Black out

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La città canadese di Toronto al buio durante il black-out del 2003.[1][2]
La transizione energetica alle energie rinnovabili garantisce meno interruzioni di erogazione di energia elettrica. Nel 2006, il numero di minuti in Germania era quasi il doppio rispetto al 2016 (13 min).[senza fonte]

Un black out (anche scritto blackout o black-out)[3], in italiano traducibile come oscuramento[4], è un'interruzione della fornitura di energia elettrica in una determinata area geografica, che provoca problemi e/o danni a causa della mancata disponibilità di servizi basati sull'energia elettrica (per esempio trasporti, telecomunicazione, riscaldamento, sistemi di sicurezza e reti informatiche).[5] La mancanza di energia elettrica può essere provocata volontariamente (da parte del gestore della rete) oppure involontariamente, per esempio a causa di problemi a centrali o linee, per un sovraccarico della rete (consumo eccessivo rispetto all'effettiva capacità di produzione) oppure per cortocircuiti o guasti in cascata che determinano l'intervento dei sistemi di protezione.[6][Fonte non adeguata all'affermazione. Vedi discussione voce] La definizione di black-out si applica al caso in cui l'energia elettrica sia totalmente assente per un periodo di tempo non trascurabile[7]; qualora l'energia sia presente ma con un livello inferiore al valore normale il guasto è detto brownout, mentre un'interruzione momentanea (con durata da pochi millisecondi a qualche secondo e a volte eliminata automaticamente dai sistemi di protezione della rete, ma comunque sufficiente per essere avvertita) è chiamata dropout.[8]

I sistemi collegati a linee elettriche trifase possono essere soggetti a brownout quando uno o più fasi sono assenti, hanno una tensione insufficiente o non sono correttamente sincronizzate; tali problemi possono danneggiare, in particolare, un motore elettrico.[9]

Alcuni abbassamenti di tensione sono causati intenzionalmente dal fornitore, per prevenire il distacco completo dell'energia (diminuendo la tensione, i carichi risultano generalmente alleggeriti).[non chiaro] Rolling blackout è il termine usato per indicare una forma di interruzione controllata e a turno dell'erogazione tra i vari distretti di utenze, evitando così un blackout di vaste aree.[10]

Le interruzioni di energia elettrica risultano particolarmente pericolose per gli ospedali, nei quali la maggior parte delle utenze, in particolare i macchinari per il mantenimento delle funzioni vitali dei pazienti, sono dipendenti dall'energia elettrica.[11] A seguito di tali rischi, in genere le strutture sanitarie possiedono generatori elettrici di emergenza (solitamente alimentati da motori a gasolio) configurati per avviarsi appena ha luogo l'interruzione di corrente, ai quali vengono collegate le utenze che non devono mai rimanere senza alimentazione; per evitare che l'energia elettrica venga a mancare anche durante gli istanti impiegati dai motori a gasolio per avviarsi, sono presenti in genere anche dei gruppi di continuità.[12] I generatori di emergenza e i gruppi di continuità sono presenti anche in altre strutture in cui è di vitale importanza il fatto che la corrente elettrica non sia mai assente, come le linee di produzione industriale che non si possono interrompere e i sistemi di sicurezza delle centrali.[12]

Anche le centrali telefoniche e le reti telematiche hanno, in genere, gruppi di batterie di backup e, in alcuni casi, generatori di emergenza a gasolio per far fronte ad assenze prolungate di energia.[12]

I black-out possono inoltre venire provocati da atti di terrorismo, per paralizzare l'attività di una zona[13]; tale espediente fu utilizzato, ad esempio, negli anni '80 dal movimento terrorista e rivoluzionario peruviano Sendero Luminoso.

Correlazione con le nascite

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Gli episodi di black-out più noti sono stati associati ad un sensibile aumento del numero di bambini nati circa 9 mesi dopo tali eventi.[2][14][15] Il presunto rapporto di causa-effetto non è mai stato ufficialmente riconosciuto[14], tanto che spesso le cifre ad esso correlate hanno subìto contestazioni.[14] Dopo un grande caso di black out in Olanda nel 2008, un'ostetrica locale (Brendy Kouwenberg) che aveva assistito al congruo numero di parti ha dichiarato che proprio il black-out ne sarebbe stato la causa.[fonte enciclopedica?][15] Analizzando anche i già citati casi di New York e Münster, la Kouwenberg sosteneva che l'assenza dell'energia elettrica (con conseguente impossibilità di usare lampade, televisori, Internet, videogiochi ed elettrodomestici) ed il buio incoraggerebbero le coppie ad intensificare l'attività sessuale, con riscontro numerico.[fonte enciclopedica?][15]

