Castello di San Servolo
Castello di San Servolo | |
---|---|
![]() | |
Ubicazione | |
Stato attuale | ![]() |
Città | Capodistria |
Coordinate | 45°35′22.22″N 13°51′38.67″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Castello medievale |
Inizio costruzione | IX secolo |
voci di architetture militari presenti su Wikipedia | |
Il castello di San Servolo (Grad Socerb o Strmec in sloveno, Schloss Sankt Serff in tedesco) si trova in Slovenia nel comune di Capodistria, a poca distanza dal confine italo-sloveno; è una rocca costruita su una rupe a più di 350 m sulla piana di Zaule.[1][2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]
Venne costruito per difendere il territorio dagli Ungari; il nucleo iniziale risale presumibilmente al IX secolo, e poi ampliato nel corso dei secoli. Fu teatro di molte battaglie e, in particolare, di quelle tra gli austriaci e i veneziani all'inizio del XVI secolo per il controllo del commercio del sale che si produceva nelle saline di Zaule e transitava lungo la Val Rosandra.
Fu proprietà dei veneziani dal 1463 al 1511 che lo usavano come estrema difesa dai Turchi e dall'Impero Austriaco. Nel 1521 ne divenne poi proprietario il capitano triestino e nobile Nicolò Rauber; come sede del capitanato feudale con diritti circondariali estendeva il proprio controllo su un territorio piuttosto vasto, comprendendo, oltre al villaggio stesso di San Servolo (Socerb) e Castel (Kastelec), anche Cernotti (Črnotiče), Piedimonte d'Istria (Podgorje), Petrinje, Klanec, Ocizla, Becca (Beka), Prebeneg, Vodice e San Sergio (Črni Kal).
All'inizio del XVII secolo, durante la guerra degli Uscocchi (1615-1617), il castello fu del nobile triestino Benvenuto Petazzi; i conti Petazzi mantennero il capitanato di Socerb fino al 1688, quando lo restituirono all'arciduca di Graz per trasferirsi a Zaule. Nel 1689 il castello fu visitato, descritto e raffigurato dallo storico Janez Vajkard Valvasor. Nella prima metà del XVIII secolo il capitanato di Socerb passò nelle mani dei marchesi de Priè; nel 1768 fu acquistato dai conti Montecuccoli di Modena che ne mantennero la proprietà anche dopo l'abolizione della servitù della gleba nel 1848. A causa dei danni dovuti a un incendio provocato nel 1780 da un fulmine, all'inizio del XIX secolo il castello cadde in rovina. I resti furono descritti nel 1823 dal conte Girolamo Agapito e ne venne realizzato un dipinto nel 1842 da August Tischbein. Quello che rimaneva del castello fu acquistato nel 1907 dal barone triestino Demetrio Economo che lo ristrutturò nel 1925[1] sanando il muro di cinta e rimuovendo le altre rovine. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo della lotta di liberazione, grazie la posizione strategica, venne usato come sede da parte di milizie partigiane prima e dall'esercito tedesco dopo che lo conquistò nell'autunno del 1944. Nel dopoguerra fu nuovamente ristrutturato e ha assunto un'importanza storica e un interesse prettamente turistico.

Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Il castello di San Servolo - Istria Culture, su www.istria-culture.com. URL consultato il 26 novembre 2019.
- ^ Il castello di San Servolo | quitrieste, su quitrieste.it. URL consultato il 26 novembre 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- La tradizione martiriale tergestina. Storia, culto, arte - a cura di Vittorio Cian e Giuseppe Cuscito (1992)
- Il castello di Socerb e la Grotta Santa di San Servolo di Marisa Uberti, su duepassinelmistero.com.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castello di San Servolo