Carme XXXVI

Voce principale: Liber (Catullo).

Il Carme XXXVI è un componimento in endecasillabi faleci appartenente al genere delle nugae, “bagatelle”, una poesia di carattere leggero, scherzoso e disimpegnato, di semplice intrattenimento. Le interpretazioni possibili del Carme XXXVI sono varie: si pensa ad uno scherzo arguto con cui i due giovani si riconciliano dopo un periodo di distacco. La donna amata aveva promesso di sacrificare a Vulcano “i versi eccellenti del peggior poeta” se Catullo le fosse stato restituito e avesse smesso di gettarle contro i feroci giambi. La promessa viene mantenuta e, come oggetto sacrificale, vengono scelti gli Annali di Volusio, autore non ammirato da Catullo e di cui possediamo poche notizie. Un'altra interpretazione valida vuole che il pessimus poeta coincida con Catullo stesso, autore di electissima carmina e pessimo secondo il pensiero di chi viene colpito dai suoi giambi. Dunque il tema principale è la riconciliazione con Lesbia. Nel componimento vengono impiegati vari registri letterari, con la prevalenza dello stile elevato; nonostante la presenza di termini bassi come taberna e cacata, i toni rimangono solenni. Il lessico adoperato è relativo al campo semantico della religione e si delinea un percorso linguistico attraverso l’impiego dei termini solvo, votum, voveo, sanctus, deus, divus e le divinità nominate.

(LA)

«Annales Volusi, cacata carta,
votum solvite pro mea puella.
Nam sanctae Veneri Cupidinique
vovit, si sibi restitutus essem
desissemque truces vibrare iambos,
electissima pessimi poetae
scripta tardipedi deo daturam
infelicibus ustulanda lignis.
Et hoc pessima se puella vidit
iocose lepide vovere divis.
Nunc o caeruleo creata ponto,
quae sanctum Idalium Uriosque apertos
quaeque Ancona Cnidumque harundinosam
colis quaeque Amanthunta quaeque Golgos
quaeque Durrachium Hadriae tabernam,
acceptum face redditumque votum,
si non illepidum neque invenustum est.
At vos interea venite in ignem,
pleni ruris et infacetiarum
annales Volusi, cacata carta.»

(IT)

«Annali di Volusio, sudicie carte,
sciogliete la promessa fatta dalla mia donna amata.
Infatti fece voto alla santa Venere e a Cupido
che, se io le fossi stato restituito
e se avessi rinunciato a scagliarle contro feroci giambi,
avrebbe offerto al dio zoppo i versi eccellenti del peggior poeta,
da bruciare con legna sterile.
La peggior donna pensò
di fare un voto agli dei per un gioco scherzoso.
Ebbene, tu che sei generata dall’azzurro mare,
tu che abiti il santo Idalio ed Uria aperta al vento,
Ancona e Cnido ricca di canne,
Amatunta, Golgi e Durazzo, bettola dell’Adriatico,
considera accettato il voto e ricambiato,
se non è privo di spirito e di garbo.
E voi intanto venite sul fuoco,
pieni di cafonaggine e balordaggine
annali di Volusio, sudicie carte.»

  • M. Lechantin De Gubernatis, Catullo, Carmina selecta, Loescher Editore, Torino 1972. ISBN non esistente

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