Biblioteca capitolare di Benevento

Biblioteca capitolare
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàBenevento
Caratteristiche
TipoPubblica
ISILIT-BN0010
Sito web

La biblioteca capitolare di Benevento è la biblioteca dell'arcidiocesi di Benevento, la cui esistenza è attestata già a partire dall'XI secolo[1]. Il suo contenuto è stato definito "un vero panorama della liturgia gregoriano-beneventana"[2]. È diretta da Mons. Mario Santo Iadanza, direttore dell'ufficio per la cultura e beni culturali della diocesi di Benevento.

Tra i documenti più antichi vi si conservano pergamene longobarde del ducato di Benevento, tra le quali la più antica, una sentenza di Radelchi, rimonta all'anno 898. Questi documenti sono pregevoli sia sotto il riguardo storico sia paleografico, essendo scritte in scrittura beneventana.

Oltre ai documenti antichi delle rendite capitolari, la biblioteca custodisce inoltre i codici ed i brevi dal IX al XII secolo, gli statuti della città, scritti su pergamena nel 1230 e riproducenti quelli del 1202, il Necrologio di Santo Spirito, dove vennero annotati dal 1198 i defunti della badia di Santo Spirito, alcune miniature dal XIII al XV secolo, il rotolo del sinodo diocesano dell'arcivescovo Giovanni Della Casa, scritto in italiano, nella prima metà del XVI secolo.

La raccolta della biblioteca fu ordinata nel 1686 dall'arcivescovo Orsini, divenuto poi papa Benedetto XIII.

Seconda guerra mondiale

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I bombardamenti che colpirono Benevento durante la seconda guerra mondiale arrecarono danni non gravissimi alla biblioteca, pur se di un certo rilievo; secondo relazioni della locale prefettura[3], si ebbero dispersione e manomissione di alcuni manoscritti, nonché danni alla raccolta sfragistica, a quadri, stampe antiche e fotografie[4]. Alcuni materiali salvati dal disastro furono messi a maggior riparo nella biblioteca dell'Arcidiocesi, presso il seminario[4].

Codici liturgici

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Tra i più importanti codici liturgici custoditi nella biblioteca capitolare beneventana, sono:

  • il "Messale plenario", in folio del X secolo, in scrittura beneventana non calligrafica, con notazione senza righe, in numeri longobardi. Interessanti e con caratteristiche proprie spesso singolari sono cinque graduali ed un frammento di un altro in quarto.
  • il "Messale, grande" e il "Piccolo messale", entrambi del XII o XIII secolo;
  • l'"Evangelario" del XII secolo;
  • l'"Epistolario" del XIII secolo;
  • il cosiddetto Totum beneventano, due volumi di grande formato che contengono insieme le messe e gli uffici e che servivano come liber typicus, ovvero codex magistralis o correctorium, al quale dovevano essere conformi gli altri libri, graduali, antifonari, messali ecc., scritti per l'uso quotidiano.

Tra i codici scritti solo per l'ufficio canonico si conservano il "Breviario monastico", notato dell'XI o XII secolo, e l'"Antifonario monastico", del XIII secolo. Un piccolo volume molto spesso contiene un "Innario", notato, dell'XI o XII secolo.

Il foglio 52v del Codice 4, del XII secolo, incipit della vita di papa Leone IX

Vi sono ancora due libri liturgici, senza note (un "Breviario" della fine del XII secolo e un "Breviario monastico", sempre del XII secolo) e tre codici con note di canto, cioè una "Raccolta", contenente l'ufficio del Corpus Domini, col testo romano, ma con canto speciale di notazione beneventana, un "Salterio-Lunario", in quarto, del XIII o XIV secolo, che è in lettera gotica ordinaria con notazione quadrata e un'altra "Raccolta", piccolo in quarto, del XII secolo, che contiene alcuni responsori ed altro.

Nella biblioteca sono anche custoditi diciassette grandi volumi in folio (dal X al XII secolo) di Lezionarii, cioè i codici, che anteriormente alla redazione dei breviari, venivano usati nel coro per la lettura della scrittura, delle vite dei santi, ecc., legati alla categoria dei testi liturgici.

Nella sala della biblioteca, viene conservata anche la cattedra vescovile di ferro, detta comunemente "la sedia di san Barbato", datata tra il VI e l'VIII secolo[5].

Vi si conservano inoltre numerosi dipinti, tra cui una Deposizione di Pietro Cavallini e un'Assunta di Francesco Solimena.

  1. ^ Il nome di "Matelpotone diacono e bibliotecario" si legge in una carta dell'arcivescovo Alfano II dell'anno 1012 e nell'Italia Sacra di Ferdinando Ughelli.
  2. ^ (FR) Jean Mallet, André Thibaut, Les manuscrits en ecriture beneventaine de la Bibliotheque capitulaire de Benevent, Paris, CNRS, Turnhout, Brepols, 1997 - ISBN 227105480X
  3. ^ In Archivio di Stato di Benevento, Prefettura, Gabinetto, busta 39.
  4. ^ a b Andrea Capaccioni, Andrea Paoli, Ruggero Ranieri (a cura di), Le biblioteche e gli archivi durante la seconda guerra mondiale: il caso italiano, Volume 113 di Le sfere, Edizioni Pendragon, Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, 2007 - ISBN 8883425707
  5. ^ Studi condotti dal professore Spinazzola, De Lucia Salvatore, Passeggiate beneventane, Benevento, 1925
  • Salvatore De Lucia, Passeggiate beneventane, Benevento, 1925
  • Alfredo Zazo, L'«inventario dei libri antichi» della Biblioteca Capitolare di Benevento, Samnium 8, 1935
  • Vittorio De Donato, Spigolature tra i documenti della Biblioteca Capitolare di Benevento, Samnium 70, 1997
  • Antonio Ciaralli, Vittorio De Donato, Le più antiche carte del Capitolo della Cattedrale di Benevento: (668 - 1200), Roma, 2002
  • Jean Mallet, André Thibaut, Les manuscrits en ecriture beneventaine de la Bibliotheque capitulaire de Benevent, Paris, CNRS, Turnhout, Brepols, 1997 - ISBN 227105480X

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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