Euribor

Andamento dell'Euribor a 1 settimana (verde), 3 mesi (blu), 1 anno (rosso) tra il 1999 e il 2018
Politica monetaria dell'Euro (1999 - 2022):

     Inflazione nell'eurozona YoY

     Incremento dell'aggregato monetario M3 increases

     Marginal Lending Facility

     Main Refinancing Operations

     Deposit Facility Rate

     Tasso Euribor

L'Euribor (abbreviazione di EURo Inter-Bank Offered Rate, in italiano Tasso interbancario di offerta in Euro), è un tasso di riferimento per i mercati finanziari, calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee.

L'Euribor viene utilizzato come tasso medio applicato da primari istituti di credito per operazioni a termine effettuate sul mercato interbancario (con controparte altri primari istituti di credito) con scadenza una, due e tre settimane, e da uno a dodici mesi. L'Euribor varia solamente in funzione della durata del prestito e non dipende dall'ammontare del capitale.

L'Euribor è un indicatore del costo del denaro a breve termine, ed è spesso usato come tasso base per calcolare interessi variabili, come quello dei mutui.

L'altro tasso di riferimento per il mercato dell'eurozona è l'EONIA.

La sede della Banca centrale europea. I tassi Euribor vengono fissati quotidianamente dall'European Banking Federation

La nascita dell'Euribor è avvenuta, contestualmente a quella dell'Euro, il 1º gennaio 1999; più precisamente il primo tasso Euribor è stato definito il 30 dicembre 1998, con validità dal 4 gennaio 1999. Attualmente viene determinato ("fissato") giornalmente dalla European Banking Federation (EBF) come media dei tassi di deposito interbancario tra un insieme di banche, attualmente 20.

I tassi applicati a tali operazioni dalle banche con il maggiore volume d'affari dell'area Euro (per l'Italia contribuiscono Intesa Sanpaolo e UniCredit) e da alcuni istituti di credito estranei all'area vengono comunicati giornalmente, entro le ore 11 CET, all'agenzia Reuters che provvede, per ogni singola scadenza, a calcolarne la media (arrotondata al terzo decimale) escludendo dal computo il 15% dei valori rispettivamente più alti e più bassi. Tale esclusione permette di evitare che valori anomali falsino il valore dell'Euribor stesso. Reuters provvede poi a pubblicare giornalmente il valore dell'Euribor.

La comunicazione dei dati è su base volontaria per le varie banche, l'Euribor è calcolabile se partecipano almeno 12 istituti di credito.

Non c'è un solo tasso Euribor: vengono infatti definiti tassi per durate di tempo differenti, che variano tra una settimana e un anno. Come per tutti gli interessi in relazione alla loro durata, l'Euribor è solitamente crescente con la durata del prestito: un Euribor a 1 anno (indicato come EUR 12M) è solitamente maggiore di un Euribor a 6 mesi (EUR 6M), a sua volta solitamente maggiore di un Euribor a 3 mesi (EUR 3M). Si noti che il tasso è calcolato su una base di 360 giorni all'anno, per cui ad esempio spesso ci si riferisce a un tasso EUR 1M con l'indicazione "Euribor 1m/360" (il calcolo su base 365 giorni può essere effettuato con una semplice proporzione). I rari casi in cui gli interessi nel breve termine sono più alti di quelli a medio-lungo indicherebbero un pessimismo degli investitori, quando si attendono un calo nel lungo termine della redditività e della creazione di valore economico.

La quotazione più alta mai toccata dall'Euribor 1M è stata registrata l’8 ottobre 2008, quando raggiunse quota 5,20; negli stessi giorni la scadenza trimestrale dell'Euribor ha raggiunto quota 5,39, mentre l'Euribor 6M ha toccato il suo massimo storico a quota 5,45 il 9 ottobre 2008.[1]

L'Euribor è tipicamente il riferimento dei mutui ipotecari a tasso variabile: ad esempio, un mutuo prima casa può essere offerto con cedola semestrale al tasso "euribor a sei mesi con spread dell'1,5%".

Dal luglio 2012 il tasso Euribor è al centro di un'inchiesta da parte della procura di Trani, in merito alla possibilità che intorno a tale tasso si possano essere verificati fenomeni di manipolazione del mercato, con conseguente truffa ai danni di risparmiatori e mutuatari, calcolati per il solo mercato italiano in circa 3 miliardi di euro, nelle ipotesi della procura.[2]

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