Carlo Ravnich

Carlo Ravnich
NascitaAlbona, 31 marzo 1903
MorteBordighera, 2 marzo 1996
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Italia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito Italiano
Armafanteria
Specialitàalpini
Anni di servizio1923-1960
Gradogenerale di brigata
voci di militari presenti su Wikipedia

Carlo Ravnich (Albona, 31 marzo 1903Bordighera, 2 marzo 1996) è stato un generale italiano.

Prima di essere chiamato alle armi di leva nel 1923 aveva lavorato per sei anni come minatore nelle miniere di carbone della zona dell'Arsia in Istria. Diventò ufficiale al 1º Reggimento Artiglieria Alpina. Partecipò alle seguenti campagne di guerra:

La Divisione italiana partigiana Garibaldi

[modifica | modifica wikitesto]

La Divisione italiana partigiana Garibaldi fu una formazione partigiana, che si costituì il 3 dicembre 1943 a Pljevlja con la volontaria adesione degli ex-militari del Regio Esercito Italiano appartenenti alla Divisione di fanteria "Venezia", alla Divisione alpina "Taurinense" e al Gruppo artiglieria alpina "Aosta" che si trovavano dopo l'8 settembre 1943 nei Balcani.

Come comandante del Gruppo Aosta partecipò alla spontanea rivolta contro i nazisti. Successivamente comandò la I Brigata partigiana Aosta da lui creata con elementi del gruppo artiglieria alpina "Aosta" e alla fine lo Stato Maggiore dell'Esercito del Regno del Sud lo nominò, con il grado di maggiore, a guidare l'intera Divisione dal 12 agosto 1944 in sostituzione del generale Lorenzo Vivalda, fino al rientro in Italia avvenuto l'8 marzo 1945, raggiungendo il grado di colonnello “per merito di guerra”.

«Comandante di una brigata della divisione "Garibaldi" da lui creata con elementi del gruppo artiglieria alpina "Aosta", guidava più volte al combattimento il proprio reparto contro forze nemiche superiori per numero di effettivi e potenza di mezzi, dando in ogni circostanza magnifica prova di elevata perizia e di cosciente coraggio. Ferito durante un violento attacco contro preponderanti forze tedesche, rifiutava non solo il rimpatrio ma persino il semplice allontanamento dalla brigata, che continuava a guidare con esemplare forza d'animo nella durissima lotta. Assunto il comando della divisione "Garibaldi"…riusciva a potenziare e migliorare la compagine dell'unità ed infondere nei suoi dipendenti, nonostante la difficilissima situazione contingente, quell'elevato spirito combattivo che permetteva ai reparti di conseguire nuove vittorie..."[1]»

Nel dopoguerra

[modifica | modifica wikitesto]

Rimasto nel dopoguerra nell'Esercito italiano. Nel 1950 Ravnich ha curato a Padova la pubblicazione del volume "Martiri ed eroi della Divisione Garibaldi" nel quale vengono ricordati quanti hanno operato con la Divisione.[senza fonte][2] Il 1º luglio 1953 fu nominato generale comandante della nuova Brigata Alpina Cadore a Belluno e la guidò nella fase di riorganizzazione fino al 1956.

«Bibliografia [...] Purtroppo la principale fonte di ricerca, il diario storico della divisione Garibaldi (o "archivio Ravnich") , conservato presso la Fondazione "Umberto II di savoia" a Ginevra, risulta ancota non consultabile - pag 162 libro "La resistenza dimenticata- Partigiani italiani in Montenegro (1943-1945) -Eric Gobetti - Salerno Editore Roma 2018»

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stato Maggiore espresse queste seguenti motivazioni per riconoscergli le promozioni di grado e di responsabilità. Fu decorato inoltre con due medaglie: una medaglia d'argento al valor militare e una croce al valor militare.

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo di artiglieria alpina, ben comprese all'atto dell'armistizio, ed arditamente affrontò la variata, difficile situazione presentatasi. Seppe esaltare l'animo dei suoi artiglieri costituendoli in un compatto battaglione di fanti ad alto spirito aggressivo, che guidò con sicurezza e slancio in numerosi combattimenti contro i tedeschi sostituendo a deficienti condizioni di ambiente, di equipaggiamento ed armamento la forza possente dell'esempio e del prestigio di comandante ardimentoso e sicuro….»
  1. ^ Biografia di Carlo Ravnich
  2. ^ : Interessante ma non esiste ! Ovvero non è censito nel sistema OPAC SBN

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]