Czesława Kwoka
Czesława Kwoka (Wólka Złojecka, 15 agosto 1928 – campo di concentramento di Auschwitz, 12 marzo 1943) è stata una vittima dell'Olocausto polacca, nota per le fotografie che le sono state scattate dal detenuto Wilhelm Brasse durante la prigionia al lager di Auschwitz, dove fu deportata durante l'Olocausto in quanto appartenente al gruppo etnico dei polacchi, perseguitato dai nazisti al pari degli ebrei.
Le fotografie che la ritraggono sono divenute iconiche e sono state citate in vari libri e articoli, oltre che nelle numerose interviste fatte allo stesso Brasse.[1][2][3][4][5]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Czesława Kwoka nacque nel 1928 a Wólka Złojecka, un piccolo villaggio polacco, figlia di Katarzyna Kwoka, una donna cattolica, nata il 15 giugno 1893.[6][7] Insieme a sua madre (prigioniera numero 26946), Czesława (prigioniera numero 26947) fu deportata da Zamość al campo di concentramento di Auschwitz il 12 dicembre 1942.[7] Morì il 12 marzo 1943, all'età di 14 anni, meno di un mese dopo sua madre (18 febbraio 1943); le circostanze della sua morte non furono registrate.[7] Czesława Kwoka fu una dei circa 230.000 bambini e ragazzi di età inferiore ai diciotto anni che furono deportati ad Auschwitz-Birkenau tra il 1940 e il 1945.[8]
Le fotografie
[modifica | modifica wikitesto]Poco dopo il suo arrivo ad Auschwitz, Czesława è stata fotografata dal giovane detenuto polacco Wilhelm Brasse, incaricato dai nazisti di fotografare tutti i prigionieri sia frontalmente che di profilo.[1] Poco tempo prima della liberazione del campo, gli fu ordinato di distruggere tutte le fotografie e i loro negativi, ma Brasse riuscì comunque a salvarne alcune dall'oblio, tra cui il trittico fotografico di Czesława.[1][2][3][4]
Le fotografie ritraenti Czesława Kwoka, con le relative didascalie che la identificano in base al nome, numero di matricola, data e luogo di nascita, data di morte e età alla morte, appartenenza nazionale, etnica e religiosa e data di arrivo al campo,[2][3][7] sono attualmente esposte al museo statale di Auschwitz come parte di una mostra commemorativa permanente, intitolata Block no. 6: Exhibition: Life of the Prisoners, esistente dal 1955.[7][9]
Le foto della Kwoka sono mostrate anche sul sito web ufficiale del museo,[9] negli album e cataloghi pubblicati dal museo,[8] e nel film documentario televisivo polacco del 2005 The Portraitist, incentrato sulla figura di Brasse e trasmesso sul canale TVP1 e in numerosi festival cinematografici. Nel 2018, in occasione del 75º anniversario della sua morte, le fotografie di Czesława sono state colorate, con l'intento di avvicinare maggiormente le persone al dramma dell'Olocausto.[10]
I ricordi di Brasse
[modifica | modifica wikitesto]Brasse ricordava nei minimi particolari di quando, come uno dei fotografi del campo, gli ordinarono di fotografare la giovane ragazza Czesława Kwoka, e raccontò quell'episodio nel film documentario The Portraitist, oltre che in un resoconto corroborato dal corrispondente della BBC Fergal Keane, che intervistò Brasse sulla sua esperienza al campo in un articolo intitolato Returning to Auschwitz: Photographs from Hell, pubblicato su Mail Online in occasione della première del film a Londra.[1]
Visitando la mostra commemorativa del museo statale di Auschwitz-Birkenau nel Blocco n.6, Keane ha descritto le emozioni provate nel vedere le fotografie della Kwoka.[1]
«Per giorni dopo aver visto le fotografie, non potevo scrollarmi di dosso l'espressione della ragazza. Ha circa 14 anni e guarda direttamente la fotocamera. La ragazza è arrivata solo di recente al campo. Sul suo labbro inferiore c'è un taglio. I suoi occhi fissano direttamente l'obiettivo e la paura si tramanda da sola attraverso i decenni. Ma fino a quando Wilhelm Brasse non mi ha raccontato la sua straordinaria storia, non avevo idea di come la fotografia fosse stata scattata. La sua voce trema mentre racconta ciò che accadde:
Era così giovane e così terrorizzata. La ragazza non capiva perché fosse lì e non capiva cosa le stessero dicendo. Allora una donna Kapo (una detenuta sorvegliante) prese un bastone e la colpì in faccia. Quella donna tedesca stava solo sfogando la sua rabbia contro la ragazza. Una ragazza così bella, così innocente. Lei pianse, ma non poté fare nulla. Prima che la fotografia fosse scattata, la ragazza si asciugò le lacrime e il sangue dal taglio sul labbro. A dire la verità, mi sentivo come se fossi stato colpito io stesso, ma non potevo intromettermi. Sarebbe stato fatale per me. Non potevi dire assolutamente nulla.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Fergal Keane, Returning to Auschwitz: Photographs from Hell, in Mail on Sunday, Mail Online (Evening Standard & Metro Media Group), 7 aprile 2007. URL consultato il 25 luglio 2019.
