Chiesa di San Martino (Randazzo)

Chiesa di San Martino
Prospetto
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneSicilia
LocalitàRandazzo
IndirizzoPiazza San Martino - 95036 Randazzo (CT)
Coordinate37°52′36.8″N 14°56′36.06″E
Religionecattolica
Diocesi Acireale
Stile architettonicoGotico - normanna
Inizio costruzione1214

La chiesa di San Martino è un luogo di culto in stile gotico - normanno ubicato nel quartiere e piazza omonimi della cittadina di Randazzo.[1]

Epoca bizantina

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Secondo la tradizione l'edificio sorge sull'area occupata da un preesistente luogo culto risalente al V secolo. Area ove si insediarono le popolazioni lombarde, giunte al seguito dei Normanni per la riconquista dell'isola.

Epoca normanno - sveva

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Il campanile per stile è collocabile in epoca normanna.

Nel XIII secolo il corpo principale fu ampliato comprendendo tre navate. Nel XIV secolo fu addossata una quarta navata a meridione, coll'intenzione di completare l'insieme con l'aggiunta du una quinta navata uguale sul lato settentrionale.

Epoca aragonese

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Frizioni campanilistiche tra i Lombardi stanziati nel quartiere di San Martino, i Greci insediati nel quartiere di San Nicola, i Latini stanziati attorno alla chiesa di Santa Maria. Il 15 maggio 1469, l'archimandrita Leonzio Crisafi pose fine alla lunga contesa circa la preminenza in ambito cittadino che ogni tempio vantava, pronunciando una piena equiparazione tra essi, stabilendo che ciascuno avrebbe esercitato a turno e per un anno, il diritto di preminenza. Il 24 gennaio 1493, il viceré di Sicilia Ferdinando de Acuña y de Herrera, conte di Buendía, emanò un'ulteriore direttiva che confermava l'equiparazione.

Epoca spagnola

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È documentato sul Libro Rosso il passaggio da Randazzo dell'imperatore Carlo V reduce dalla campagna di Tunisi dopo le trionfali accoglienze a Trapani e Palermo sulla strada per Messina, evento avvenuto il 17 ottobre 1535.

Al Libro Rosso, alla sua custodia presso la chiesa considerata sede dell'archivio storico cittadino a alla figura dell'imperatore fanno riferimento eventi che ebbero profonde ripercussioni a Randazzo. Sul finire del 1538 le truppe spagnole ammutinate lasciate a custodia de La Goletta dopo la Presa di Tunisi, si ribellarono per questioni di mancati pagamenti. Gran parte delle guarnigioni abbandonarono il presidio e navigarono alla volta della vicina Sicilia.[2][3] A titolo preventivo, per motivi di sicurezza furono confinati sull'isola di Lipari, ma contravvenendo alle disposizioni impartite dal viceré di Sicilia Ferrante I Gonzaga, gli ammutinati sbarcarono a Messina per essere immediatamente respinti.

Dopo disordini provocati a Castania e Faro si impossessarono e depredarono i centri di Monforte e Santa Lucia del Mela, per poi commettere ulteriori razzie a Castroreale. A Randazzo è documentata la distruzione dell'archivio storico custodito nel tempio. Col tentativo di mediazione svoltosi a Milazzo e dopo il giuramento convenuto col patto siglato a Linguaglossa, nonostante i pagamenti effettuati a saldo dei compensi pattuiti, il viceré chiamò in rassegna con pretesti vari i capi dei sediziosi, facendoli strangolare rispettivamente a Messina, Militello, Vizzini, Lentini e altre località.

Nel settembre 1540 la chiesa acquistò il miracoloso Crocifisso destinato ad altro paese da Giovanni Antonio Matinati scultore di Messina.

Epoca borbonica

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(LA)

«THOMAS MONCADA ARCHIE(PISCO)PVS MESSANENSIS
QVI HOC TEMPLVM S(ANCTI) MARTINI VRBIS RANDATIJ CONSECRAVIT ANNO MDCCXLVI MENSE (DECEM)BRIS DIE XXI
PRO ANNIVERSARIO VERO DIEM XXI OCTOBRIS ASSIGNAVIT
»

(IT)

«...»

Nel 1751, assieme alla chiesa di Santa Maria Assunta e alla chiesa di San Nicola, fu insignita del titolo di collegiata,[1][4] con facoltà di elezione delle Dignità Capitolari, concessione dei privilegi canonicali, compresa la cappa di coro e il manto d'ermellino, privilegi confermati dalla Santa Sede nel 1785.

Epoca contemporanea

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Il diritto di preminenza si prolungò fino al 1936, anno in cui monsignor Salvatore Russo, vescovo di Acireale, decise di attribuire il titolo di matrice alla chiesa di Santa Maria.

Nei giorni 6 - 7 - 8 - 9 - 11 agosto 1943, i bombardamenti anglo-americani colpirono in pieno il monumento arrecando notevoli danni e distruggendo le quattro navate originarie.

  1. ^ a b Pagina 416, Vito Amico - Gioacchino di Marzo, "Dizionario topografico della Sicilia" [1], Salvatore di Marzo Editore, Volume secondo, Seconda edizione, Palermo, 1858.
  2. ^ Pagina 105 - 107, Giovanni Evangelista di Blasio Gambacorta, "Storia cronologica de vicerè, luogotenenti, e presidenti del Regno di Sicilia" [2], Volume 2, Palermo, 1790.
  3. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 126.
  4. ^ Pagine 3, 5, 10, Giuseppe Plumari, "Orazione funebre per i solenni funerali di Ferdinando I re del Regno delle Due Sicilie, celebrati nelle collegiate di Randazzo." [3], Randazzo, 10 - 11 - 12 febbraio 1825.
    • W. Leopold, "Sizilianische Bauten des Mittelalters in Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia und Randazzo", Berlin, Wasmuth, 1917.
    • W. Leopold, "Architetture del Medioevo in Sicilia a Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia e Randazzo", traduzione di Annamaria Leopold, contributi di Annamaria Leopold, Rocco Lombardo, Renata Prescia e Gaetano Scarpignato, Enna, Il lunario, 2007 (stampa 2006).
    • G. Scarpignato, "Walther Leopold e l’architettura del medioevo in Sicilia a Enna, Piazza Armerina, Nicosia e Randazzo. Contributo biografico e critico", in «W. Leopold, Architetture del Medioevo in Sicilia a Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia e Randazzo, traduzione di Annamaria Leopold, contributi di Annamaria Leopold, Rocco Lombardo, Renata Prescia e Gaetano Scarpignato, Enna, Il lunario, 2007 (stampa 2006)», pp. 29-73.

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