Chiesa di Santa Clara (Pavia)
Chiesa di Santa Clara | |
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La facciata | |
Stato | Italia |
Località | Pavia |
Coordinate | 45°10′55″N 9°09′51″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Madonna delle Grazie |
Consacrazione | XIII secolo |
Completamento | 1476 |
La chiesa di Santa Clara era una chiesa di Pavia.
La chiesa era inserita in un monastero francescano femminile e diventerà sede del centro policulturale del comune di Pavia[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le prime notizie del monastero risalgono al 1244[2], l’ente, che era affidato alle monache cistercensi, era noto come “Santa Maria de Ortis”, perché l’area in cui sorgeva, vicina alle mura, era ricca di orti. La comunità era proprietaria di vasti beni nella parrocchia di San Primo e a Marcignago e ottenne privilegi da Gian Galeazzo nel 1387[3]. Nel 1474[4] nel monastero si insediarono le monache francescane osservati e il cenobio, pur mantenendo l’originaria dedicazione alla Madonna delle Grazie, cominciò a essere chiamato Santa Clara. Nel 1782 l’ente venne soppresso dal governo delle Lombardia austriaca e divenne sede del collegio Calchi, da poco trasferito da Milano a Pavia, i lavori di adattamento del complesso alle esigenze del collegio furono affidati a Leopoldo Pollack. Nel 1792 il collegio venne nuovamente portato a Milano e l’ex monastero divenne una caserma, destinazione d’uso che mantenne fino al 1935[3], quando il complesso fu acquistato dal comune di Pavia.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa fu ultimata nel 1476, come riportato nell’iscrizione posta sulla lunetta d’ingresso (ora conservata presso i Musei Civici di Pavia), si presenta ad aula unica, raccordata alla precedente chiesa delle cistercensi, trasformata in cappella per le monache di clausura e dove si conservano numerosi affreschi quattrocenteschi, alcuni opera di Lorenzo Fasolo[5]. Nel 1886 le autorità militari ingrandirono la porta della ex chiesa e, ai suoi lati, aprirono due finestre. A nord della chiesa si trova un grande chiostro, realizzato tra il 1476 e il 1493, che misura 30 x 40 m.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Restauro del monastero di Santa Clara, Pavia, su wearch.eu.
- ^ monastero di Santa Maria de Ortis, su lombardiabeniculturali.it.
- ^ a b PAVIA - IL MONASTERO DI SANTA CLARA, su paviaedintorni.it.
- ^ L'Archivio storico racconta - Il monastero di Santa Clara di Pavia, su biblioteche.comune.pv.it. URL consultato il 3 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2021).
- ^ Stefano Manavella, Stefano Manavella, "La prima attività di Lorenzo Fasolo (e una proposta per Giacomino Vismara)", in "PARAGONE. ARTE", Anno LXIX-Terza serie-Numero 141 (823) Settembre 2018, in Stefano Manavella, "La prima attività di Lorenzo Fasolo (e una proposta per Giacomino Vismara)", in "PARAGONE. ARTE", Anno LXIX-Terza serie-Numero 141 (823) Settembre 2018, 1º gennaio 2018. URL consultato il 26 gennaio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- E. Barbieri, Il monastero pavese di Santa Maria “de Ortis” (secoli XIII-XIV). Storia monastica ligure e pavese. Studi e documenti, Cesena, 1982, Italia benedettina, 5, pp. 405-437.
- L. Giordano, M. Visioli, R. Gorini, L. Baini, P. L. Mulas, C. Fraccaro, L'architettura del Quattrocento e del Cinquecento, in Storia di Pavia, III/3, L'arte dall'XI al XVI secolo, Milano, Banca Regionale Europea, 1996, pp. 671-874.
- G. Forzatti Golia, Istituzioni ecclesiastiche pavesi dall'età longobarda alla dominazione visconteo-sforzesca, Roma, Herder, 2002.
- G. Bozzini, Inediti affreschi in Santa Clara a Pavia: studi alla luce della circolazione di modelli seriali nella Lombardia di fine Quattrocento, in "Arte Lombarda", CLXXXIV (2018), n. 3, pp. 31-48.
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