Aulo Didio Gallo
Aulo Didio Gallo | |
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Proconsole dell'Impero romano | |
Questura | 19 |
Consolato | 39 |
Proconsolato | Sicilia e in Britannia dal 52 al 56 |
Prefetto | Della cavalleria in Africa Proconsolare |
Aulo Didio Gallo (latino: Aulus Didius Gallus; fl. 19-57) è stato un politico e militare romano di età imperiale, governatore della Britannia[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Uomo ambizioso e oratore di una certa rilevanza, la carriera di Gallo fino al 51 è ricostruibile attraverso un'iscrizione ritrovata a Olimpia. Fu questore sotto Tiberio (probabilmente nel 19),[senza fonte] legato nell'Africa proconsolare come prefetto della cavalleria, e proconsole in Sicilia. Fu curator aquarum (sovrintendente agli acquedotti) durante il regno di Caligola (38-49), console nel 39, e poi membro del collegio dei quindecemviri. Sotto l'imperatore Claudio ricevette i regalia del trionfo per il comando delle truppe nel Bosforo, ricevendo poi, probabilmente, un altro comando proconsolare.[senza fonte]
Secondo Tacito, nel 52 fu nominato governatore della Britannia, come successore di Ostorio.[1] Gallo, che all'epoca era in età avanzata, trovò una situazione alquanto deteriorata nella sua nuova provincia. Sebbene la rivolta di Carataco fosse stata soppressa, i Siluri, popolazione del Galles, erano ancora in rivolta. Durante il suo governo la tribù dei Briganti si rivoltò sotto Venuzio contro la regina Cartimandua, e Gallo mandò Cesio Nasica ad aiutarla.
Nel complesso, Didio Gallo tenne in Britannia una politica conservativa, volta a rafforzare le conquiste già ottenute piuttosto che ad allargare il territorio romano: a lui sono dovute strade e forti costruiti ai confini della provincia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Frontino, De Aquis 2:102
- Tacito, De vita Iulii Agricolae 14; Annales 12:15, 12:40, 14:29
- Quintiliano, Institutio Oratoria Book 6, 3:68
- Fonti secondarie
- William Smith (1870), Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology Vol 2 p. 227
- Anthony R Birley (1981), The Fasti of Roman Britain, pp. 44–49
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
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