Audrey Munson

Audrey Munson nel 1922

Audrey Munson, all'anagrafe Audrey Marie Munson (Rochester, 8 giugno 1891Ogdensburg, 20 febbraio 1996), è stata una modella e attrice statunitense, considerata la "prima supermodella americana".

Fu definita Miss Manhattan, Panama–Pacific Girl,[1] Exposition Girl ("Ragazza dell'esposizione") e American Venus ("Venere americana").

Scende la notte di Adolph Alexander Weinman nella copertina della rivista Sunset (ottobre del 1915)

Audrey Marie era la figlia di Egdar Munson e di sua moglie Katherine Mahaney, detta Kittie, che era la figlia di John e Cecilia Mahoney, una coppia di immigrati irlandesi.[2] I suoi genitori divorziarono nel 1896, quando aveva otto anni, e sua madre partì con lei alla volta di Providence, nel Rhode Island, per poi arrivare a Manhattan.[2] Nel 1906, Audrey Munson sarebbe stata notata per strada dal fotografo Ralph Draper, che a sua volta la presentò al suo amico scultore Isidore Konti. Konti convinse la giovane a fare da modella per lui.[3] Nel decennio successivo, Audrey Munson divenne la musa e la modella di molti scultori e pittori nuovaiorchesi. Nel 1915, Alexander Stirling Calder la scelse come modella della scultura dell'esposizione internazionale Panama-Pacifico che si svolse quello stesso anno.[1] Adolph Alexander Weinman diede i suoi tratti alla figura della sua statua Scende la notte, che venne esposta alla medesima esposizione.[4]

Nella sua carriera girò anche qualche film e resta famoso il suo esordio sullo schermo come protagonista di Inspiration, il primo film non pornografico girato negli Stati Uniti che presentava un nudo di donna.[5][6] Questa pellicola, oggi andata perduta, narrava la storia di uno scultore alla ricerca di una modella per realizzare il suo capolavoro.[2] I responsabili della censura erano riluttanti all'idea di vietare la pellicola, perché venne detto che, in tal caso, avrebbero dovuto censurare anche l'arte classica e quella rinascimentale.

Un annuncio pubblicitario per la pellicola Purity, del 1916

Il suo secondo film, Purity (1916), girato a Santa Barbara, in California, è l'unico suo film rimastoci, scoperto nel 1993 in una collezione "pornografica" in Francia e acquistato dall'archivio nazionale cinematografico francese. Il suo terzo film, The Girl o' Dreams, girato anch'esso a Santa Barbara, fu terminato nel 1916 e registrato per il diritto di replica il 31 dicembre 1918, ma non vi sono tracce di una sua distribuzione nelle sale.

Nel 1919, ritornò dalla California per tornare a vivere con sua madre in una pensione novaiorchese appartenente al dottor Walter Wilkins. Wilkins si innamorò di lei e architettò il femminicidio di sua moglie, Julia, per potersi sposare con Munson.[6] Nonostante Munson e sua madre fossero partite dalla Grande Mela prima del femminicidio, la polizia volle interrogarle, perciò ci fu una vera ricerca che si concluse a Toronto, in Canada. Il contenuto delle dichiarazioni non è stato rivelato, ma Audrey Munson negò fermamente di avere mai avuto una relazione con il signor Wilkins.[2] Nonostante avesse dimostrato di essere innocente, la pubblicità negativa derivata da questo caso potrebbe aver posto fine alla carriera da modella e da attrice di Munson.[3] Wilkins venne processato, dichiarato colpevole e condannato a morte tramite la sedia elettrica, ma venne trovato impiccato nella sua cella.

Il 27 maggio del 1922, Audrey Munson provò a suicidarsi bevendo una soluzione di bicloruro di mercurio.[7] Fu l'inizio di un lungo periodo di instabilità mentale e di paranoie. Nel 1931, il giorno del suo quarantesimo compleanno,[2] Audrey fu ricoverata nell'Istituto Psichiatrico di Ogdensburg a causa della sua instabiliità mentale e visse ancora fino al 20 febbraio 1996, all'età di 104 anni.[8] La sua salma fu cremata e le sue ceneri tumulate senza una lapide nella tomba di famiglia nel cimitero di New Haven.[9] Nel 2016, 20 anni dopo la sua morte, la sua famiglia decise di aggiungere una semplice lapide in quello che sarebbe stato il suo centoventicinquesimo compleanno.[10]

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b (EN) Richmond Times-Dispatch 27 June 1915 — Virginia Chronicle: Digital Newspaper Archive, su virginiachronicle.com. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  2. ^ a b c d e (EN) Sam Roberts, Overlooked No More: Audrey Munson, Forgotten but, Living On in Sculptures, Not Gone, in The New York Times, 16 dicembre 2022.
  3. ^ a b (EN) Reed Tucker, NYC’s first supermodel died alone in an insane asylum, su nypost.com, 5 marzo 2016. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  4. ^ (EN) Robert W. Bowen, San Francisco, Arcadia Publishing, 23 agosto 2010, p. 91, ISBN 978-1-4396-4025-8. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  5. ^ Il Corpo Svelato, Città Nuova, p. 152, ISBN 978-88-311-1933-7. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  6. ^ a b (EN) Saki Knafo, The Girl Beneath the Gilding, in The New York Times, 9 dicembre 2007. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  7. ^ (EN) Model Who Attempted Suicide by Poison Will Recover, in The New York Times, 29 maggio 1922. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  8. ^ Number: 082-42-0284; Issue State: New York; Issue Date: 1996. Ancestry.com. U.S., Social Security Death Index, 1935–2014 [database on-line]. Provo, UT: USA: Ancestry.com Operations, Inc., 2011.
  9. ^ (EN) AUDREY MUNSON, su William G. Pomeroy Foundation, 19 dicembre 2018. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  10. ^ Audrey Munson (1891-1996) - monumento Find a..., su it.findagrave.com. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  • (EN) Diane Rozas e Anita Bourne Gottehrer, American Venus: The Extraordinary Life of Audrey Munson, Model and Muse, Balcony Press, Los Angeles, 1999.

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