Arturo Colautti
Arturo Colautti (Zara, 9 ottobre 1851 – Roma, 9 novembre 1914) è stato un giornalista, scrittore e librettista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La gioventù in Dalmazia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Zara in Calle dei Tintori, ultimo dei quattro figli di Francesco Colautti, friulano, ingegnere alle dipendenze dell'Impero austro-ungarico, e di Luisa Couarde, francese, originaria di Antibes, trascorse l'adolescenza nella città natale, dove si diplomò nel locale Ginnasio Liceo, per poi svolgere il servizio di leva nell'esercito austro-ungarico.
Colautti si interessò molto precocemente al giornalismo ed all'età di 17 anni fondò il giornale "Il Progresso" prima e "La Leva" poi. In quel periodo studiò alle Università di Vienna e Graz, laureandosi in scienze politiche e geografiche. Andò poi a Fiume a dirigere "La Bilancia", per poi tornare nella nativa Zara a dirigere "Il Dalmata" dal 1872 al 1874.
Passato a Spalato nel 1876, vi fondò la Rivista Dalmatica di cultura e letteratura, ma l'impresa non ebbe lunga vita. Nello stesso anno fu chiamato a dirigere "L'Avvenire", al quale diede un'impronta nettamente irredentistica che gli causò le antipatie dei croati spalatini. In seguito all'apparizione di un articolo anti-austriaco apparso sul suo giornale, nel settembre 1880 Colautti subì un'aggressione da parte di un gruppo di soldati che lo rese infermo per qualche mese. Poco dopo, in seguito anche a minacce di querela per reati di stampa, Colautti scelse la via dell'esilio e si rifugiò nel Regno d'Italia.
Gli anni della maturità, il periodo napoletano e gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Nella penisola si stabilì dapprima a Padova, dove fondò "L'Euganeo", poi a Milano, dove fondò "L'Italia"[1] e collaborò a varie testate giornalistiche. Fondato il "Corriere del Mattino" di Napoli (1885), Colautti ne divenne il direttore e vi rimase per quindici anni, quando passò alla direzione del "Corriere di Napoli".
Nel lungo periodo partenopeo scrisse centinaia di articoli, ma anche poesie, romanzi e opere teatrali con una discreta fama; alcuni suoi libretti operistici furono musicati (Adriana Lecouvreur, di Cilea, Fedora, di Giordano e Doña Flor, di van Westerhout). Amico di Giosuè Carducci, Alfredo Oriani e Gabriele D'Annunzio, fu scrittore aggressivo e polemista veemente. Provò intensa passione per Annie Vivanti, per la quale scrisse una composizione in sette sonetti dal titolo Annie, pubblicata sulla Cronaca Partenopea[2], e sostenne un duello con Matteo Renato Imbriani[3]. Con lo pseudonimo di "Fram", Colautti fu anche critico militare del Corriere della Sera nel corso della guerra russo-giapponese (1904); nel capoluogo lombardo tornò dal 1912 al 1914, quando diresse "L'Alba" e tornò a collaborare al quotidiano di via Solferino.
Per tutta la durata dell'esilio Colautti mantenne stretti contatti con gli irredentisti dalmati e partecipò attivamente a varie manifestazioni e congressi nazionalistici. Allo scoppio della prima guerra mondiale fu tra gli interventisti, ma morì alcuni mesi prima dell'intervento italiano nel conflitto. Per questioni di ordine pubblico non ebbe onoranze pubbliche; la sua salma fu tumulata nel corso di una cerimonia privata al cimitero del Verano[4].
Intitolazioni
[modifica | modifica wikitesto]Gli è stata dedicata una via a Torino, in Borgo Vittoria e a Milano
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Uomini illustri - Arturo Colautti Archiviato il 19 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ Copia archiviata, su annievivanti.it. URL consultato il 29 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2008).
- ^ La voce del popolo Archiviato il 21 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ Cartoline storiche di Istria, Quarnaro e Dalmazia Archiviato il 31 gennaio 2009 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- «Arturo Colautti», la voce nel Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, Laterza, Bari 1966.
- G. Baroni, «Arturo Colautti», in F.Semi-V.Tacconi (cur.), Istria e Dalmazia. Uomini e tempi. Dalmazia, Del Bianco, Udine 1992.
- G. Paoli Palcich, Arturo Colautti: la vita e le opere, in La Rivista Dalmatica, Roma 1984.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Arturo Colautti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Arturo Colautti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arturo Colautti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Colautti, Arturo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guido Mazzoni, COLAUTTI, Arturo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- Sergio Cella, COLAUTTI, Arturo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 26, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1982.
- Opere di Arturo Colautti, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Arturo Colautti, su Open Library, Internet Archive.
- Arturo Colautti, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- Arturo Colautti, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C.
- (EN) Spartiti o libretti di Arturo Colautti, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- (EN) Arturo Colautti, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79135283 · ISNI (EN) 0000 0001 0919 1251 · SBN CUBV044335 · LCCN (EN) n84104583 · GND (DE) 134349091 · BNE (ES) XX941787 (data) · BNF (FR) cb129546537 (data) · J9U (EN, HE) 987007277808605171 · CONOR.SI (SL) 135338851 |
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