Carlo Del Bravo
Carlo Del Bravo (San Casciano in Val di Pesa, 16 luglio 1935 – Firenze, 12 agosto 2017) è stato uno storico dell'arte italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Formazione e carriera
[modifica | modifica wikitesto]Nato a San Casciano in Val di Pesa nel 1935, dopo gli studi superiori, si forma con Roberto Longhi presso l'Università degli Studi di Firenze discutendo nel 1959 una tesi su Liberale da Verona. Nello stesso anno inizia a insegnare, prima presso il Magistero d'arte all'Istituto d'Arte di Firenze, poi, dal 1966, come assistente volontario di Roberto Salvini presso le Facoltà di Architettura. Infine dal 1969 ha insegnato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo fiorentino, dove dall'anno accademico 1981-1982 ricopre il ruolo di professore ordinario di Storia dell'arte moderna fino al pensionamento, nel 2008, terminato con la nomina ad Emerito nel 2011[1].
È stato borsista presso Villa I Tatti, sede fiorentina dell'Università di Harvard, presso cui ha compiuto ricerche che sarebbero poi confluite nel volume La scultura senese del Quattrocento[2], edito nel 1970[3]. È stato anche visiting professor all'Università di Princeton[4]. Per molti anni, inoltre, è stato membro della commissione per la valutazione e le nuove acquisizioni della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, all'interno della quale ha promosso, tra gli altri, l’acquisto di disegni di Pietro Benvenuti, del Paesaggio a Grizzana di Giorgio Morandi, e della stele marmorea di Lorenzo Bartolini[5].
Dal 1989 fino alla scomparsa ha diretto, insieme con Carlo Sisi e Anna Maria Petrioli Tofani, la rivista «Artista, critica d'arte in Toscana», da lui stesso fondata[6].
È morto a Firenze il 12 agosto 2017[7].
Metodologia e interessi di studio
[modifica | modifica wikitesto]Nella sua lunga attività di ricerca e studio, che ha coperto un arco temporale di quasi sessant'anni, si è occupato di moltissimi artisti, spaziando dal XV al XXI secolo.
In principio la sua impostazione metodologica risente profondamente della lezione del suo maestro. Nei suoi primi studi, pubblicati principalmente su riviste quali «Paragone» e «Pantheon» durante gli anni Sessanta, egli partecipa alla riscoperta del Seicento fiorentino e senese, animata soprattutto da Mina Gregori, con studi su pittori come Carlo Dolci, Jacopo Vignali, Giovanni Martinelli, Bernardino Mei, Rutilio Manetti e Cristofano Allori, e allo stesso tempo porta avanti ricerche su artisti del Rinascimento come Liberale da Verona e Francesco Morone. Fra la fine dello stesso decennio e l'inizio di quello successivo, i suoi interessi si rivolgono al Purismo e alla Pittura Accademica, specialmente di ambito toscano, con lo studio di artisti del XIX secolo come Luigi Mussini, Pietro Benvenuti, Giuseppe Bezzuoli, Antonio Ciseri, Amos Cassioli, Angelo Visconti, Alessandro Franchi, Luigi Sabatelli e lo scultore Lorenzo Bartolini[8]. A questi artisti dedica vari saggi pubblicati su riviste, ma anche alcune mostre, tra cui Artisti toscani contemporanei di Ingres, una sezione dell'esposizione Ingres e Firenze, allestita nella città toscana nel 1968[9], la personale Pietro Benvenuti 1769-1844, tenutasi ad Arezzo nel 1969[10], e Disegni italiani del XIX secolo, al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, nel 1971[11].
Nella seconda metà degli anni Settanta si assiste a un cambiamento significativo nella sua impostazione metodologica. In questo periodo, infatti, si allontana dall'impostazione longhiana adottando un nuovo metodo basato sull'analogia fra testo letterario e immagine. Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta, passa ad uno studio di tipo iconologico delle opere d'arte, con lo scopo di ricostruire e comprendere, storicisticamente, i singoli pensieri dei vari artisti di cui si occupa[12].
Da questo momento i suoi interessi si rivolgono parallelamente sia ad argomenti più recenti sia a quelli storici. Per quanto riguarda il primo ambito, si dedica in particolare a tematiche in quel momento poco battute, come l'arte figurativa, ovvero legata alla tradizione della cultura classica, dell'Ottocento e del Novecento, in Italia e in Europa, di cui sono testimonianza, tra gli altri, i saggi Sculture italiane 1920-1940, del 1981[13], sulla plastica di figura negli anni tra le due guerre; e Centenario, del 1993[14], sul dibattito teorico e artistico in Francia tra gli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento. Non mancano tuttavia anche saggi critici e presentazioni di mostre dedicati ad artisti a lui contemporanei, di cui è stato spesso committente, tra cui lo scultore Bruno Innocenti, i pittori Giovanni Colacicchi, Rodolfo Meli, Renzo Dotti, e il fotografo Alessandro Sardelli.
