Carlo d'Angiò (duca di Calabria)
Carlo d’Angiò | |
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Carlo di Calabria in un dipinto di Anton Boys (XVI secolo) | |
Duca di Calabria | |
In carica | 1309 – 9 novembre 1328 |
Altri titoli | Signore di Firenze (1326-1327) |
Nascita | Napoli, 1298 |
Morte | Napoli, 9 novembre 1328 |
Luogo di sepoltura | Basilica di Santa Chiara, Napoli |
Dinastia | Angioini |
Padre | Roberto d'Angiò |
Madre | Jolanda d'Aragona |
Coniugi | Caterina d’Asburgo Maria di Valois |
Figli | da Caterina Maria da Maria Eloisa Maria Carlo Martello Giovanna I Maria |
Religione | Cattolicesimo |
Carlo d'Angiò (Napoli, 1298 – Napoli, 9 novembre 1328) fu duca di Calabria, Vicario generale e principe ereditario del Regno di Napoli.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Carlo nacque a Napoli da Roberto d'Angiò, che sarebbe poi divenuto re di Napoli, e da Jolanda d'Aragona, figlia di Pietro III, re di Aragona.
Divenne Duca di Calabria, nel 1309, grazie alla concessione ottenuta dal padre Roberto, quando, alla morte di Carlo II d'Angiò, era divenuto re di Napoli; fu inoltre nominato Vicario Generale del Regno.
Per agevolare la riconciliazione tra guelfi e ghibellini, papa Clemente V appoggiò il vecchio piano di ricostituire il regno di Arles[1], mettendo in contatto i capi delle due fazioni, Roberto il Saggio e il nuovo imperatore, Arrigo VII. Il piano prevedeva che il regno di Arles fosse ceduto dall'imperatore a Carlo, uno dei due figli di Roberto[2], il quale avrebbe sposato una delle due figlie di Arrigo. Il piano però fallì oltre che per l'opposizione di vari feudatari provenzali e borgognoni, anche per la fiera opposizione del re di Francia, Filippo il Bello, il quale, mal sopportando l'instaurazione di un regno dei cugini angioini nel sud-est della Francia, fece molte pressioni sulla corte papale di Avignone[3], sinché Clemente V, ritirò l'appoggio al progetto, che senza la sua approvazione fu tacitamente lasciato cadere[4].
Nelle intenzioni del padre Carlo avrebbe dovuto essere, nel 1315, a capo della spedizione militare da inviare in appoggio a Firenze ma, all'ultimo momento Roberto mutò la sua decisione e l'incarico passò al fratello del re, Filippo I di Taranto; la coalizione che comprendeva napoletani e fiorentini fu tuttavia sconfitta nella Battaglia di Montecatini, il 29 agosto.
Nel 1316 sposò Caterina (1295 – 1323), figlia di Alberto I d'Asburgo e, dopo la morte di questa, contrasse nuove nozze, l'11 gennaio 1324, con Maria di Valois (1309 – 1332), figlia di Carlo di Valois e di Mahaut de Saint-Pol, e sorella di Filippo di Valois, futuro re di Francia.
Il padre lo insignì della città di Lucera, a quel tempo rinominata Città di Santa Maria dopo lo sterminio della colonia saracena, in cui si premurò di istituire una fiera di sei giorni[5]. Pare inoltre che nel 1325 inviò una lettera al pontefice per la beatificazione del Vescovo Agostino Casotti, morto due anni prima[6].
La vittoria di Castruccio Castracani ad Altopascio, il 23 settembre del 1325[7], portò i fiorentini sconfitti ad eleggere Carlo, Signore della città. Il 13 gennaio 1326 il duca accettò la nomina a signore di Firenze[8] per un periodo di dieci anni, ma vi restò solo dodici mesi; fu richiamato a Napoli nel 1327 a causa dell'avanzata di Ludovico il Bavaro in Italia.
Alla morte di Carlo, avvenuta improvvisamente l'11 novembre 1328[9], la figlia Giovanna divenne regina di Napoli.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Da Caterina ebbe una figlia:
Da Maria ebbe cinque figli:
- Eloisa († 1325)
- Maria (1326 – 1328)
- Carlo Martello (Firenze, 13 aprile 1327 – 21 aprile 1327)
- Giovanna (1328 – 1382), poi regina di Napoli
- Maria (1329 – 1366), Contessa d'Alba, andata sposa a Carlo, Duca di Durazzo, quindi a Roberto del Balzo ed infine (1355) a Filippo II di Taranto.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il regno di Arles, che era stato incorporato nell'impero dall'imperatore Corrado il Salico, nel 1135 circa, si estendeva su un territorio, poi diviso tra contea di Provenza, contea di Forcalquier, marchesato di Provenza, ducato di Borgogna e una parte della Franca Contea
- ^ Nel 1257, il nonno di Roberto, Carlo I d'Angiò, aveva acquisito i diritti al trono del regno di Arles.
- ^ Filippo il Bello arrivò a far dire ai suoi ambasciatori che avrebbe ritenuto il papa il principale colpevole della indebita ricostituzione del regno di Arles.
- ^ Il regno di Arles, nel 1320, fu poi offerto al fratello di Filippo il Bello, Carlo di Valois, ma, Roberto il Saggio fu tra i più strenui oppositori al piano, per preservare i diritti al trono di Arles del figlio Carlo.
- ^ P. Egidi, Codice Diplomatico dei Saraceni di Lucera, p. 397 n. 795a.
- ^ Prospero Lambertini, De Servorum Dei et Beatorum canonizatione, vol. 2, Bologna, 1735, p. 249.
- ^ Nello stesso periodo i Bolognesi furono sconfitti dai ghibellini, a Zappolino, il 25 novembre
- ^ 13 gennaio 1326: Carlo di Calabria accetta la nomina a signore di Firenze « Storia di Firenze
- ^ Morì due mesi dopo che era morto il suo avversario, Castruccio Castracani, anche lui morto in giovane età.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Edward Armstrong, L'Italia al tempo di Dante, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 235–296
- Romolo Caggese, Italia, 1313-1414, in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 296– 331
- Paul Fournier, Il regno di Borgogna o di Arles dall'XI al XV secolo, in Storia del mondo medievale, vol. VII, 1999, pp. 383–410
- Rosa Maria Dessì, Les spectres du Bon Gouvernement d'Ambrogio Lorenzetti. Artistes, cités communales et seigneurs angevins au Trecento, Paris, Puf, 2017
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo, duca di Calabria
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Angiò, Carlo d', detto l'Illustre, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Angiò, Carlo d'- (duca di Calabria), su sapere.it, De Agostini.
- Giuseppe Coniglio, ANGIÒ, Carlo d', detto l'Illustre, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 95401701 · ISNI (EN) 0000 0000 6862 3459 · CERL cnp01179837 · GND (DE) 138773793 |
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