Black out storici

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Di seguito, è riportata in ordine cronologico una lista dei black-out più famosi della storia[2]:

  • Stati Uniti, 9 novembre 1965: il primo black-out documentato, avvenuto alle 17.17, in cui un'area di 200 000 km² rimase al buio per 12 ore. La causa fu un guasto nella centrale idroelettrica di Niagara Falls, vicino alle cascate, le cui cause non furono mai definite.[14] Lo stato di New York si oscurò per primo, quando alle 17.28 le luci di Manhattan si spensero[14]; successivamente, furono colpiti anche: Massachusetts, Connecticut, Rhode Island, Vermont, Maine, New Hampshire e due province canadesi.[14] L'oscuramento interessò, parzialmente, anche il New Jersey e la Pennsylvania.[14] Il black-out impiegò solamente 12 minuti per estendersi a tutta l'area.[14] L'interruzione di energia elettrica causò gravi problematiche: lo spegnimento dei semafori paralizzò il traffico, gli ospedali sospesero le operazioni chirurgiche per attivare i generatori (ancora poco diffusi), gli aerei non poterono atterrare sulle piste, migliaia di persone rimasero bloccate in ascensore e nelle metropolitane.[14] A New York si registrarono 3 morti, 2 delle quali per arresto cardiaco e l'altra per una caduta dalle scale.[14] Nelle 12 ore di buio, il tasso di criminalità scese invece di aumentare e la polizia compì 59 arresti.[14] Un aneddoto rivela che, 9 mesi più tardi (intorno all'agosto 1966), vi fu un netto incremento delle nascite: tale dato, tuttavia, non è mai stato ufficialmente confermato.[14] Robert Wagner, all'epoca sindaco di New York, definì l'episodio «la più bella notte della città».[14] Nel 1985, per commemorare il ventennale dell'avvenimento, si tennero feste e cerimonie illuminate da fasci di raggi laser.[14]
  • New York, 14 luglio 1977: dalla sera del 13 luglio sino al tardo pomeriggio del giorno seguente, la città rimase al buio dopo che i fulmini avevano causato un'avaria in una sottostazione, trasmettendo il danno anche alle altre con un "effetto a catena". L'interruzione rimase circoscritta alla sola New York[16], teatro di saccheggi e furti: la polizia arrestò ben 4 000 persone.[14] Anche in questo caso l'incidente fu messo in correlazione con un boom di nascite verificatosi 9 mesi dopo (aprile 1978), ma neppure in questo caso le cifre sono considerate ufficiali.[14]
  • Francia, 19 dicembre 1978: l'interruzione di un cavo elettrico che collega Parigi alle regioni dell'Est lascia al buio la maggior parte del paese.[2][17]
  • Egitto, 25 aprile 1990: una tempesta di sabbia causa un'interruzione dell'energia elettrica nella capitale Il Cairo e nelle altre principali città del paese.[2]
  • Grecia, 5 novembre 1993: la capitale Atene e le zone circostanti rimangono senza energia elettrica per varie ore.[2]
  • America settentrionale, 3 luglio 1996: un'interruzione colpisce principalmente l'Ovest (circa 10 milioni di persone), ma anche alcune regioni canadesi e messicane.[2]
  • Canada, gennaio 1998: nell'Est del paese, almeno 3 milioni di persone rimangono senza energia elettrica per una settimana dopo che piogge torrenziali avevano colpito lo stato, congelando le linee elettriche.[2]
  • Francia, 26 dicembre 1999: una tempesta lascia senza energia elettrica per alcuni giorni 3,6 milioni di abitanti in tutto il paese.[2]
  • Algeria, 3 febbraio 2000: un guasto alla principale centrale elettrica del paese lascia, per molte ore, al buio l'intera nazione.[2]
  • India, 2 gennaio 2001: la parte settentrionale del paese, in cui vivono oltre 200 milioni di persone, rimane al buio per un guasto occorso ad una centrale dell'Uttar Pradesh.[2][18]
  • California, 18 gennaio 2001: un milione di abitanti, dopo i tagli di fornitura di energia elettrica prodotti dalla liberalizzazione del settore, dovettero passare velocemente nella regione di San Francisco[Anche se in effetti la fonte si esprime in questi termini, sarebbe opportuno verificare meglio. Una migrazione di un milione di persone?].[2]
