Biagio Agnes
Biagio Agnes | |
---|---|
Presidente della STET | |
Durata mandato | 1990 – 1997 |
Successore | carica soppressa |
Biagio Agnes (Serino, 25 luglio 1928 – Roma, 30 maggio 2011[1]) è stato un giornalista e dirigente d'azienda italiano, direttore generale della RAI. Era fratello di Mario Agnes, Presidente nazionale dell'Azione Cattolica e direttore dell'Osservatore Romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di un capotreno delle Ferrovie dello Stato, nel 1957 lavorò a Roma nel settimanale Rotosei.[2] Sposato con Rosella, era padre di tre figlie: Titti, insegnante di Letteratura italiana, Simona, consigliere di amministratore Rai, e Lucrezia, vice caporedattore di NewsMediaset. Anche suo fratello, Mario, è stato un autorevole giornalista: questi tra le altre cose fu direttore de L'Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, dal 1984 al 2007.
Attività in RAI
[modifica | modifica wikitesto]Esordì come giornalista nel Corriere dell'Irpinia ed entrò in RAI nel 1958. Negli anni sessanta creò il Telegiornale delle 13:30 con i giornalisti in video.[2] Nel 1977 divenne direttore per l'informazione radiofonica e televisiva regionale; nel biennio 1978-1979 curò la sperimentazione della terza rete e a fine 1979 divenne il primo direttore della testata per l'informazione regionale di cui, fino al 1987, il TG3 era un inserto. Nello stesso anno ideò insieme a Luciano Lombardi D'Aquino il celebre programma medico televisivo Check-up, trasmesso su Rai Uno. Nel 1982, anno in cui l'amico e conterraneo Ciriaco De Mita diventava segretario della DC, venne nominato direttore generale della RAI. Fece sorgere a Roma nord Saxa Rubra.
Attività post-RAI
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1990 Agnes divenne presidente della holding delle telecomunicazioni STET da cui proveniva Umberto Silvestri, suo successore alla direzione generale della RAI[3]. A questo periodo risale l'attacco rivolto a lui e alla compagnia da parte di Beppe Grillo nel corso della seconda parte del suo spettacolo al Teatro delle Vittorie in Roma nell'ambito del servizio telefonico fornito dal numero 144, che avrebbe attirato al telefono un'intera generazione di adolescenti nei primi anni novanta fruttando bollette altissime e danni economici delle famiglie.[senza fonte]
Nel 1997 fu presidente di Telemontecarlo. Nel 1987 fu nominato Cavaliere del Lavoro, nel 1992 ricevette la laurea honoris causa in Comunicazione e Telecomunicazioni dell'Università di Buenos Aires.
Nel 2004 pubblicò, insieme ad Antonio Mazza, il libro TV. Moglie, amante, compagna (Ediz. RAI-ERI, 2004). Il 4 ottobre 2004 ricevette la laurea magistrale honoris causa in Medicina e Chirurgia dall'Università degli Studi di Parma con la motivazione seguente: "l'impegno e la dedizione costante di Biagio Agnes per promuovere i programmi di informazione sanitaria hanno rappresentato una lungimirante visione della sanità che ha permesso negli anni ai cittadini di conoscere meglio un mondo per larga parte sconosciuto."
Nel 2006 fu nominato direttore della Scuola di Giornalismo dell'Università di Salerno, corso biennale post laurea riconosciuto dall'Ordine dei Giornalisti. Agnes è morto il 30 maggio 2011 all'età di 82 anni, ed è ora sepolto nel cimitero di Serino, suo paese natale.
A lui è intitolato il centro di produzione RAI di Saxa Rubra a Roma.
Il 30 maggio 2016 il Comune di Avellino gli ha dedicato uno slargo che si affaccia su corso Vittorio Emanuele II.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— 2 giugno 1987[5][6]
— 4 luglio 2005[7]
Fondazione Biagio Agnes
[modifica | modifica wikitesto]Il 10 ottobre 2011 è stata costituita la "Fondazione Biagio Agnes" «con l’obiettivo di dare continuità ai valori che hanno ispirato la vita e il pensiero di Biagio Agnes».[8]
Tra le iniziative della Fondazione il Premio Biagio Agnes «che vuole valorizzare e premiare la professione giornalistica in ogni suo aspetto».[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Morto Biagio Agnes, storico direttore generale della Rai, su ansa.it, ANSA, 30 maggio 2011. URL consultato il 17 giugno 2011.
- ^ a b Chi è, Roma, L'Espresso, vol. I, 1986, p. 9.
- ^ E. Borriello, Iri, Eni, Efim, nuovo round, su ricerca.repubblica.it, 9 gennaio 1990. URL consultato il 28 novembre 2018 (archiviato il 28 novembre 2018).
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Sito dei Cavalieri del lavoro: Biagio Agnes
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Fondazione Biagio Agnes, su fondazionebiagioagnes.it.
- ^ Premio Biagio Agnes, su premiobiagioagnes.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biagio Agnes
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scuola di Giornalismo di Salerno, su ilgiornalista.unisa.it. URL consultato il 1º febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2008).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73054647 · ISNI (EN) 0000 0000 2985 0739 · SBN CFIV096749 · LCCN (EN) n92090925 · GND (DE) 1117232832 |
---|