Aulo Manlio Capitolino
Aulo Manlio Capitolino | |
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Tribuno consolare della Repubblica romana | |
Nome originale | A. Manlius Capitolinus |
Gens | Manlia |
Tribunato consolare | 389 a.C., 385 a.C., 383 a.C., 370 a.C. |
Aulo Manlio Capitolino (fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano.
Primo tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 389 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Publicola, Lucio Verginio Tricosto, Publio Cornelio, Lucio Emilio Mamercino e Lucio Postumio Albino Regillense[1].
Durante il tribunato i romani, condotti da Marco Furio Camillo, nominato dittatore per la terza volta, sconfissero i Volsci, che firmarono la resa dopo 70 anni di combattimenti[2], gli Equi e gli Etruschi, che avevano assediato la città alleata di Sutri[3].
Ad Aulo Camillo affidò il comando dei soldati stanziati a difesa di Roma, mentre erano in corso le campagne contro Volsci, Equi ed Etruschi[2].
Secondo tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 385 a.C. fu eletto tribuno consolare con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Cornelio, Lucio Papirio Cursore e Gneo Sergio Fidenate Cosso[4].
Durante l'anno il Senato nominò Aulo Cornelio Cosso dittatore, per far fronte all'ennesima minaccia portata a Roma dai Volsci e ai possibili disordini interni, dovuti alle richieste della plebe, portate avanti da Marco Manlio Capitolino.
Terzo tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 383 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Sulpicio Rufo, Lucio Emilio Mamercino, Lucio Valerio Publicola, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo e Marco Trebonio[5].
A Roma arrivarono diverse notizie di ribellioni; dai soliti Volsci, dai Prenestini, oltre che dagli abitanti di Lanuvio, cui fu dichiarata guerra, che però non poté essere condotta quell'anno, per la carestia e la peste che avevano colpito Roma[5].
Quarto tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 370 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Sulpicio Pretestato, Gaio Valerio Potito, Lucio Furio Medullino Fuso, Servio Cornelio Maluginense e Publio Valerio Potito Publicola[6].
L'elezione interruppe un periodo di 5 anni, durante il quale a Roma non si erano eletti tribuni consolari, a causa del veto posto dai tribuni della plebe Gaio Licinio Calvo Stolone e Lucio Sestio Laterano[7], e fu dovuta all'attacco che Velletri portò a Tuscolo, città alleata dei romani.
I romani respinsero gli attaccanti nella loro città, che fu posta sotto assedio, senza però che i romani riuscissero ad espugnarla[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 1.
- ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 2.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 3.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 2, 11.
- ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 2, 21.
- ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4, 36.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4, 35.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Ab Urbe condita libri, su thelatinlibrary.com.