Fantastic Planet

Fantastic Planet
album in studio
ArtistaFailure
Pubblicazione13 agosto 1996
Durata67:52
Dischi1
Tracce17
GenereSpace rock[1][2][3]
EtichettaSlash
ProduttoreFailure
Registrazione1995, F.P.S., Los Angeles (California)
FormatiCD, LP, MC, download digitale, streaming
Failure - cronologia
Album precedente
(1994)
Album successivo
(2015)

Fantastic Planet è il terzo album in studio del gruppo musicale statunitense Failure, pubblicato il 13 agosto 1996 dalla Slash Records.[4]

Registrazione

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Dopo le esperienze con Comfort e Magnified, dove i Failure sono stati seguiti nel processo di registrazione da produttori e tecnici esterni, con Fantastic Planet il trio decise di ricorrere alla totale autoproduzione, sotto la direzione tecnica del frontman Ken Andrews. Per l'occasione, il gruppo affittò una villa di proprietà di Lita Ford a Sunland-Tujunga, Los Angeles, insieme alla strumentazione tecnica necessaria.[5] Si trattò nello specifico di una produzione molto economica per gli standard dell'epoca, in parte grazie alla significativa riduzione dei costi per via dell'affitto dei macchinari e del luogo, ma soprattutto grazie all'impiego della tecnologia di registrazione digitale via ADAT rispetto al classico registratore a nastro analogico. La presenza della sola strumentazione strettamente necessaria, di qualità non eccelsa, prefissò di fatto dei limiti che, da una parte stimolarono la creatività dei musicisti, dall'altra segnarono il sound del disco.[6][7]

Le registrazioni vennero completate nell'arco di sei mesi, con un ritmo molto lento per via di dissidi creativi e anche perché la quasi totalità dei brani furono concepiti al momento della registrazione vera e propria, partendo nel caso di alcuni brani come Sergeant Politeness e Daylight da dei riff concepiti mentre il gruppo era in tournée.[6][5] In merito a questo processo creativo – anticlassico rispetto allo schema che prevede inizialmente la scrittura di una demo, una revisione da parte del produttore, e poi lo studio delle parti per la registrazione finale – il trio l'ha definito determinante nel mantenere l'impatto e la magia dell'atto creativo, paragonandolo all'approccio di Stanley Kubrick, «che non prevede prove ma continue takes fino a che non succede qualcosa di interessante».[5]

Infine, il missaggio è stato curato da Andrews in due diverse fasi: i primi rough mix sono stati realizzati nella villa al termine delle registrazioni, con l'idea di ultimare il processo in uno studio esterno con attrezzatura specifica. La scelta ricadde sui Mad Hatter Studio, dove Andrews realizzò i mix di alcuni brani, che tuttavia non convinsero il gruppo a pieno. Si decise allora di missare il disco nella villa affittando dell'attrezzatura più performante. Per il processo di mastering, vennero comunque preferite le versioni di Saturday Savior, Pillowhead, Another Space Song e The Nurse Who Loved Me realizzate ai Mad Hatter.[7][8]

Stile musicale e tematiche

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Molto influenzato dalla musica dei Nirvana e dal grunge in generale, i brani di Fantastic Planet sono lontani dalle strutture standard, ricorrono infatti spesso tempi complessi tipici del rock progressivo.[9][10] A livello di sonorità, il disco è segnato dal lavoro svolto da Andrews ed Edwards nella realizzazione alternata delle parti di chitarra e basso:[11] se da una parte il basso di Andrews ricorda da vicino una chitarra ritmica per via dell'impiergo di powerchord rispetto alle più tipiche linee di Edwards, l'utilizzo della chitarra elettrica è pressoché simile tra i due, pesantemente dissonante e dai toni che richiamano al noise rock e all'ambient.[6]

Al già denso muro di chitarre, si aggiungono componenti elettroniche ed effetti sonori, realizzate tramite l'instradamento di segnali microfonici in pedali per chitarra e tramite l'Eventide H3000, unica unità di effetti presente durante le registrazioni e prestata da Paul D'Amour dei Tool.[5] Questa sperimentazione di effetti e suoni atipici spicca nei brani di maggior respiro del disco come la ballata Blank e i diversi skit presenti.[12]

Trattandosi di un concept album, musicalmente i brani condividono le medesime sonorità e si susseguono senza soluzione di continuità, formando un loop. I testi, invece, risultano meno coerenti tra loro, rimanendo aperti all'interpretazione. Vi sono riferimenti a opere di fantascienza come il film omonimo[N 1] o il romanzo Solaris di Stanisław Lem,[6] nonché all'amore e all'abuso di stupefacenti,[11] fattore che ha caratterizzato il processo creativo.[6]

La pubblicazione di Fantastic Planet fu parte di un accordo siglato tra il trio e la Slash Records per la distribuzione di tre album. Tuttavia, nel bel mezzo del processo creativo, l'etichetta venne venduta alla London Records, di fatto scaricando i propri obblighi verso il gruppo.[13] I Failure decisero comunque di portare a termine il disco, con Heliotropic e Daylight come ultimi brani ad essere stati completati.[6] Dopo 18 mesi dove l'album venne proposto a diverse etichette, infine la Warner Records ne acquisì i diritti e ne fissò una distribuzione per l'agosto 1996, decidendo comunque di mantenere l'effigie della Slash.[6]

