Oppiano di Apamea
Oppiano di Apamea (in greco: Ὀππιανός, Oppianòs) (Apamea o Pella, seconda metà II sec. – dopo il 212?) è stato un poeta greco antico, vissuto durante il regno di Caracalla.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Oppiano, nativo di Apamea in Siria,[1] sarebbe vissuto durante il regno dell'imperatore Caracalla.
La sua opera, comunque, è spesso accreditata al precedentemente più noto Oppiano di Anazarbo in Cilicia; è possibile che il suo vero nome non fosse Oppiano e che divenne noto come tale dalla confusione dei due scrittori.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Ad Oppiano è attribuito, nei manoscritti, un poema in quattro libri sulla caccia (Cynegetica), dedicato a Caracalla, verosimilmente dopo il 211.
L'opera, di 2144 versi esametri, inizia, nel libro I,[2] dopo il topico proemio, con la descrizione del cacciatore ideale, della sua attrezzatura e dei cani da caccia. Nel libro II[3] il poeta si cimenta con la descrizione di svariati animali cacciabili con il cane: toro, cervo, antilope, gazzella, capra e pecora, elefante, rinoceronte, pantera, gatto, scoiattolo, riccio e toporagno, scimmia. La descrizione continua nel libro III,[4] che si apre con un secondo proemio: leone, leopardo, lince, orso, asino, cavallo, lupo e iena, tigre, cinghiale, porcospino, volpe, giraffa. Infine, nel libro IV ,[5] un proemio conclusivo apre la descrizione sulla caccia ai leoni, leopardi, orsi, gazzelle e volpi.
Il poema presenta una sovrabbondanza di similitudini che, spesso, assumono un tono quasi grottesco; inoltre risulta incompiuta, arrestandosi dopo alcune informazioni sulla sagacia delle volpi.
L'opera ebbe la sua editio princeps nel 1517 presso Aldo Manuzio a cura di Lorenzo Lippi da Colle; questa aldina conteneva anche gli Halieutica di Oppiano di Anazarbo. Sempre congiuntamente a quest'ultima ricevette la prima traduzione italiana in versi, da parte di Anton Maria Salvini, a Firenze nel 1728.
Sempre a Oppiano di Apamea si doveva forse un poema sulla caccia con il vischio, gli Ixeutikà in 3 libri, di cui resta solo una parafrasi in prosa composta da un certo Eutecnio in età medievale.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lui stesso si proclama nativo di tale città. Cfr. R. Cantarella, La letteratura greca dell'età ellenistica e imperiale, Firenze, Sansoni Accademia, 1969, p. 123.
- ^ Di vv. 538.
- ^ Di vv. 628.
- ^ Di vv. 525.
- ^ Di vv. 453.
- ^ A. Garzya, Sull'autore e il titolo del perduto poema sull'acupio attribuito ad Oppiano, in "Giornale Italiano di Filologia", n. 10 (1957), pp. 156-160.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Oppien d'Apamée, La Chasse, ed. crit. par P. Boudreaux, Paris, Les Belles Lettres, 1928.
- A. Garzya, Sull'autore e il titolo del perduto poema sull'acupio attribuito ad Oppiano, in "Giornale Italiano di Filologia", n. 10 (1957), pp. 156–160.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Oppiano di Apamea
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Oppiano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Augusto Rostagni, OPPIANO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Opere di Oppiano di Apamea, su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 100036127 · ISNI (EN) 0000 0000 9482 6743 · SBN RMLV019121 · BAV 495/44828 · CERL cnp01344310 · LCCN (EN) n2003032893 · GND (DE) 118736477 · BNE (ES) XX4981099 (data) · J9U (EN, HE) 987012183177105171 |
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