Assia El Hannouni

Assia El Hannouni
NazionalitàFrancia (bandiera) Francia
Altezza178 cm
Peso56 kg
Atletica leggera paralimpica
SpecialitàVelocità, mezzofondo
SocietàUS Creteil
Termine carriera2012
Carriera
Nazionale
Francia (bandiera) Francia
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi paralimpici 8 2 0
Mondiali paralimpici 4 1 1
Europei paralimpici 5 1 0

Vedi maggiori dettagli

 

Assia El Hannouni (Digione, 30 maggio 1981) è un'ex atleta paralimpica francese che gareggia nella categoria T12 (ipovedenti).

Affetta da retinite pigmentosa, ha avuto seri problemi alla vista a partire dai sedici anni e, con il progredire delle difficoltà, si è orientata allo sport per disabili. Ha esordito in campo internazionale nel 2002, ai mondiali paralimpici di Lilla, proseguendo poi ai Giochi paralimpici di Atene nel 2004, quando ha conquistato quattro medaglie d'oro nei 100 metri piani, nei 200, nei 400 e negli 800. Per queste e molte altre vittorie, è stata portabandiera della delegazione francese alle Paralimpiadi di Pechino nel 2008.[1]

Al rientro dai Giochi di Pechino, nel corso di una trasmissione televisiva, ha polemizzato contro il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, che aveva promesso di presenziare all'apertura dei Giochi paralimpici, ma poi aveva disertato l'impegno.[2] Il presidente aveva onorato i Giochi olimpici, ma trascurato quelli paralimpici e le proteste di Assia El Hannouni hanno avuto ampia risonanza in Francia.

La carriera atletica di El Hannouni è proseguita fino alle Paralimpiadi di Londra, dove ha conquistato due medaglie d'oro. Va ricordato che non di rado gli atleti con handicap si trovano a competere in gare che raggruppano persone con maggiori e minori svantaggi. Nella registrazione della finale dei 400 m piani delle Paralimpiadi di Londra, vinta da Assia El Hannouni, due atlete gareggiano da sole (ipovedenti) e due con la guida (cieche).[3]

Per i suoi meriti, ha ricevuto il rango di Cavaliere della Legion d'onore nel 2004,[4] quello di Ufficiale della Legion d'Onore nel 2012,[5] e la medaglia d'oro dell'Ordine al Merito Sportivo nel 2008.[6]

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
2002 Mondiali paralimpici Francia (bandiera) Lilla 200 m piani T12   Bronzo 26"93
400 m piani T12   Argento 59"27
2003 Europei paralimpici Paesi Bassi (bandiera) Assen 200 m piani T12-A   Argento 26"55
400 m piani T12-A   Oro 58"61
800 m piani T12   Oro 2'18"68
2004 Giochi paralimpici Grecia (bandiera) Atene 100 m piani T12   Oro 12"32
200 m piani T12   Oro 25"12
400 m piani T12   Oro 53"67
800 m piani T12   Oro 2'07"89
2005 Europei paralimpici Finlandia (bandiera) Espoo 200 m piani T12   Oro 25"74
400 m piani T12   Oro 57"91
800 m piani T12   Oro 2'17"57
2006 Mondiali paralimpici Paesi Bassi (bandiera) Assen 400 m piani T12   Oro 57"62
800 m piani T11-12   Oro 2'14"60
2008 Giochi paralimpici Cina (bandiera) Pechino 200 m piani T12   Oro 24"84
400 m piani T12   Oro 55"06
800 m piani T12-13   Argento 2'04"96
1500 m piani T13   Argento 4'19"20
2011 Mondiali paralimpici Nuova Zelanda (bandiera) Christchurch 200 m piani T12   Oro 25"83
400 m piani T12   Oro 56"04
2012 Giochi paralimpici Regno Unito (bandiera) Londra 200 m piani T12   Oro 24"46
400 m piani T12   Oro 55"39

Altre competizioni internazionali

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2003
  1. ^ (FR) Jeux Paralympiques Pékin 2008: Assia El Hannouni porte drapeau de la délégation française, su rtl.fr. URL consultato il 26 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2020).
  2. ^ (FR) Quand une athlète paralympique se «fait balader» par Sarkozy, su liberation.fr. URL consultato il 26 luglio 2020.
  3. ^ (FR) Assia El Hannouni, su france-paralympique.fr. URL consultato il 27 luglio 2020.
  4. ^ (FR) Décret du 22 octobre 2004 portant nomination, su legifrance.gouv.fr. URL consultato il 26 luglio 2020.
  5. ^ (FR) La Légion des médaillés, su lequipe.fr. URL consultato il 26 luglio 2020.
  6. ^ (FR) Décret du 14 novembre 2008 portant promotion et nomination, su legifrance.gouv.fr. URL consultato il 26 luglio 2020.
  7. ^ (EN) Assia El Hannouni, su worldathletics.org. URL consultato il 26 luglio 2020.

Collegamenti esterni

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