La promozione da parte di Warner fu scarna, con l'album che, così come i precedenti non è riuscito ad ottenere discreti risultati di vendita. Nonostante ciò, presenta tra le tracce il maggior successo della carriera del gruppo, Stuck on You, per cui venne realizzato un video musicale ma nessuna distribuzione commerciale.[14]

Nonostante la fredda accoglienza all'epoca della sua uscita, negli anni Fantastic Planet è stato inserito in diverse classifiche dei migliori album della sua epoca, diventando un vero e proprio cult.[15][16][10] Nel 2003 gli A Perfect Circle hanno realizzato una cover della tredicesima traccia The Nurse Who Loved Me, inclusa nel secondo album in studio Thirteenth Step, mentre nel 2006 il gruppo pop punk Paramore ha pubblicato una propria reinterpretazione di Stuck on You nel suo EP The Summer Tic EP, titolo tratto da una frase del brano stesso.[17]

Testi e musiche di Ken Andrews e Greg Edwards.

  1. Saturday Saviour – 4:27
  2. Sergeant Politeness – 4:05
  3. Segue 1 – 1:54
  4. Smoking Umbrellas – 3:58
  5. Pillowhead – 2:09
  6. Blank – 5:38
  7. Segue 2 – 1:17
  8. Dirty Blue Balloons – 4:23
  9. Solaris – 3:43
  10. Pitiful – 4:45
  11. Leo – 3:05
  12. Segue 3 – 2:11
  13. The Nurse Who Loved Me – 4:25
  14. Another Space Song – 5:10
  15. Stuck on You – 4:28
  16. Heliotropic – 6:14
  17. Daylight – 6:00

Hanno partecipato alle registrazioni, secondo le note di copertina:[8]

Gruppo
Produzione
Annotazioni
  1. ^ Il film del 1973 Il pianeta selvaggio è stato pubblicato negli Stati Uniti d'America con il titolo Fantastic Planet.
Fonti
  1. ^ (EN) Failure, Fantastic Planet (1996), su thatmusicmag.com, 15 maggio 2014. URL consultato il 10 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2014).
  2. ^ (EN) Fear, Emptiness, Decibel: Failure's Fantastic Planet Inducted Into The Hall of Fame!, su metalsucks.net, MetalSucks, 3 aprile 2014. URL consultato il 6 giugno 2014.
  3. ^ (EN) Daniel Kreps, Failure Celebrate First Three Albums With Live Residencies, Box Set, su Rolling Stone, 16 dicembre 2019. URL consultato il 29 aprile 2023.
  4. ^ (EN) Dean Carlson, Fantastic Planet, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 29 aprile 2023.
  5. ^ a b c d (EN) Simon Young, Failure's Fantastic Planet: An Oral History, su Louder, 26 agosto 2015. URL consultato il 5 settembre 2023.
  6. ^ a b c d e f g (EN) Gregory Adams, Failure's Ken Andrews on Fantastic Planet's fraught creation, su Guitar World, 9 luglio 2024. URL consultato il 17 settembre 2024.
  7. ^ a b Filmato audio Ken Andrews, Episode 5 - The Failure Tapes, su YouTube, 4 gennaio 2020. URL consultato il 17 settembre 2024.
  8. ^ a b (EN) Note di copertina di Fantastic Planet, Failure, Slash Records, 9 46269-2, CD, 13 agosto 1996.
  9. ^ Failure, su Piero Scaruffi. URL consultato il 17 settembre 2024.
  10. ^ a b (EN) Kevin Boyce, CMJ Silver Salute, in CMJ New Music Report, vol. 828, n. 1, CMJ Network, 25 agosto 2003, p. 6, ISSN 0890-0795 (WC · ACNP). URL consultato il 17 settembre 2024.
  11. ^ a b (EN) Bradley Bambarger, The Modern Age, in Billboard, vol. 101, n. 4, Billboard-Hollywood Reporter Media Group, 25 gennaio 1997, p. 15, ISSN 0006-2510 (WC · ACNP). URL consultato il 17 settembre 2024.
  12. ^ Filmato audio Ken Andrews, Episode 6 - Creative Recording Techniques, su YouTube, 24 gennaio 2020. URL consultato il 17 settembre 2024.
  13. ^ (EN) Melinda Newman, The Beat, in Billboard, vol. 115, n. 8, Billboard-Hollywood Reporter Media Group, 22 febbraio 2003, p. 9, ISSN 0006-2510 (WC · ACNP). URL consultato il 17 settembre 2024.
  14. ^ Haron Dini, "Fantastic Planet" dei Failure, un tormento discografico nell’epoca post-grunge, su Impatto Sonoro, 13 agosto 2023. URL consultato il 17 settembre 2024.
  15. ^ (EN) Matt Medlock, Fifty Years of Great Music: The Top 100 Albums of the 1990s, su Just Press PLay. URL consultato il 5 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012).
  16. ^ (EN) Andrew Bonazelli, Failure – "Fantastic Planet", su Decibel, 31 marzo 2014. URL consultato il 5 settembre 2023.
  17. ^ (EN) Stuck on You (Failure Cover) by Paramore, su Paramore. URL consultato il 10 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2014).

Collegamenti esterni

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