Carre (città antica)

Carre
Carrhae
Rovine della città di Carre
CiviltàAssiri
UtilizzoCittà
Localizzazione
StatoTurchia (bandiera) Turchia
DistrettoHarran
Mappa di localizzazione
Map
Mappa di localizzazione: Turchia
Carre
Carre
Posizione di Carre in Turchia
Mappa dei principali siti del Vicino Oriente nel II millennio a.C.

Carre (latino: Carrhae) è un'antica città della Mesopotamia settentrionale corrispondente all'odierna Harran, in Turchia. La città, già Ḫarrānu per gli Assiri, poi Carrhae per i Romani, venne identificata come Ḥarrān (حرّان) a seguito della conquista araba nel VII secolo.

Città di antichissime origini e sede del culto della luna[1][2], nella valle del fiume Balikh, fu l'ultima capitale degli Assiri sotto Assur-uballit II e la sua caduta segnò la fine definitiva dell'Assiria come nazione indipendente (609 a.C.; a differenza delle capitali storiche dell'Assiria, Assur caduta nel 614 a.C. e Ninive conquistata nel 612 a.C., Harran non fu rasa al suolo dai conquistatori Medi e Caldei).

In seguito, la città divenne colonia dei Macedoni[3] e per lungo tempo indipendente, formando uno stato cuscinetto tra i Parti e i Romani, i cui sovrani, della dinastia araba degli Abgaridi, erano formalmente vassalli dei Parti. Nei pressi della città si combatté la battaglia di Carre il 9 giugno del 53 a.C., in cui Marco Licinio Crasso fu sconfitto, catturato e ucciso dal generale parto Surena, in una delle più disastrose sconfitte romane.

La città si trovò sul confine romano dei Parti e poi dei Sasanidi, e fu luogo di diversi episodi delle guerre romano-persiane, e qui l'imperatore romano Caracalla fu assassinato (217); fu conquistata da Ardashir I nel 238 e riconquistata nel 243 dall'imperatore Gordiano III; conquistata ancora da Sapore I dopo la cattura dell'imperatore Valeriano (260), fu riconquistata dal generale semi-indipendente Settimio Odenato (264); nei pressi si combatté la battaglia di Callinicum, in cui l'imperatore romano Galerio fu sconfitto (296).

Fu sede dell'omonima diocesi, attualmente sede titolare.

Sasanidi e Romani si sono alternati nel dominio della città in più occasioni fra il IV ed il VI secolo. Il generale persiano Shahrbaraz completò la conquista dell'Oshroene un'ultima volta per i Sasanidi intorno al 610.[4] La città passò sotto il controllo romano dopo l'offensiva dell'imperatore Eraclio nel 620 per un periodo molto breve, prima di essere rilevata dalla nuova potenza emergente, i Rashidun. Nel 640 (19 del calendario islamico), Carrhae fu conquistata dal generale arabo musulmano 'Iyāḍ b. Ghanm.[5]

Carre nella Bibbia

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« Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono. »   ( Gn 11,31, su laparola.net.)

Carre è identificata con la città di Carran[6][7] di cui si parla nella Genesi come il luogo in cui si stabilì Abramo con la sua famiglia, dopo essere partito da Ur.

Carran è menzionata anche nel discorso di santo Stefano protomartire in Atti 7:1-3[8].[9]

  1. ^ SIN in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 25 dicembre 2017.
  2. ^ Testi inediti - Alberto Fratini, in Alberto Fratini. URL consultato il 25 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2017).
  3. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XXXVII, 5.5.
  4. ^ G. Geatrex, The Roman Eastern Frontiers and the Persian Wars – Part II AD 363–630, Rootledge, 2002, pp. 185-186.
  5. ^ Walter Kaegi, Byzantium and the Early Islamic Conquests, Cambridge University Press, 2005 (edizione digitale) [1992], p. 172.
  6. ^ Teodoreto di Cirro, Antonino Gallico, Storia di monaci siri, Città Nuova, 1995, p. 204, ISBN 978-88-311-3119-3..
  7. ^ Daniela Ciocca, Tina Ferri, Giacobbe (PDF), in Narrami o Musa, A. Mondadori Scuola, p. 36. URL consultato il 30 marzo 2012.
  8. ^ Atti 7:1-3, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ (EN) Bibbia di re Giacomo, ibro degli Atti, capitolo 7, su kingjamesbibleonline.org, 1611. Note: le concordanze testuali dei singoli versi sono indicate nelle note apposte ai margini laterali destro e sinistro.

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