Bonaventura da Forlì

Beato Bonaventura da Forlì

Religioso

 
NascitaForlì, 1410 circa
MorteUdine, 31 marzo 1491
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione1911 da papa Pio X

Bonaventura da Forlì, noto anche come Bonaventura Tornielli (Forlì, 1410 circa – Udine, 31 marzo 1491), è stato un religioso italiano.

Sacerdote dell'ordine dei servi di Maria, il suo culto come beato è stato confermato da papa Pio X nel 1911.

Nacque a Forlì e, secondo notizie tarde, apparteneva alla nobile famiglia Tornielli: abbracciò la vita religiosa tra i Servi di Maria e nel 1448 passò dal convento di Forlì a quello di Santa Maria dei Servi a Venezia, dove completò gli studi teologici e conseguì il titolo di magister.[1]

Fu un celebre omileta: predicò a Venezia davanti al senato nel 1468 e nel 1482 e in San Marco nel 1488; durante la peste del 1476 predicò a Perugia; per istanza del senato e del popolo di Firenze predicò in cattedrale e, nel 1481, in Santissima Annunziata; nel 1487 predicò in Sant'Alessandro a Brescia e vi fondò la confraternita dell'Annunciata; nel 1483 predicò a Bologna e nel 1488 in San Petronio.[2]

Fu procuratore generale dell'ordine nel 1482 e poi priore di San Marcello al Corso: il 31 maggio 1483 papa Sisto IV lo nominò predicatore apostolico. Nel 1485 era provinciale di Romagna e partecipò al capitolo generale a Vetralla, dove il priore generale Antonio Alabanti lo scelse come suo collaboratore per riportare l'ordine a una più stretta osservanza. Intervenne anche al capitolo generale di Bologna del 1488, quando venne eletto vicario generale dell'osservanza.[3]

Morì mentre predicava la quaresima nel convento di Santa Maria delle Grazie a Udine il 31 marzo (giovedì santo) del 1491.[4]

Il culto Bonaventura iniziò subito dopo la sua morte tanto che Nicolò Giuliola, vicario generale di Aquileia, con decreto del 6 aprile 1491 comminò la scomunica a quanti gli avessero prestato culto pubblico. Nel 1509, attribuendo la sua guarigione del 1507 all'intercessione del religioso, il luogotenente a Udine della Repubblica di Venezia, Andrea Loredan, fece traslare il corpo di Bonaventura in Santa Maria dei Servi a Venezia. Dopo la soppressione del convento le reliquie furono trasferite alla chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato e il 18 ottobre 1908 nella chiesa dell'Abbazia della Misericordia.[4] Nel 1971, due anni prima che la Misericordia venisse sconsacrata e venduta un privato, il corpo venne riportato nel santuario della Beata Vergine delle Grazie a Udine.

Papa Pio X, con decreto del 6 settembre 1911, ne confermò il culto con il titolo di beato.[5]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 31 marzo.[6]

  1. ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), col. 287.
  2. ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), col. 288.
  3. ^ Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), coll. 288-289.
  4. ^ a b Aristide Maria Serra, BSS, vol. III (1963), col. 289.
  5. ^ Index ac status causarum (1999), p. 416.
  6. ^ Martirologio romano (2004), p. 293.
  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Collegamenti esterni

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