Concilio di Aquisgrana

Con il nome di Concilio di Aquisgrana si intendono una serie di importanti concili qui svoltisi durante il Medioevo.

Nel concilio del 798, Carlo Magno promulgò un importante capitolare composto da 81 capitoli, in gran parte una ripetizione della precedente legislazione ecclesiastica, che fu accettato dal clero ed acquisì valore canonico.

Al Concilio del 799, dopo una disputa durata sei giorni, Felice, vescovo di Urgell in Spagna, si dichiarò vinto da Alcuino di York e ritrattò le sue teorie eretiche adozioniste.

La Chiesa franca adottò la filioque nel Credo (che contribuì allo scisma d'Oriente), anche se papa Leone III rifiutò di riconoscerla come valida (e la Chiesa di Roma non accettò questa aggiunta fino al 1014).

816, 817, 818 e 819

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La disciplina monastica ed ecclesiastica furono gli argomenti principali dei concili dell'816, dell'817, dell'818 e dell'819, da cui derivò la famosa Regula Aquensis resa obbligatoria in tutte le congregazioni di canonici e canoniche. Da questi concili derivò anche una nuova revisione della Regola di San Benedetto imposta ai monaci di questo ordine dal riformatore San Benedetto d'Aniane.

Il Concilio dell'836 fu, in gran parte, dedicato al ripristino della disciplina ecclesiastica che era stata gravemente menomata dalla guerra civile tra Luigi il Pio ed i suoi figli.

Tra l'860 e l'862, tre Concili si occuparono del divorzio tra il re Lotario II e sua moglie Teutberga.

Nel 1166 ebbe luogo il famoso concilio scismatico, approvato dall'Antipapa Pasquale III, in cui fu decretata la canonizzazione di Carlo Magno, che fu solennemente celebrata il 29 dicembre dello stesso anno.