Carla Celesia di Vegliasco
Carla Celesia di Vegliasco (Firenze, 9 ottobre 1868 – Collesalvetti, 1939) è stata una pittrice italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nata a Firenze nel 1868, si trasferì a Milano nel 1877. Studiò pittura sotto la guida di Filippo Carcano. Alla Triennale di Milano del 1900 espose Vespero autunnale e Firenze, e a Torino nel 1902 Prime ombre e Ritratto, opere che risentivano un influsso dello stile impressionista, destinato ad evolvere verso forme più ispirate alla tradizione. Partecipò a varie mostre, in Italia e all'estero, fra cui la decima Biennale di Venezia nel 1912 dove espose l'opera Acqua e sole[1][2].
Nel 1911 sposò Gino Lavelli De Capitani. Trascorse la sua vita tra Milano e Collesalvetti, in provincia di Livorno, nella Villa del Poggio, da lei decorata con affreschi che riproducono quelli del Camposanto di Pisa[3]. Fu sempre impegnata attivamente nel movimento di emancipazione femminile. Fece parte del Lyceum femminile, associazione fondata nel 1912 sotto la direzione di Gigina Sioli Legnani. Nel 1914, dal Lyceum nacque un nuovo sodalizio di donne, la Federazione Artistica Femminile Italiana, di cui Carla Celesia di Vegliasco fu eletta presidente. Scopo della Federazione era "patrocinare la realizzazione e la diffusione a Milano di esposizioni riservate alla creatività femminile"[4]. Sostenitrice della necessità della partecipazione delle donne alle operazioni belliche, durante la prima guerra mondiale gestì l'Ufficio Notizie[5].
Il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale di Collesalvetti, realizzato nel 1925, fu da lei progettato ed ornato con graffiti[6][7]. Nel 1942, il marito curò la pubblicazione postuma dei Pensieri, scritti, discorsi, opere di Carla Celesia, baronessa di Vegliasco, in Lavelli de Capitani. È aperta la riflessione storica sulla possibile collaborazione di Carla Celesia di Vegliasco con il regime fascista[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dizionario degli artisti, su istitutomatteucci.it.
- ^ A. M. Comanducci, Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei, III edizione, Milano, 1962
- ^ A villa «Il Poggio» di Collesalvetti le pitture di Carla Celesia, su ricerca.gelocal.it. URL consultato il 12 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
- ^ A cura di Laura Iamurri e Sabrina Spinazzè, L'arte delle donne nell'Italia del Novecento, Meltemi, Roma, 2001 p. 101
- ^ Firenze, luoghi, persone, visioni, Treccani (PDF), su flore.unifi.it.
- ^ Monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale [collegamento interrotto], su catalogo.beniculturali.it.
- ^ Una baronessa e la storia di un simbolo Una «femminista» di inizio Novecento col gusto dei graffiti, su ricerca.gelocal.it. URL consultato il 12 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2018).
- ^ Allison Scardino Belzer, Women and the Great War. Femininity under fire in Italy, Palgrave and Macmillan, New York, 2010, p. 191
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carla Lavelli Celesia, Pensieri, scritti, discorsi, opere di Carla Celesia, baronessa di Vegliasco, in Lavelli de Capitani, a cura di Gino Lavelli De Capitani, presentazione di Ettore Cozzani, Milano, Alfieri e Lacroix, 1942
- Francesca Cagianelli, Carla Celesia di Vegliasco, Nicla Spinella Capua, Carla Celesia di Vegliasco e il Camposanto di Pisa: le decorazioni inedite della Villa "Il Poggio" a Collesalvetti, 1924, Debatte, Livorno, 2002
- Francesca Cagianelli, Nicla Spinella Capua, Carla Celesia di Vegliasco protagonista del simbolismo toscano (1868-1939), Debatte, Livorno, 2003
- A. M. Comanducci, Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei, III edizione, Milano, 1962
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carla Celesia di Vegliasco
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Carla Celesia di Vegliasco, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (EN) Opere di Carla Celesia di Vegliasco, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 64952349 · ISNI (EN) 0000 0001 1250 487X · SBN CUBV088309 · BAV 495/206668 · ULAN (EN) 500342703 · LCCN (EN) n2003013794 · GND (DE) 124904947 |
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