Bondo (Bregaglia)
Bondo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Grigioni |
Regione | Maloja |
Comune | Bregaglia |
Territorio | |
Coordinate | 46°20′N 9°33′E |
Altitudine | 823 m s.l.m. |
Superficie | 28,28 km² |
Abitanti | 204 (2008) |
Densità | 7,21 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 7606 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 3771 |
Targa | GR |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Bondo (toponimo italiano; in romancio Buond , in tedesco Bundth, desueti[1]) è una frazione di 204 abitanti del comune svizzero di Bregaglia, nella regione Maloja (Canton Grigioni).
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Bondo è situato in Val Bregaglia, sulla sponda sinistra della Maira; dista 14 km da Chiavenna, 36 km da Sankt Moritz e 101 km da Coira. Il punto più elevato del territorio è la cima del Pizzo Cengalo (3 370 m s.l.m.), sul confine con Val Masino; nel territorio di Bondo si trova anche un'altra vetta importante, il Pizzo Badile.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Già comune autonomo che si estendeva per 28,28 km² e che comprendeva anche le frazioni di Castelmur e Promontogno, il 1º gennaio 2010 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Castasegna, Soglio, Stampa e Vicosoprano per formare il nuovo comune di Bregaglia[1][2].
Il 23 agosto 2017 un'imponente frana staccatasi dal Pizzo Cengalo ha travolto il paese con 3 milioni di metri cubi di materia rocciosa, causando la morte di otto persone e ingenti danni, seguita da altri scoscendimenti il 25 e il 31 agosto che hanno obbligato gli abitanti anche delle frazioni vicine a cercare riparo altrove; sono state avviate indagini su un possibile mancato allarme, nonostante la messa in guardia da parte di un geologo cantonale, e i lavori di ripristino dell'area sono iniziati nel 2021[3].
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa riformata di San Martino di Tours, eretta nel 1250[1];
- Palazzo Scartazzini, eretto nel 1690[1];
- Palazzo Scartazzini am Platz (già Cortini), eretto nel 1763[1];
- Palazzo Salis, eretto nel 1765-1774[1].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti[4]
Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]La lingua prevalente è l'italiano; il dialetto locale è il bregagliotto (bargaiot), un dialetto lombardo alpino molto influenzato lessicalmente dal romancio[5].
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Chiavenna, in Italia, e di Sankt Moritz.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Diego Giovanoli, Bondo, in Dizionario storico della Svizzera, 2 dicembre 2016. URL consultato il 2 giugno 2022.
- ^ Sito istituzionale del comune di Bregaglia, su comunedibregaglia.ch. URL consultato il 2 giugno 2022.
- ^ Frana di Bondo, su swisstopo.admin.ch, Ufficio federale di topografia Swisstopo, 7 settembre 2017. URL consultato il 2 giugno 2022.
Giorgio Doninelli, Catastrofe di Bondo, le autorità hanno ignorato l'allarme, su tio.ch, 27 aprile 2021. URL consultato il 2 giugno 2022.
Bondo, primi lavori di protezione al via, su rsi.ch, RSI, 11 settembre 2021. URL consultato il 2 giugno 2022. - ^ Dizionario storico della Svizzera
- ^ Dialetto, idioma del luogo - Bregaglia Engadin Turismo, su bregaglia.ch. URL consultato il 2 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Renato Stampa, Storia della Bregaglia, 1963, (19742), Tipografia Menghini, Poschiavo (19913)
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 535-536
- AA. VV., Storia dei Grigioni, 3 volumi, Collana «Storia dei Grigioni», Edizioni Casagrande, Bellinzona 2000.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bondo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito istituzionale del comune di Bregaglia, su comunedibregaglia.ch. URL consultato il 2 giugno 2022.
- Diego Giovanoli, Bondo, in Dizionario storico della Svizzera, 2 dicembre 2016. URL consultato il 2 giugno 2022.
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