Bartolomeo Bolli

Palazzo Litta a Milano, in un'incisione del Settecento

Bartolomeo Desiderio Michele Bolli, oppure Bolla (Milano, 1703Milano, 8 dicembre 1761), è stato un architetto italiano.

Palazzo Litta a Milano, nel 1894

Bartolomeo Desiderio Michele Bolli, di cui si posseggono poche informazioni biografiche e artistiche, nacque a Milano nel 1703, figlio del notaio Giovanni Battista.[1]

Il 1º ottobre del 1721, incominciò il suo addestramento presso lo studio dell'ingegnere e architetto Giacomo Antonio Quadrio, che si prolungò per sei anni, tempo necessario per essere idoneo a sostenere gli esami d'ammissione al Collegio degli ingegneri ed architetti di Milano, che superò nel 1730.[1]

Bolli è un architetto ancora poco studiato dagli esperti e dagli storici dell'arte, che appartiene all'ultimo periodo del Barocco lombardo, quando, allontanandosi dalla consueta austerità e avvicinandosi agli elementi decorativi Rococò, si diffuse la corrente che dal nome dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, prese la definizione di Barocchetto teresiano.[2]

Nel 1734 lavorò al progetto dell'altare maggiore di San Vittore a Varese, che si caratterizzò per una serie di innovazioni riguardanti la pianta di altari e di tabernacoli.[1] Se risultò pienamente riuscita la fusione tra architettura e statue, non meno interessante è l'ambientazione del presbiterio, soprattutto per la peculiare illuminazione delle statue in conformità con una certa poetica barocca.[1]

Collaborò con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano dal 27 febbraio 1743, con la carica di ingegnere e fino al 25 aprile 1760.[1][2] Nel 1750, assieme a F. Croce e Carlo Giuseppe Merlo, Bolli partecipò alla preparazione del progetto della facciata del duomo.[1]

Dal 1752 al 1761, contemporaneamente al lavoro della Fabbrica del Duomo, realizzò la facciata del milanese palazzo Arese-Litta (ora Ferrovie dello Stato, in corso Magenta),[1] e che costituì uno degli ultimi esempi brillanti del Barocco a Milano.[2]

Bolli nel suo lavoro seguì più gli insegnamenti di Giovanni Antonio Veneroni, evidenziati nel Palazzo Mezzabarba a Pavia, in stile barocchetto lombardo del primo Settecento, che quelli del romano G. Ruggeri per Palazzo Cusani a Milano.[1][3][4]

Il Bolli morì a Milano l'8 dicembre 1761.[1]

  • Altare maggiore di San Vittore a Varese (1734);
  • Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (27 febbraio 1743- 25 aprile 1760);
  • Facciata di palazzo Arese-Litta a Milano (1752-1761).
  1. ^ a b c d e f g h i Bolli, Bartolomeo Desiderio Michele, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 giugno 2019.
  2. ^ a b c Bolli, Bartolomeo, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 330.
  3. ^ Bólli o Bólla, Bartolomèo, su sapere.it. URL consultato il 22 giugno 2019.
  4. ^ Palazzo Litta, su architettonicimilano.lombardia.beniculturali.it. URL consultato il 22 giugno 2019.
  • Annali della Fabbrica del Duomo..., VI, Milano, 1885, pp. 149, 158, 166, 170, 179, 181.
  • P. Arrigoni, Milano settecentesca nell'album di M. A. Dal Re, Milano, 1927, pp. 10, 18.
  • G. C. Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Milano, 1945, pp. 125-123.
  • G. C. Bascapé e P. Mezzanotte, Milano nell'arte e nella storia, Milano, 1948.
  • G. Bianconi, Nuova guida di Milano, Milano, 1787, p. 274.
  • L. Bossi, Guida di Milano, Milano, 1818, p. 157.
  • G. Ferrario, Memorie per servire alla storia dell'architettura milanese, Milano, 1843.
  • P. Mezzanotte, L'architettura a Milano nel '700, in Storia di Milano, XII, Milano, 1959, pp. 665-667, 677.
  • G. Mongeri, L'arte in Milano, Milano, 1872, p. 484.
  • M. L. Gatti Perer, Fonti per la storia dell'architettura milanese dal XVI al XVIII secolo: il Collegio degli Agrimensori Ingegneri e Architetti, in Arte lombarda, X, n. 2, 1965, p. 130.
  • (EN) R. Wittkower, Art and Architecture in Italy 1600-1750, Harmondsworth, 1965.

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