La carica di presidente venne ceduta ad Emilio Arnstein da Pio Borghesani.[2] Il nuovo presidente fu subito impegnato a comunicare alla Federazione il tentativo di iscriversi al massimo campionato nazionale a completamento di organico, vale a dire la Prima Categoria — nonostante il Bologna fosse stato accettato solamente in Seconda Categoria, in quanto vincitore della categoria sottostante, la Terza Categoria —; la risposta è positiva: la FICG considera il Bologna idoneo dal punto di vista tecnico per sostenere un avanzamento di due categorie.[2] Vi sono però problemi dal punto di vista societario ed organizzativo: il club deve infatti rispettare alcune norme dettate dalla Federazione che avrebbero consentito un regolare e sereno svolgimento del campionato: in primo luogo deve essere scritto uno statuto ufficiale e deve essere costituita una società autonoma, secondariamente vi devono essere diponibilità economiche tali da poter garantire ospitalità per le squadre avversarie e l'organizzazione delle trasferte, e in ultimo un campo di giuoco recintato con porte fissate al terreno e non provvisorie.[2] Per ovviare a queste incombenze, si costituì una società indipendente dal "Circolo Turistico Bolognese" con statuto e soci propri, che ne aumentarono il capitale.[2] L'ultima questione da assestare era quella del campo di gioco: fu scelto dal neo presidente Domenico Gori, che individuo un terreno nei pressi di Porta San Vitale, situato in una depressione relativa naturale di fronte alla Trattoria della Cesoia; fu proprio quest'ultima a dare il nome al campo, che oltretutto avrebbe portato anche dei guadagni, attraverso l'ingresso del pubblico pagante.[2]
L'avventura felsinea nel primo campionato di massima serie della sua storia, iniziò in modo inaspettato, con il trionfo per 4-2 in casa di un Venezia ben più affermato, nel quale affiorarono soprattutto le qualità tecniche dei due calciatori ispaniciBernabéu e Rivas, studenti del Collegio di Spagna.[3] L'iniziale entusiasmo fu frenato dalla pesante sconfitta per 6-1 ad opera del Vicenza ancora in trasferta – poiché i Petroniani furono costretti a rimandare il debutto casalingo alla 4ª giornata, in attesa dell'ultimazione dei lavori per la messa a punto del campo della Cesoia – assoluta dominatrice del girone.[3] Dopo un'ulteriore sconfitta, fu il momento dell'esordio alla Cesoia, la cui attesa e l'ottimismo per la presenza del folto pubblico, diedero solo parzialmente gli effetti sperati: il Bologna dapprima surclassò per 3-0 il Venezia, ma si dovette arrendere, così come all'andata, a Vicenza ed Hellas.[3] Si concluse così il primo campionato di Prima Categoria dei Rossoblù, che si classificarono terzi nel girone veneto-emiliano, davanti al solo Venezia.[3]