Cicogna (araldica)

In araldica la cicogna simboleggia la pietà filiale, come ritenuto dai Romani e dai Greci, che la consacrarono a Giunone.^[1] I Romani chiamarono lex ciconiaria, dal suo nome, la legge che imponeva ai figli l'obbligo di assistere i vecchi genitori. Quando porta in bocca l'origano è simbolo di medicina, perché si credeva che tale pianta rendesse la salute. È anche intesa come simbolo di alta virtù perché nota come accanita distruttrice di serpi, che a loro volta rappresentano i vizi dell'umanità.

Nelle rappresentazioni araldiche è talora confusa con la gru, dalla quale si differenzia per la lunghezza del becco o, secondo altri^[2], per non avere la zampa destra levata e per portare il collo alquanto indietro (ritirato). Abitualmente è rappresentata con il collo ritirato.

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  Tre cicogne d'argento con l'origano in bocca (stemma della Facoltà di medicina di Parigi)
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  Cicogna con la zampa alzata (Gerstungen, Germania)
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  Cicogne con la zampa alzata (freguesia di Martim Longo, Alcoutim, Portogallo)
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  Cicogna col volo spiegato (Lel'čycy, Bielorussia)
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  Cicogna col volo spiegato (Stolin, Bielorussia)
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  Cicogna posata su un edificio (Löbnitz, Germania)
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  Due cicogne al naturale affrontate (Výčapy, Repubblica Ceca)
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  Lehmrade, Germania
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  Peterslahr, Germania
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  Koberg, Germania
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  Cicogna al naturale con la zampa alzata (Bergenhusen, Germania)
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  Cicogna tenente nel becco un serpe di verde (Savoillan, Francia)
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  Cerignola, Italia
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  Contea di Heves, Ungheria

• Marc'Antonio Ginanni, L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756, p. 55.
• Luigi Volpicella, Dizionario del linguaggio araldico italiano, a cura di Girolamo Marcello del Majno, presentazioni di Luigi Michelini di San Martino et al., disegni dell'autore, Udine, Paolo Gaspari, 2008 [concluso negli anni 1940], ISBN 88-7541-123-9, SBN MIL0767647.

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