Concilio di Vaison
Con il nome di Concilio di Vaison (in latino Concilium Vasense) sono noti due diversi concili provinciali dei vescovi della Provenza, uno tenutosi nel 442 e presieduto dal vescovo Auspicio, l'altro, più importante, nel 529 presieduto da San Cesario d'Arles. Vaison-la-Romaine è un'antica sede vescovile, vicina a Orange e ad Avignone.[1]
Concilio di Vaison del 442
[modifica | modifica wikitesto]Si tenne il 13 novembre 442, presieduto da Auspicio, vescovo di Vaison. Era presente Nettario, vescovo di Vienne che espose la fede secondo cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo hanno un'unica natura, un'unica potenza, un'unica divinità e un'unica virtù. Erano presenti anche sant'Ilario di Arles, san Cerazio di Grenoble e sant'Armentario di Grasse.[1]
Nei suoi dieci canoni stabilisce che non è necessario esaminare i vescovi gallicani per ammetterli alla comunione, ma è sufficiente accertarsi che non siano scomunicati (can. 1); che le offerte dei penitenti che muoiano senza ricevere i sacramenti possano essere tenute e che possano essere menzionati nelle messe e sepolti in terra consacrata (can. 2); che presbiteri e diaconi debbano ricevere il crisma dal proprio vescovo, a Pasqua (can. 3); che sia evitata qualsiasi familiarità con i nemici di Dio (can. 6); che sia difesa la reputazione di chi si prende cura degli orfani e degli infanti abbandonati (cann. 9 e 10).[1]
Concilio di Vaison del 529
[modifica | modifica wikitesto]Si svolse il 5 novembre 529 alla presenza di dodici vescovi, fra cui san Cipriano di Tolone, sotto la presidenza di san Cesario d'Arles. Nei suoi cinque canoni stabilisce che i presbiteri accolgano nelle loro case i giovani lettori per insegnare loro a cantare i salmi, a leggere e a studiare le Sacre Scritture (can. 1); che i presbiteri debbano predicare nella propria parrocchia e quando sono impossibilitati per malattia, i diaconi leggano le omelie dei Padri della Chiesa (can. 2); che il Kyrie eleison sia ripetuto frequentemente al Mattutino, a Messa e ai Vespri e che il Sanctus sia cantato tre volte alla Messa, anche in Quaresima e nelle Messe di requiem (can. 3); che si faccia menzione del papa a ogni Messa (can. 4); che al Gloria Patri segua sempre il versetto Sicut erat in principio, et nunc et semper et in seacula saeculorum (can. 5).[1]
Molte di queste prescrizioni si rifanno, anche esplicitamente, alla prassi vigente in Italia.[1]
Note
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Council of Vasons su McClintock and Strong Biblical Cyclopedia