland ha comunicato a Pyatt che, dopo aver esaminato i tre candidati dell'opposizione alla carica di Primo Ministro dell'Ucraina, il Dipartimento di Stato USA aveva selezionato Arseniy Yatsenyuk. Ha dichiarato: "Penso che Yats sia l'uomo che ha l'esperienza economica e di governo. Ha bisogno di Klitschko e Tyahnybok all'esterno. Deve parlare con loro quattro volte alla settimana". Pyatt ha chiesto: "Vuole che organizziamo una telefonata con lui come prossimo passo?". Nuland ha detto a Pyatt che il prossimo passo dovrebbe essere quello di organizzare una conversazione telefonica tra lei e i tre candidati ucraini, a cui potrebbe partecipare anche Pyatt. Pyatt si è detto d'accordo: "Penso che rivolgersi direttamente a lui aiuti a gestire la personalità dei tre e dia anche la possibilità di muoversi rapidamente su queste cose e di metterci dietro di lui".[23][24] Generò imbarazzo diplomatico l'esclamazione della Nuland "fuck EU" per manifestare l'intenzione americana di tenere ai margini l'Unione europea nella ricerca di una soluzione alla crisi ucraina poiché l’ambasciatore le fece presente che con la caduta di Janukovic la UE avrebbe insistito per un ruolo di primo ministro all’ex pugile Vitali Klitschko, sostenuto in primis dalla Germania.[27] Secondo John Mearsheimer, con questa telefonata la "Nuland aveva sostenuto un cambio di regime e voleva che il politico ucraino Arseniy Yatsenyuk diventasse primo ministro nel nuovo governo, cosa che poi è avvenuta".[28]

Direttore del servizio di sicurezza

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Il 18 luglio 2022, con il conflitto con la Russia in corso, il presidente Zelens’kyj lo nomina direttore del servizio di sicurezza dell’Ucraina al posto di Ivan Bakanov.[29] Tuttavia gli verrà preferito Vasyl' Maljuk.

  1. ^ a b c d e Yatsenyuk Arseniy Petrovych, in Governo dell'Ucraina. URL consultato il 28 marzo 2007.
  2. ^ a b c d (RU) Biography from Radio Svoboda, su radiosvoboda.org, Radio Svoboda, 21 marzo 2007.
  3. ^ Decreto Presidenziale numero 1372/2005 Sulla nomina di Arsenij Jacenjuk come Ministro dell'Economia dell'Ucraina, 27 settembre 2005.
  4. ^ Decreto Presidenziale numero 765/2006 Sulla nomina di A. Jacenjuk come primo vicepresidente del Capo dell'Amministrazione della Presidenza - Rappresentante del Presidente presso il Consiglio dei ministri dell'Ucraina, 20 settembre 2006
  5. ^ Legge n.792-V Sulla nomina di Arsenij Jacenjuk come Ministro degli Affari esteri, 21 marzo 2007
  6. ^ (UK) Risultati delle votazioni per la nomina del Ministro degli Esteri, su gska2.rada.gov.ua, 21 marzo 2007. URL consultato il 5 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  7. ^ Il ministro ucraino ottiene il Sì "arancione", Reuters, 3 dicembre 2007.
  8. ^ Legge n.5-VI Sul Presidente della Verchovna Rada dell'Ucraina, 4 dicembre 2007
  9. ^ (UK) Jacenjuk - Presidente, Ukrayinska Pravda, 4 dicembre 2007.
  10. ^ Rada Vote Counting Commission Finds Vote To Dismiss Yatseniuk Invalid, Ukrainian News Agency, 11 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2012).
  11. ^ Yatseniuk Might Withdraw His Request Of Resignation If Rada Refuses To Satisfy It, Ukrainian News Agency, 11 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2012).
  12. ^ BYT Against Dismissal Of Yatseniuk, Ukrainian News Agency, 11 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2012).
  13. ^ Rada Dismisses Yatseniuk, Ukrainian News Agency, 12 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
  14. ^ President Yuschenko: Dismissal Of Yatseniuk Aimed Against Stabilization Of Situation In Country, Ukrainian News Agency, 12 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2013).
  15. ^ Verkhovna Rada ousts Yatseniuk as Speaker, UNIAN, 12 novembre 2008.
  16. ^ Speaker resigns, Rada accepts, Kyiv Post, 12 novembre 2008.
  17. ^ Yatseniuk's party to differ from Blend-a-med, UNIAN, 15 ottobre 2008.
  18. ^ Yuschenko Withdraws Yatseniuk From NSDC, Ukrainian News Agency, 21 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2012).
  19. ^ Rada expresses confidence in prime minister Yatsenyuk https://www.kyivpost.com/content/ukraine/rada-expresses-confidence-in-prime-minister-yatsenyuk-358770.html
  20. ^ L’Ucraina vara un governo con ministri stranieri (selezionati da cacciatori di teste)
  21. ^ Ucraina, si dimette il premier Yatseniuk, in Repubblica.it, 10 aprile 2016. URL consultato il 12 novembre 2016.
  22. ^ Re Post, Марионетки Майдана [Puppets in the Public Square (marionetke maidana)], in YouTube, 4 febbraio 2014. URL consultato il 19 giugno 2014.
  23. ^ a b Ukraine crisis: Transcript of leaked Nuland-Pyatt call, in BBC News, 7 febbraio 2014. URL consultato il 9 ottobre 2014.
  24. ^ a b Doina Chiacu e Arshad Mohammed, Leaked audio reveals embarrassing U.S. exchange on Ukraine, EU, in Reuters, Feb 6, 2014. URL consultato il 19 maggio 2014.
  25. ^ BBC News - Victoria Nuland: Leaked phone call 'impressive tradecraft', in BBC Online, 7 febbraio 2014. URL consultato il 19 maggio 2014.
  26. ^ Ed Pilkington, Luke Harding and agencies, Angela Merkel: Victoria Nuland's remarks on EU are unacceptable, 7 febbraio 2014. URL consultato il 19 maggio 2014.
  27. ^ Amodeo, 2004: Chi USA la piazza per i propri obiettivi?, p. 124.
  28. ^ Why the Ukraine Crisis Is the West's Fault: The Liberal Delusions That Provoked Putin, su jstor.org.
  29. ^ Antonio Lufrano, Guerra in Ucraina/La Russia potenzia la prima linea con i detenuti della Brigata Wagner. Zelensky non si fida dei suoi e taglia i vertici della Procura e dei Servizi segreti, su Quotidiano Sociale, 18 luglio 2022. URL consultato il 18 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2023).

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Collegamenti esterni

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