Clinton (vitigno)

Clinton
Dettagli
Sinonimicrinto, grintón
Paese di origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Colorenero
Bandiera dell'Italia Italia
Regioni di coltivazioneVeneto
Ampelografia
Degustazione

Il Clintón (in veneto anche crinto o grintón) è un vitigno ibrido a bacca nera, da cui ha preso nome l'omonimo vino speciale rosso.

Caratteristiche

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Importato in Europa intorno al 1920 dall'America in seguito alla invasione della fillossera cui è resistente, è inoltre poco attaccata dalle malattie crittogamiche.

È un ibrido produttore diretto (non innestato), incrocio tra la Vitis labrusca e la Vitis riparia.

Ne sono conosciute due varietà, ben distinguibili dal grappolo, il Clinto dal grappolo più regolare, cilindrico e più piccolo, con acini più regolari, dal gusto un po' più morbido e il Clintòn (grande Clinto) dal grappolo sparso, più grande e con acini più grandi e irregolari, più duro da bere e più produttivo. Vengono spesso vinificati assieme. Come tutte le viti ibride americane ha un'elevata resistenza al terreno acido, e un'elevata resistenza alle malattie.

Se non è coltivato in luogo molto soleggiato (resiste molto all'ombra e all'umido) l'uva può avere bassa gradazione alcolica, il che lo rende di difficile conservazione, oltre la primavera. Ha un colore violaceo intenso che lascia una traccia densa nelle bottiglie e nei bicchieri e una macchia particolare sulle tovaglie, un forte profumo fruttato e un inconfondibile aroma (detto "volpino") che non è gradito a molti.

Il Clinto o "piccolo Clinto" è diverso dal Clintòn nella struttura della pianta, nel grappolo, nel gusto dell'uva più gradevole, nel gusto più amabile del vino. Alcuni estimatori lo considerano superiore al Clintòn. A Imponzo si registrò la maggior produzione negli anni '50 del XX secolo, con una quantità di 80 000 litri.[1]

Vite ibrida, produttrice diretta (non innestata), originaria della Francia, incrocio di Vitis vinifera con Vitis riparia. Preferisce suolo neutro o acido, sopporta l'umido. La vite è coltivata nelle stesse condizioni in cui è coltivato il Clintòn.

Vino un tempo diffusissimo, attualmente dimenticato. Più gentile del Clinton, dal gusto meno deciso, vite a produttività elevata, assai precoce, fattore utile nella vendemmia, poteva venire utilizzato per il taglio con altri vini grazie alla possibilità di acquisirne i profumi ed il colore. [2]

La proibizione del Clinton

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La commercializzazione come "vino" (denominazione secondo le norme UE esclusivamente riservata ai prodotti della Vitis vinifera pura), dei produttori diretti o ibridi, con altre specie, è vietata in Italia sin dal 1931 (l'ultima regolamentazione in materia risale al 1987) e oggi in tutta l'Unione europea (Regolamento CE n. 1493/1999) come misura di protezione commerciale nei confronti dei prodotti enologici della Vitis vinifera, salvo alcuni permessi particolari[3] di coltivazione in territori definiti, come anche per il Fragolino.

La legge italiana impone l'estirpazione della vite[4], ma manca un decreto applicativo; inoltre (in contraddittorio) alcune leggi regionali (ad esempio in Veneto) ne consentono la coltivazione ma non la commercializzazione.

Ciò non toglie che la vendita, o il consumo, come prodotto alcolico di fermentazione (senza citare la parola "vino") è alquanto estesa in tutta Europa, soprattutto nei paesi nordici. Anche in Italia il vitigno è ancora molto coltivato, e il prodotto fermentato è consumato e diffuso fuori dal mercato formale del "vino", anche in territori in cui la coltivazione non è regolamentata da leggi regionali. Molti intenditori infatti lo ricercano per il suo sapore unico.

  1. ^ Mario Soldati, Vino al vino, a cura di Bruno Falcetto, Stefano Ghidinelli e Domenico Scarpa, Milano, Mondadori, 2006, p. 250.
  2. ^ Giampiero Rorato: I Vini proibiti
  3. ^ Il fragolino - Storia e leggi di un vitigno
  4. ^ Legge 4/11/1987 n° 460 di conversione del D.L. 7/9/1987 n° 370

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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