Balbino (vescovo)

Balbino
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Roselle
 
Natometà del VI secolo
Nominato vescovoprima del 591
Decedutodopo il 595
 

Balbino (VI secolo – dopo il 595) è stato un vescovo italiano.

Si tratta del secondo vescovo documentato della diocesi di Roselle, dopo Vitaliano.[1]

Balbino è documentato come vescovo di Roselle alla fine del VI secolo.[2] La mancanza di documentazione su altri vescovi della diocesi grossetana tra il 499 e il 591, anno in cui è ricordato per la prima volta Balbino, può indurre a pensare che Balbino sia effettivamente stato il successore di Vitaliano, dopo quasi un secolo di sede vacante.[1] È noto, dopotutto, che negli anni del Regno ostrogoto e della successiva dominazione longobarda, molte diocesi rimasero senza vescovo e che Roselle, insieme con Sovana, erano nell'orbita dell'arcidiocesi di Lucca, la quale ne organizzava l'attività pastorale.[1]

Balbino è ricordato nell'epistola XV del noto Registrum di papa Gregorio Magno, datata gennaio 591,[3] dove è esortato dal pontefice a visitare personalmente la vicina Populonia, sede di una diocesi, per essere testimone delle recenti devastazioni perpetrate dai longobardi.[1][4] Per questa diocesi, rimasta priva del suo vescovo dopo che l'ultimo di essi, Cerbone, si era ritrovato costretto a fuggire all'isola d'Elba, fu infatti nominato visitatore apostolico, con l'incarico di procedere all'ordinazione di un sacerdote e di due diaconi, e alla nomina di tre preti per alcune parrocchie della diocesi.[2][4]

Balbino partecipò al concilio di Roma del 5 luglio 595 indetto da Gregorio Magno e dove furono presi provvedimenti circa l'organizzazione e la vita interna della Chiesa romana.[4] Tra le sottoscrizioni, si trova anche quella di Balbinus episcopus civitatis Rosellensis, che firma gli atti conciliari tra Virbono di Tuscania e Secondino di Taormina.[5]

Il nome di Balbino si trova anche tra le sottoscrizioni di un altro documento di Gregorio Magno, che Mansi data al 601.[6] In realtà questo testo è un documento spurio, frutto dell'elaborazione della canonistica medievale, che accorpò due lettere autentiche del pontefice (del 595 e del 598), modificandone parte del contenuto ed aggiungendo la serie delle sottoscrizioni, assente nelle lettere autentiche.[7]

  1. ^ a b c d Giotto Minucci, La città di Grosseto e i suoi vescovi (498-1988), vol. 1, Firenze, Lucio Pugliese, 1988, pp. 101-107.
  2. ^ a b Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, I, p. 50.
  3. ^ Monumenta Germaniae Historica, Epistolarum tomus I. Gregorii I registri Archiviato il 13 febbraio 2018 in Internet Archive., Berlino 1891, p. 16.
  4. ^ a b c Stefano Sodi, Maria Luisa Ceccarelli Lemut, La diocesi di Roselle-Grosseto dalle origini all'inizio del XIII secolo, Quaderni dell'Istituto superiore di scienze religiose "Niccolò Stenone" n. 2, Pisa, Pacini Editore, 1994, p. 22.
  5. ^ Monumenta Germaniae Historica, Epistolarum tomus I. Gregorii I registri Archiviato il 14 febbraio 2018 in Internet Archive., Berlino 1891, pp. 362–366. La sottoscrizione di Balbino si trova a p. 366, righe 7-8.
  6. ^ Giovanni Domenico Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, vol. X, Firenze 1764, coll. 485-488.
  7. ^ Giorgio Picasso, «Quam sit necessarium monasteriorum quieti prospicere». Sulla fortuna di un canone gregoriano, in «Cristianità ed Europa. Miscellanea di studi in onore di Luigi Prosdocimi», a cura di Cesare Alzati, vol. II, 2000, pp. 95-105.

Voci correlate

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Predecessore Vescovo di Roselle Successore
Vitaliano prima del 591 - dopo il 595 Teodoro