  • Nigeria, giugno 2001: il collasso di un pilone portante, localizzato nell'Est del paese, lascia senza energia elettrica circa 30-50 milioni di abitanti.[2]
  • Brasile, 21 gennaio 2002: il blocco alle turbine di un'enorme diga causa l'interruzione della corrente in metà del paese, colpendo tra le altre Rio de Janeiro e San Paolo.[2]
  • Filippine, 21 gennaio e 21 maggio 2002: il primo caso si verifica nello stesso giorno del blackout brasiliano, quando un'esplosione nelle installazioni elettriche della capitale Manila lascia senza corrente circa 35 milioni di persone.[2] Un secondo episodio avviene 4 mesi dopo, sempre nella capitale: un guasto lascia al buio l'intera isola di Luzon, comprendente 40 milioni di abitanti.[2][19]
  • Colombia, 17 marzo 2002: il blocco di due trasformatori lascia senza luce gran parte della popolazione, tra cui quella di Bogotà.[2]
  • Argentina, 24 novembre 2002: problemi di distribuzione lasciano senza energia elettrica 10 milioni di persone, a Buenos Aires e nelle zone limitrofe.[2]
  • America settentrionale, 14 agosto 2003: una serie di errori umani in Ohio lascia senza luce circa 50 milioni di persone, nel nord-est degli Stati Uniti e in parte del Canada (Toronto compresa).[1][20] La normalità viene ristabilita dopo 2 giorni.[2]
  • Gran Bretagna, 28 agosto 2003: intorno alle 18 a Londra e nelle zone circostanti si interrompe l'erogazione dell'energia elettrica per 34', provocando il blocco della ferrovia nazionale, del 60% della rete della metropolitana e della Borsa di Londra.[2] Fonti giornalistiche stimano che circa 250 000 persone siano rimaste bloccate nella metropolitana.[2][21]
  • Danimarca, 23 settembre 2003: un guasto tecnico in una centrale della Svezia —dal quale il paese confinante attinge in gran parte per quanto concerne l'energia elettrica— fa saltare la corrente per 2 ore a Copenaghen e nella parte meridionale dello stato svedese, interessando 4 milioni di utenti.[2]
  • Italia, 28 settembre 2003: il più importante incidente di questo tipo nella storia del paese, verificatosi alle 3.20 del mattino.[22] Venne scatenato dalla caduta di un albero su una linea ad altissima tensione tra la Svizzera e l'Italia, che innescò una serie di disservizi a seguito dei quali il carico venne gradualmente distribuito su altre linee, che andarono tutte in sovraccarico e si disattivarono.[22] L'intero paese, ad eccezione della Sardegna e delle isole minori (dotate di reti proprie), rimase senza energia per un tempo variabile tra le 6 e le 19 ore (la riattivazione avvenne prima al nord e poi al sud).[22]
  • Münster, novembre 2005: una bufera di neve interrompe per quasi una settimana la fornitura di energia elettrica nella parte settentrionale della Germania.[15] A distanza di 9 mesi, si registrò un deciso aumento nelle nascite.[15]
  • Europa occidentale, 4 novembre 2006: un improvviso calo di corrente in Germania provoca interruzioni in buona parte dell'Europa occidentale, comprese le vicine Francia e Italia.[23] In quest'ultimo stato, viene colpita la zona settentrionale del paese e il Salento.[23] Il disagio interessa circa 10 milioni di persone.[23]
  • Maasdriel, gennaio 2008: un guasto manda in tilt la rete elettrica, lasciando la città (sita nella provincia olandese della Gheldria) senza luce per 3 giorni e 3 notti.[15] Nell'ottobre dello stesso anno, si registra un'impennata delle nascite pari al 44%: in quel mese vengono alla luce 26 bambini, quasi una volta e mezzo rispetto alla media.[15]
  • India, 30-31 luglio 2012: una serie di blackout, ritenuta la più grave della storia, interessa prima il nord del paese e in seguito l'intera area.[24] Rimangono al buio oltre 600 milioni di cittadini.[24]