Per quanto concerne gli argomenti tra il XV e il XVIII secolo, sono numerosi gli artisti di cui si interessa in questi anni. Tra i saggi più significativi di questo periodo si ricordano Scale di immaginazioni, del 1992[15], dedicato allo studio dei significati dei grandi cicli di decorazione pittorica e plastico-scultorea tra Cinquecento e Seicento; e quelli dedicati a Michelangelo, tra cui: Breve commento alla volta Sistina, del 1996[16], Intorno al "Giudizio", del 2000[17], e La bellezza dei "Duchi" in Michelangelo, del 2002[18].
Per i suoi studi si avvalse sempre di fotografie, da lui stesso eseguite o appositamente fatte scattare secondo punti di vista nuovi e inconsueti, nella convinzione che esse fossero «la forma visiva dell'interpretazione critica dei testi figurativi»[19].
La collezione d'arte, la fototeca e la diateca
[modifica | modifica wikitesto]Oltre che studioso e docente, è anche un raffinato collezionista e committente di opere d'arte come dimostra la sua raccolta privata, donata alle Gallerie degli Uffizi dopo la sua scomparsa[20], che comprende opere di pittura, scultura, disegno, grafica, fotografia e arte decorativa[21], dall'antichità classica al XXI secolo. La raccolta, composta in prevalenza da opere di soggetto figurativo e principalmente di volti e ritratti, rispecchia appieno gli interessi culturali dello studioso e le sue frequentazioni del mondo artistico[22].
Particolarmente significativo è, inoltre, il lascito all'Università degli studi di Firenze della sua diateca, la raccolta delle diapositive impiegate per le sue lezioni e della sua fototeca, composta in prevalenza da fotografie usate come materiale ausiliario per lo studio[23].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Raccolte di saggi
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Del Bravo, Le risposte dell'arte, Firenze, Sansoni, 1985.
- Carlo Del Bravo, Bellezza e pensiero, Firenze, Le Lettere, 1997.
- Carlo Del Bravo, Intese sull'arte, Firenze, Le Lettere, 2008.
Monografie
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Del Bravo, Scultura senese del Quattrocento, Firenze, Edam, 1970.
Cataloghi di mostre
[modifica | modifica wikitesto]- Mathieu Mèras e Carlo Del Bravo (a cura di), Ingres e Firenze: con una sezione dedicata agli artisti toscani contemporanei di Ingres, catalogo della mostra (Firenze, Orsanmichele, 17 luglio-20 agosto 1968), Firenze 1968.
- Carlo Del Bravo (a cura di), Pietro Benvenuti 1769-1844. Mostra di opere inedite nel secondo centenario della nascita, catalogo della mostra (Arezzo, Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, settembre 1969), Firenze 1969.
- Carlo Del Bravo (a cura di), Disegni italiani del XIX secolo, catalogo della mostra (Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe 1971), Firenze 1971.
- Clarice Innocenti (catalogo e inventario), Alessandro Franchi, disegni restaurati della Pinacoteca di Prato, a cura di Carlo Del Bravo, catalogo della mostra (Prato, Galleria di Palazzo Pretorio 29 aprile-23 maggio 1976), Firenze 1976.
- Carlo Del Bravo (a cura di), Il genio di Lorenzo Bartolini, catalogo della mostra (Prato, dicembre 1977-febbraio 1978), Firenze 1977.
- Carlo Del Bravo (a cura di), Mostra di Renzo Dotti, catalogo della mostra (Carpi, Museo Civico Giulio Ferrari, 20 aprile-04 maggio 1980), Carpi 1980.
- Carlo Del Bravo (a cura di), Francesco Mochi. Fotografato da Marcello Bertoni su indicazioni di Carlo Del Bravo, catalogo della mostra (Montevarchi 1981), Montevarchi 1981.
- Luana Cappugi (schede), Bruno Innocenti, disegni e sculture, a cura di Carlo Del Bravo, catalogo della mostra (Firenze, Accademia delle Arti e del Disegno, 22 marzo-21 aprile 1985), Firenze 1985.
- Carlo Del Bravo (a cura di), Rodolfo Meli, catalogo della mostra (Firenze, Galleria Il Bisonte, 15 aprile-13 maggio 1994), Firenze 1994.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lorenzo Gnocchi, Carlo Del Bravo (1935-2017), in Artibus et Historiae, vol. 39, n. 77, 2018, pp. 9-12.
- ^ Carlo Del Bravo, Scultura senese del Quattrocento, Firenze, Edam, 1970.