- ^ a b c Janina Struk, I will never forget these scenes', in guardian.co.uk, Guardian Media Group, 20 gennaio 2005. URL consultato il 25 luglio 2019.«The Nazis at Auschwitz were obsessed with documenting their war crimes and Wilhelm Brasse was one of a group of prisoners forced to take photographs for them. With the 60th anniversary of the death camp's liberation approaching [in January 2005], he talks to Janina Struk. ... Sitting in a small, empty, dimly lit restaurant in his home town of Żywiec in southern Poland, Brasse, now 87 years old and stooped from a severe beating in the camp, recalls his bitter experiences of Auschwitz. ... Thanks to the ingenuity of [Darkroom worker Bronislaw] Jureczek and Brasse, around 40,000 of [the photographs] did survive, and are kept at Auschwitz museum.»
- ^ a b c Janina Struk, Photographing the Holocaust: Interpretations of the Evidence, New York and London: I.B.Tauris, 2004, 2003, ISBN 978-1-86064-546-4. (Google Books) provides hyperlinked "Preview".)
- ^ a b Ryan Lucas (Associated Press Writer), Auschwitz Photographer, Wilhelm Brasse, Still Images, in Imaginginfo.com, Cygnus Business Media, 8 luglio 2008. URL consultato il 25 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2007).
- ^ Marc Shoffman, The Auschwitz Photographer, in TotallyJewish.com, Jewish News Online, 15 marzo 2007. URL consultato il 25 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2008).«A Polish photographer, who was ordered to take pictures of concentration camp inmates during the Second World War, will visit London for the first time this week to see a film of his work [The Portraitist].»
- ^ Katarzyna Kwoka - Faces of Auschwitz, su facesofauschwitz.com.
- ^ a b c d e Kwoka: Czesława Kwoka [collegamento interrotto], su Auschwitz-Birkenau Memorial and Museum, Auschwitz-Birkenau State Museum, Polonia. URL consultato il 25 luglio 2019.«Kwoka, Czeslawa: Wolka Zlojecka b.1928-08-15 (Wolka Zlojecka), died 1943-03-12, denomination:katholisch. ... Kwoka, Katarzyna: Wolka b.1896-04-01 (Wolka), died 1943-02-18, denomination:katholisch. [Didascalie contenute nei cosiddetti "libri della morte" del campo di concentramento di Auschwitz]»
- ^ a b To Forget about Them Would Be Unthinkable – The Youngest Victims of Auschwitz: A New Album Devoted to the Child Victims of the Auschwitz Camp, in Latest News (1999–2008), 6 giugno 2003. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2006).
- ^ a b Block no. 6: Exhibition: The Life of the Prisoners, su auschwitz.org.pl, Auschwitz-Birkenau State Museum, Polonia, 5 ottobre 2006. URL consultato il 25 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2007).«Part of the exhibition in Block 6. In this block, there is a presentation of the conditions under which people became concentration camp prisoners and died as a result of inhumanly hard labor, starvation, disease, and experiments, as well as executions and various types of torture and punishment. There are photographs here of prisoners who died in the camp, documents, and works of art illustrating camp life. [Dipartimento mostre di Auschwitz I, fotografia di Ryszard Domasik] Copyright ©1999-2008 Auschwitz-Birkenau State Museum, Polonia.»
- ^ An artist created a colored photo of a young girl killed in Auschwitz ─ Twitter Moments
Altri progetti
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