  • America meridionale, 16 giugno 2019: un guasto alla centrale di Yacyreta, al confine tra Argentina e Paraguay, comporta l'interruzione della fornitura di corrente a buona parte degli stati limitrofi; vengono interessate dal disagio anche Uruguay, Brasile, Cile, Perù e Bolivia.[25] Verificatosi nelle prime ore della domenica mattina, il black-out "colpisce" circa 50 milioni di persone per oltre 12 ore.[26]
  • New York, 13 luglio 2019: in quella che curiosamente era la giornata del 42º anniversario dell'incidente del 1977, la Grande Mela rimane al buio per più di 4 ore tra la sera di sabato 13 luglio e il mattino di domenica 14 luglio, coinvolgendo più di 72.000 persone. A causare il blackout un guasto a una centrale della ConEdison.[27]
  1. ^ a b (EN) John Spears, Blackout 2003: How Ontario went dark, su thestar.com, 13 agosto 2013.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v Dagli Stati Uniti all'India quando il mondo resta al buio, su repubblica.it, 28 settembre 2003.
  3. ^ blackout, su dizionari.corriere.it. URL consultato il 28 gennaio 2017.
  4. ^ oscuramento, su treccani.it. URL consultato il 10 agosto 2023.
  5. ^ Black-out, su treccani.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
  6. ^ Gianfranco Giardina, Black-out, sbalzi elettrici e danni agli apparecchi: come difendersi, su dday.it, 20 febbraio 2015.
  7. ^ Blackout di 11 ore all’aeroporto di Atlanta, caos ai gate e 1000 voli cancellati, su lastampa.it, 18 dicembre 2017.
  8. ^ (EN) Brownouts, Blackouts and Dropouts, su electrotechnik.net. URL consultato il 27 maggio 2018.
  9. ^ Elena Dusi, Il movimento elettrico, in la Repubblica, 14 febbraio 2018, p. 46.
  10. ^ (EN) Remy Melina, What's a Rolling Blackout?, su livescience.com, 2 febbraio 2011.
  11. ^ Alessandro Mondo, Ospedale Martini, black out notturno: luce e riscaldamento fuori uso, su lastampa.it, 28 febbraio 2018.
  12. ^ a b c E se manca la corrente?, su scmncamogli.org. URL consultato il 18 marzo 2017.
  13. ^ Turchia paralizzata da un blackout. Premier: non escluso terrorismo, su repubblica.it, 31 marzo 2015.
  14. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Arturo Zampaglione, 1965: la notte scese sulle luci di New York, in la Repubblica, 25 agosto 1994, p. 3.
  15. ^ a b c d e f g Olanda: boom di nascite in un paese 9 mesi dopo blackout, su repubblica.it, 29 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2018).
  16. ^ Il blackout di New York, 40 anni fa, su ilpost.it, 14 luglio 2017.
  17. ^ (FR) 1978 : le coup de la panne, in Libération, 17 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2024).
  18. ^ (EN) Sarath Kumara, India's entire northern electricity grid collapses for 12 hours, su wsws.org, 9 gennaio 2001.
  19. ^ Filippine, mega black out al buio 40 milioni di persone, su repubblica.it, 21 maggio 2002.
  20. ^ Francesco Malgaroli, Blackout, America nel panico, in la Repubblica, 15 agosto 2003, p. 2.
  21. ^ la Repubblica.it, Londra, mezz'ora di blackout. Bloccate metro e Borsa, su repubblica.it, 28 agosto 2003. URL consultato il 14 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2012).
    «Per 34 minuti trasporti e traffico in tilt nella capitale. Ora la fornitura di energia elettrica è stata ripristinata. L'agenzia di controllo: "È stato un guasto ai trasformatori". Migliaia di persone sono rimaste bloccate nella metropolitana»
  22. ^ a b c L'Italia piomba nel buio Black out da Nord a Sud, su repubblica.it, 28 settembre 2003 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2023).
  23. ^ a b c Energia: mezza Europa al buio per blackout, su corriere.it, 6 novembre 2006.
  24. ^ a b (EN) India blackouts leave 700 million without power, su theguardian.com, 31 luglio 2012.
  25. ^ Blackout in Argentina e Uruguay: 50 milioni di persone per ore senza energia, su repubblica.it, 16 gennaio 2019.
  26. ^ L.L.M., Maxi-blackout, al via le indagini in Argentina e Uruguay, su interris.it, 17 giugno 2019.
  27. ^ Blackout a New York, 72mila senza luce e metro in tilt - Nord America, su Agenzia ANSA, 14 luglio 2019. URL consultato il 14 luglio 2019.

Voci correlate

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