Chiesa di San Carlo ai morti
Chiesa di San Carlo ai morti | |
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La facciata della chiesa che chiude via Zanovello | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Treviglio |
Coordinate | 45°31′29.24″N 9°35′31.38″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | San Carlo Borromeo |
Ordine | Salesiani[N 1] |
Arcidiocesi | Milano |
Fondatore | Giuseppe Locatelli |
Architetto | Carlo Bedolini[N 2] |
Inizio costruzione | 1675 |
Completamento | 1685 circa |
Sito web | www.salesianitreviglio.it/wp/chi-siamo/chiesa-di-san-carlo/ |
La Chiesa di San Carlo ai morti sorge a Treviglio in via Zanovello.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1630 nella località dove ora sorge la chiesa, allora chiamata Gemone, venne creato un cimitero per seppellire i numerosi morti di peste[1]; inoltre, come monito per la popolazione e perché rimanesse memoria della pestilenza, venne eretta una colonna sormontata da un teschio, in viale del Partigiano. L’oratorio annesso al cimitero venne dedicato a san Carlo Borromeo, vescovo di Milano e riconosciuto santo anche per il suo eccezionale zelo nella cura degli appestati durante l’epidemia accaduta nel 1572 a Milano.[2] Inoltre non va dimenticato che, come accade in altre località della diocesi di Milano, la popolazione di Treviglio fu molto legata al cardinale poiché visitò la città nel 1583 e spostò la sede della Pieve ecclesiastica da Pontirolo a Treviglio[3]. In aggiunta a ciò, San Carlo si prodigò, nella stessa occasione, per il riconoscimento ufficiale del miracolo della Madonna delle Lacrime, venerata del santuario omonimo non distante dalla chiesa di San Carlo ai morti.[4]
Nel 1675 sul luogo di una più antica edicola espiatoria si iniziò la costruzione della chiesa di San Carlo in memoria dei morti della peste; l’inizio di tale costruzione fu consentita da un legato di Giuseppe Locatelli presente nel suo testamento del 9 ottobre 1674 rogato dal notaio bergamasco Antonio Baglioni. I lavori di costruzione dopo dieci anni non erano ancora terminati, infatti il cardinale Federico Visconti, nella visita pastorale del 1685, afferma che la chiesa non era ancora del tutto rifinita e perfezionata.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- Annotazioni
- Fonti
- ^ Barbara Oggionni, San Carlo e San Rocco, su comunitapastoraletreviglio.it. URL consultato il 2020/04/04 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2019).
- ^ a b autori vari, Chiesa San Carlo “ai Morti”, a cura di Barbara Oggionni, Treviglio, Centro Salesiano don Bosco, 2019, p. 11, ISBN non esistente.
- ^ Federica Biava, Pieve di San Martino e Santa Maria Assunta, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2020/04/04.
- ^ Storia del santuario, su comunitapastoraletreviglio.it. URL consultato il 2020/04/04 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2019).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Autori vari, Chiesa San Carlo “ai Morti”, a cura di Barbara Oggionni, Treviglio, Centro Salesiano don Bosco, 2019, ISBN non esistente.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Carlo, su salesianitreviglio.it. URL consultato il 2020/04/04 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2018).
- Barbara Oggionni, San Carlo e San Rocco, su comunitapastoraletreviglio.it. URL consultato il 2020/04/04 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2019).
- Federica Biava, Pieve di San Martino e Santa Maria Assunta, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2020/04/04.