Diorite

Diorite
CategoriaRoccia magmatica
Sottocategoriaroccia intrusiva
Minerali principaliPlagioclasio, anfibolo, pirosseno
Minerali accessoriquarzo, feldspato, olivina
Coloregrigio scuro
VarietàLeucodiorite, Ferrodiorite, Quarzo-diorite
Ambiente di formazioneZona di subduzione, arco continentale
Sezioni sottili di diorite
Sezione di diorite vista a un solo polarizzatore
Sezione di diorite vista a un solo polarizzatore
Immagine a nicol paralleli
Sezione di diorite vista a nicol incrociati
Sezione di diorite vista a nicol incrociati
Immagine a nicol incrociati
I minerali principali sono plagioclasio (bianco a nicol paralleli e a bande bianco-nere a nicol incrociati), e orneblenda (verde a nicol paralleli e dai toni rosso-arancio a nicol incrociati)

La diorite è una roccia intrusiva intermedia, come composizione chimica e mineralogica, fra la famiglia del granito e quella del gabbro.

È principalmente composta da plagioclasio (uno dei più diffusi feldspati, composti essenzialmente di tectosilicati) nella sua forma sodico-calcica (di composizione andesinica o oligoclasica), e da minerali femici accessori (in quantità variabile, ma di solito in quantità subordinate al plagioclasio) quali: anfiboli (orneblenda), biotite e piccole quantità talvolta di pirosseni rombici o monoclini.
L'olivina è assente e il quarzo può essere contenuto come minerale accessorio nelle rocce dioritiche facenti passaggio con la famiglia dei graniti.

Si differenzia dalla famiglia dei gabbri, in quanto questa è composta in prevalenza da plagioclasio calcico-sodico, con anortite > 50%; contiene di frequente olivina e l'anfibolo eventualmente presente, che dà origine a dei gabbri anfibolici, è solo una trasformazione secondaria del pirosseno presente.

Il nome deriva dalla parola greca diorízein, che significa ‘delimitare, determinare’, per descrivere i vari minerali di cui è costituita.

Composizione chimica e norma

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Media di 872 analisi[1]
% in peso
SiO2 58,34
TiO2 0,96
Al2O3 16,92
Fe2O3 2,54
FeO 4,99
MnO 0,12
MgO 3,77
CaO 6,68
Na2O 3,59
K2O 1,79
P2O5 0,29
Minerali normativi[1]
% in peso
Quarzo 10,28
Ortoclasio 10,42
Albite 29,96
Anortite 24,40
Diopside 4,67
Iperstene 12,56
Magnetite 3,63
Ilmenite 1,80
Apatite 0,68

La diorite può presentarsi anche associata sia al granito che ad intrusioni di gabbro. È spesso rinvenuta all'interno di batoliti e la sua formazione avviene per fusione parziale di una roccia mafica al di sotto di una zona di subduzione. Viene generalmente prodotta negli archi magmatici e durante la formazione di cordigliere montuose in prossimità della zona di subduzione, lungo i margini delle placche continentali, come le Ande.

Tipologie principali

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Oltre alle dioriti propriamente dette, con piccole variazioni della composizione mineralogica abbiamo le tonaliti, le orneblenditi, la corsite, le porfiriti, la plumasite, il serizzo.

L'uso nell'antichità

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La diorite è una roccia estremamente dura, molto difficile da lavorare e da scolpire. Ed è così dura che antiche civilizzazioni, come gli antichi Egizi, usavano sfere di diorite per lavorare il granito. La sua durezza, tuttavia, non ha impedito a questa civiltà di lavorarla finemente realizzando vasi, scettri e intarsi di pregevolissima fattura.

Il Codice di Hammurabi

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Storicamente la diorite è stata utilizzata come base per l'intaglio di iscrizioni; famoso è il Codice di Hammurabi, realizzato su una colonna in diorite nera alta 2,13 m. La colonna si trova al Louvre a Parigi. Nel Museo Egizio di Torino vi sono diverse statue, tra cui alcune risalenti a Cheope. L'uso della diorite nell'arte ha svolto un ruolo molto importante presso le civiltà medio orientali dell'Antico Egitto, presso i Babilonesi, gli Assiri e i Sumeri. La diorite era così importante per le civiltà mesopotamiche che sono testimoniate campagne militari contro paesi del Golfo Persico aventi come scopo anche la raccolta di questo materiale.

Elemento strutturale

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La diorite è stata utilizzata anche negli ultimi periodi storici, divenendo popolare come elemento strutturale e frequentemente usata per pavimentazione, grazie alla sua estrema durezza e durabilità. Venne anche utilizzata sia dagli Incas, sia dai Maya, soprattutto per rinforzare muri e armi. Divenne particolarmente utilizzata nella costruzione di edifici islamici al tempo del medioevo. Mentre al giorno d'oggi, la diorite è comunemente usata come ciottolo; per esempio in diverse parti del mondo, come nell'isola di Guernsey si possono trovare strade formate da ciottoli di diorite, così come in Scozia, in Ecuador e persino in Cina.

Distribuzione

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La diorite è una roccia piuttosto rara: la si può trovare in Turingia e Sassonia in Germania; in Finlandia, in Romania, nel nord-est della Turchia, nella Svezia centrale, in Scozia, e nella cordigliera delle Ande, nell'isola di Guernsey e nelle province Basin and Range del Minnesota negli Stati Uniti. Una varietà, la diorite orbicolare, si trova in Corsica ed è chiamata corsite.

Affioramenti in Italia

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Le dioriti in Italia sono rappresentate soprattutto come differenziazioni femiche di massicci intrusivi granitici e granodioritici, come ad esempio le tonaliti facenti parte del massiccio intrusivo dell'Adamello e il serizzo presente nella Val Masino. La si può trovare vicino a Sondrio e a Vico Canavese, Brosso, e Traversella in provincia di Torino (dove tutt'oggi viene estratta e lavorata dai marmisti della zona). Dioriti, con notevoli quantità di minerali femici e facenti passaggio a gabbri e norite, sono diffuse nella zona eruttiva basica di Ivrea, un'ampia fascia di zone intrusive basiche estendentisi da Ivrea fino all'estremità settentrionale del Lago Maggiore.

  1. ^ a b Myron G. Best, Igneous and metamorphic petrology, 2nd edition - Blackwell, 2003 pag. 20
  • Mackenzie, Donaldson e Guilford, Atlante delle rocce magmatiche e delle loro tessiture, Zanichelli, 1990
  • Lucio Morbidelli, Le rocce e i loro costituenti, Ed. Bardi, 2005
  • Minerali e Rocce, Novara, De Agostini, 1962

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