Cloruro di clormequato

Cloruro di clormequato
Formula del cloruro di clormequato
Formula del cloruro di clormequato
Modello tridimensionale del cloruro di clormequato
Modello tridimensionale del cloruro di clormequato
Nome IUPAC
cloruro di 2-cloroetil-trimetilammonio
Nomi alternativi
Chlormequat, Clormequat, clorocolina, CCC, Cycocel
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC5H13Cl2N
Peso formula (u)158,07[1]
Aspettopolvere bianca cristallina[1]
Numero CAS999-81-5
Numero EINECS213-666-4
PubChem13836 e 91693747
SMILES
C[N+](C)(C)CCCl.[Cl-]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,141[1]
Solubilità in acqua> 1000 g/l[1]
Temperatura di fusione245 °C (518 K) dec[1]
Proprietà tossicologiche
DL50 (mg/kg)600 mg/kg oral rat[1]
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta
pericolo
Frasi H302 - 311 [1]
Consigli P280 - 301+310 - 302+352 - 312 [1]

Il cloruro di clormequato (nome ISO) o cloruro di 2-cloroetil-trimetilammonio è un sale di ammonio quaternario di formula [ClCH2CH2N(CH3)3]Cl.[2] Il composto è noto anche con i nomi abbreviati clormequato o chlormequat (inglese) omettendo di specificare l'anione cloruro. A temperatura ambiente si presenta in forma di polvere bianca cristallina igroscopica, facilmente solubile in acqua ed etanolo.[1] È uno dei più importanti fitormoni, sostanze usate per influenzare i processi di crescita delle piante.[3] Il clormequato agisce come inibitore della biosintesi della gibberellina, ottenendo così un allungamento cellulare ridotto, con steli più spessi e robusti, in modo da facilitare la raccolta di colture di cereali.[4]

Il composto fu preparato per la prima volta nel 1927 da Sigmund Fränkel e Klara Nussbaum, facendo reagire 1,2-dicloroetano e trimetilammina.[5][6] Il procedimento di sintesi è tuttora in uso.[3]

Nel 1960 Nathan E. Tolbert pubblicò una serie di articoli riportando come il cloruro di clormequato e altre sostanze di struttura simile modificavano la crescita delle piante producendo in generale steli più corti. Nel caso del grano gli steli erano anche più spessi e le foglie più larghe e verdi.[7]

Nel 1962 il composto fu registrato negli Stati Uniti come regolatore della crescita delle piante, ma l'uso fu inizialmente ristretto a piante ornamentali in serra. Nel 2006 ne fu esteso l'uso a vivai, e nel 2023 la Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente ne ha proposto l'uso in colture alimentari come orzo, avena, e grano.[8][9]

In Europa il cloruro di clormequato è usato in agricoltura, principalmente nella coltivazione del grano per evitare fenomeni di allettamento.[3] Le quantità di prodotto utilizzabili sono regolate dal regolamento (UE) 2022/1290, dove sono indicati i livelli massimi di residui (LMR) in frutta, ortaggi freschi, legumi secchi, cereali, spezie, carni, latte, uova e altri prodotti alimentari.[10]

Tossicità / Indicazioni di sicurezza

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La tossicità del cloruro di clormequato è stata ampiamente studiata;[11] in base ai risultati ottenuti su animali si stima che per gli esserI umani la dose giornaliera accettabile (DGA) sia compresa nell'intervallo 0-0,05 mg/kg. Non sono stati osservati effetti tossici sulla riproduzione di animali con dosi fino a NOAEL = 69 mg/kg di peso corporeo x giorno, mentre dosi molto più elevate (230 mg/kg giornalieri) hanno provocato disturbi alla fertilità. Tutti i test effettuati indicano che il composto non è né mutagenocarcinogeno.[1]

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