- ^ Gnocchi 2018, pp. 10-12.
- ^ Laura Lombardi, Addio a Carlo Del Bravo, longhiano disobbediente, su Il giornale dell'arte, 14 agosto 2017. URL consultato il 28 maggio 2020.
- ^ Laura Lombardi.
- ^ Gnocchi 2018, p. 12.
- ^ È morto lo storico dell'arte Carlo Del Bravo. il cordoglio del sindaco Nardella, su Firenzetoday, 13 agosto 2017. URL consultato il 28 maggio 2020. Francesco Gurrieri, L'esemplare Del Bravo, su lanazione.it, La Nazione, 15 agosto 2017. URL consultato il 28 maggio 2020. Laura Lombardi.
- ^ Fondo Carlo Del Bravo, su storarte.unifi.it.
- ^ Carlo Del Bravo, Artisti toscani contemporanei di Ingres (con schede), in Mathieu Mèras e Carlo Del Bravo (a cura di), Ingres e Firenze: con una sezione dedicata agli artisti toscani contemporanei di Ingres, catalogo della mostra (Firenze, Orsanmichele, 17 luglio-20 agosto 1968), Firenze 1968, pp. 145-173.
- ^ Carlo Del Bravo (a cura di), Pietro Benvenuti 1769-1844. Mostra di opere inedite nel secondo centenario della nascita, catalogo della mostra (Arezzo, Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, settembre 1969), Firenze 1969.
- ^ Carlo Del Bravo (a cura di), Disegni italiani del XIX secolo, catalogo della mostra (Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe 1971), Firenze 1971.
- ^ Gnocchi 2018, pp. 9-10.
- ^ Carlo Del Bravo, Le risposte dell'arte, Firenze, Sansoni, 1985, pp. 311-323.
- ^ Carlo Del Bravo, Bellezza e pensiero, Firenze, Le Lettere, 1997, pp. 3013-313.
- ^ Del Bravo 1997, pp. 101-107.
- ^ Del Bravo 1997, pp. 85-100.
- ^ Carlo Del Bravo, Intese sull'arte, Firenze, Le Lettere, 2008, pp. 211-223.
- ^ Del Bravo 2008, pp. 201-210.
- ^ Lorenzo Gnocchi, La fotografia di scultura nell'attività di uno storico dell'arte, in Maria Grazia Messina (a cura di), Scultura e fotografia: questioni di luce, catalogo della mostra (Firenze, Galleria d'arte moderna, 8 giugno-5 agosto 2001, Firenze 2001, pp. 43-52, p. 43.
- ^ La collezione del professor Carlo del Bravo, raffinato studioso di arte moderna, entra per donazione agli Uffizi, su uffizi.it, 30 luglio 2020. URL consultato il 24 giugno 2021.
- ^ Sull'argomento si vedano: Silvia Ciappi, I vasi di alabastro della collezione Carlo Del Bravo: la materia diventa oggetto d'arte, in Luk, nuova serie n. 24 (gennaio-dicembre 2018), 2019, pp. 80-84. Lorenzo Gnocchi, Carlo Del Bravo e la passione per le arti decorative, in Luk, nuova serie n. 24 (gennaio-dicembre 2018), 2019, pp. 78-79.
- ^ Gnocchi 2018, p. 9.
- ^ Fondo Carlo Del Bravo.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Silvia Ciappi, I vasi di alabastro della collezione Carlo Del Bravo: la materia diventa oggetto d'arte, in Luk, nuova serie n. 24 (gennaio-dicembre 2018), 2019, pp. 80-84.
- Lorenzo Gnocchi, Carlo Del Bravo e la passione per le arti decorative, in Luk, nuova serie n. 24 (gennaio-dicembre 2018), 2019, pp. 78-79.
- Lorenzo Gnocchi, La fotografia di scultura nell'attività di uno storico dell'arte, in Maria Grazia Messina (a cura di), Scultura e fotografia: questioni di luce, catalogo della mostra (Firenze, Galleria d'arte moderna, 8 giugno-5 agosto 2001, Firenze 2001, pp. 43-52.
- Lorenzo Gnocchi, Carlo Del Bravo (1935-2017), in Artibus et Historiae, vol. 39, n. 77, 2018, pp. 9-12.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fondo Carlo Del Bravo, su storarte.unifi.it.
- «Artista, critica d'arte in Toscana», (1989-2015), su lelettere.it. URL consultato il 29 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2020).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 33449140 · ISNI (EN) 0000 0001 1757 2425 · SBN RAVV000980 · BAV 495/143412 · LCCN (EN) n85278028 · GND (DE) 130364525 · BNF (FR) cb12839354c (data) · J9U (EN, HE) 987007449208805171 · NDL (EN, JA) 001247912 |
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