Diabolicamente tua

Diabolicamente tua
Titolo originaleDiaboliquement vôtre
Paese di produzioneFrancia, Italia, Germania Ovest
Anno1967
Durata93 min
Rapporto1,66:1
Generegiallo, thriller
RegiaJulien Duvivier
SoggettoLouis C. Thomas
SceneggiaturaRoland Girard, Jean Bolvary, Julien Duvivier, Paul Gégauff
ProduttoreRaymond Danon
Casa di produzioneComacico, Eichberg-Film, Igor Film, Les Films Copernic, Lira Films, Pegaso Films, Société Nouvelle de Cinématographie, Valoria Films
Distribuzione in italianoEuro International Films (1968)
FotografiaHenri Decaë
MontaggioPaul Cayatte
MusicheFrançois de Roubaix
CostumiGeorgette Fillon, Eric Simon
TruccoMichel Deruelle
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Diabolicamente tua (Diaboliquement vôtre) è un film del 1967 diretto da Julien Duvivier, nonché la sua ultima pellicola.

In seguito a un incidente stradale il ragazzo coinvolto si risveglia in una sala d'ospedale completamente privo di memoria. Gli viene detto di chiamarsi George Campo e di essere il marito di Christine. Viene riportato dalla donna e dall'amico medico Freddie nella sua villa, da cui non potrà uscire finché non sarà guarito. Ogni notte George viene tormentato da dei brutti incubi, dove a incuriosirlo maggiormente è un nome ricorrente: Pierre Lagrange.

«Vien fatto di pensare che il film abbia avuto un'impostazione errata, tanto è vero che più d'un effetto da brivido determina reazioni opposte, cioè esilaranti. E allora tanto valeva, in una storia così poco credibile, buttar via serietà e drammaticità ed arrivare alla tragedia finale (altri due morti) attraverso le grottesche deformazioni del paradosso: l'umorismo macabro, al cinema, ha dato più di un'opera d'alta scuola. Qui, viceversa, Duvivier non ha mostrato di possedere il polso registico di quel Clouzot che nei Diabolici, una storia affine all'odierna, le diede a bere con allucinante abilità, imponendo acrobazie senza rete a personaggi e situazioni. Ubbidiente a schemi usuali, Diabolicamente tua finirebbe coll'essere un thriller qualsiasi, se non lo riscattasse la stupenda fotografia di Henri Decae e se non avesse in Alain Delon un interprete assai bravo: meglio della viennese Senta Berger, incantevole come può esserlo una donna sulla quale ha esercitato la propria magìa un grande operatore»

Riconoscimenti

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Collegamenti esterni

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