Fluxus
Fluxus è un network internazionale di artisti, compositori e designer conosciuti per aver mescolato negli anni sessanta diversi media e diverse discipline artistiche lavorando nel campo della performance, del Neo-Dada, del rumorismo, nelle arti visive, nella pianificazione urbanistica, nell'architettura, nel design e nella letteratura.
Fluxus ebbe una corrente interna dalla sensibilità fortemente anti-commerciale e anti-artistica. Nel descrivere Fluxus viene spesso utilizzato il termine Intermedia, coniato da Dick Higgins per descrivere attività artistiche interdisciplinari di vario tipo. Fluxus fu poi fortemente influenzato dalle idee di John Cage sulla sperimentazione, che prevedeva l'inizio di azioni, senza sapere a quale risultato avrebbero eventualmente portato, dando così molta più importanza al processo di creazione che al prodotto finale[1].
Altra figura che influenzò il movimento fu l'artista francese Marcel Duchamp; ideatore del concetto di ready-made e originariamente attivo nel movimento Dada, fu attivamente coinvolto anche in Fluxus[2]. George Maciunas, che del gruppo fu il fondatore, coniò il nome nel 1961 come nome della rivista del movimento[3].
Storia di Fluxus fino al 1965
[modifica | modifica wikitesto]Anni '50: Le origini
[modifica | modifica wikitesto]Le origini di Fluxus possono essere rintracciate in molti dei concetti espressi dal compositore statunitense John Cage e nella sua teorizzazione della musica sperimentale degli anni cinquanta. Cage pianificò una serie di categorie di Composizioni Sperimentali che iniziarono tra il 1957 ed il 1959 presso la New School for Social Research di New York, che esploravano le nozioni di "indeterminatezza" nell'arte. Questo lavoro di classificazione, più tardi portato avanti da Richard Maxfield, fu seguito da molti artisti e compositori, che in seguito presero parte all'esperienza Fluxus formandone il nucleo centrale: Jackson Mac Low, La Monte Young, George Brecht, Al Hansen, Dick Higgins e più tardi George Maciunas[2][4][5].
Altre influenze importanti possono poi essere ritrovate nel lavoro di Marcel Duchamp[2], che coniò il termine anti-arte nel 1913 assieme ai primi ready-made[6], una serie di opere create esponendo e decontestualizzando una serie di oggetti della quotidianità, negando quindi di fatto la necessità dell'abilità tecnica come veniva intesa nelle Arti Visive tradizionali. Un esempio famoso tra i suoi ready-made è Fontana. Quando nel 1915, Duchamp arrivò da Parigi a New York, formò immediatamente un gruppo con Francis Picabia e Man Ray. Nel 1916 i tre divennero il centro delle attività Anti-Arte negli Stati Uniti e le loro opere divennero in seguito seminali nello sviluppo di Fluxus e più in generale dell'Arte concettuale[7], tanto che le attività che poi presero nomi diversi come Fluxus, Happening, Nouveau Réalisme, Pop art, mail art, performance art ed altro, venivano spesso raggruppate sotto il termine ombrello "Neo-Dada"[8].
Un certo numero di eventi ed happening anticiparono la creazione di Fluxus e sono oggi considerati eventi proto-Fluxus[7]. Tra questi sono da citare una serie di concerti d'appartamento in Chambers Street a New York, curati da Yōko Ono e La Monte Young nel 1961, e in cui trovarono spazio Jackson Mac Low, Joseph Byrd e Henry Flynt[9]; lo Yam, un festival lungo un mese tenutosi nella parte settentrionale di New York e curato da George Brecht e Robert Watts nel 1963, in cui intervennero Ray Johnson e Allan Kaprow[7]; e una serie di concerti tenuti nello studio di Mary Bauermeister a Colonia tra il 1960 ed il 1961, che videro la partecipazione tra gli altri di Nam June Paik e John Cage[10].
Il primo Fluxus e il Neo-Dada
[modifica | modifica wikitesto]Il movimento nasce da un'idea del lituano-americano George Maciunas (1931-1978), che lo concepì come un tentativo di fondere le istanze rinnovatrici culturali, sociali e politiche in un unico fronte d'azione[11]. Dopo aver lasciato la Lituania alla fine della seconda guerra mondiale, la sua famiglia si spostò a New York, dove Maciunas venne in contatto con un gruppo di artisti e musicisti che gravitava attorno a John Cage e a La Monte Young. In questi anni Maciunas aprì la AG Gallery a Madison Avenue, in cui presentò i lavori di Higgins, Ono, Jonas Mekas, Ray Johnson, Flynt e Young, per poi trasferirsi a Wiesbaden, nella Germania Ovest, nel 1961, dove aveva trovato un lavoro da graphic designer per la US Air Force[12]. Maciunas fu il primo a coniare il termine Fluxus (inteso come to flow, "fluire", "scorrere") e a renderlo pubblico in una brochure che distribuì al pubblico delle tre conferenze musicali Musica Antiqua et Nova organizzate nel 1961 da Maciunas[13] Ken Friedman, Ben Patterson, Nam June Paik, Wolf Vostell, Joseph Beuys, Charlotte Moorman, Ben Vautier, e in Italia tra gli altri, i fiorentini Giuseppe Chiari e Sylvano Bussotti oltre che a Gianni-Emilio Simonetti[14].
Il 9 giugno 1962 Maciunas promosse il Fluxus festival allo Städtisches Museum di Wiesbaden (Germania) dal titolo Aprés Cage; Kleinen Sommerfest (traduzione dal tedesco: Dopo Cage; Un Piccolo Festival Estivo)[12]; le tappe successive che segnarono la rapida diffusione del movimento in Europa e in Asia furono Copenaghen, Parigi, Düsseldorf, Amsterdam, L'Aia, Londra, Nizza e successivamente il Giappone.[15]
Maciunas, che fu un avido storico delle arti, inizialmente si riferiva a Fluxus con i termini neo-dadaism or renewed dadaism. Fu Raoul Hausmann, un artista appartenuto al primo nucleo dell'originale Dada, che in uno scambio epistolare con Maciunas, sconsigliò il riutilizzo di queste vecchie definizioni[12].
I Festival europei, i diagrammi ed i Fluxkits
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1962 Maciunas, Higgins e Knowles, viaggiarono per l'Europa per promuovere Fluxus con concerti di strumenti musicali antichi. Con l'aiuto di un gruppo di artisti che includevano, oltre a Joseph Beuys e Wolf Vostell, anche gli italiani Giuseppe Chiari e Sylvano Bussotti, Maciunas organizzò una serie di Fluxfest in tutta l'Europa occidentale, partendo dai 14 concerti organizzati tra l'1 ed il 23 settembre a Wiesbaden, presentando tra gli altri, i lavori di John Cage, Ligeti, Penderecki, Terry Riley e Brion Gysin accanto a lavori di Higgins, Knowles, George Brecht and Nam June Paik e molti altri. Tra queste vi fu anche il concerto dal titolo Piano Activities di Philip Corner, che fu conosciuto per la sfida alla condizione di importanza del pianoforte nelle case della Germania post-bellica. L'azione si concludeva con la totale distruzione del pianoforte da parte dei performer, creando così scandalo, tanto che in un servizio televisivo tedesco fu introdotto con la frase "I lunatici sono fuggiti!"[16]
Fin dal 1950 Maciunas applicò i concetti di disgregazione ed espansione dello spazio/tempo tipici del lavoro compositivo di Cage per ricostruire macro periodi storici, componendo così i suoi primi diagrammi Atlas of Russian History (1950), Atlas of Prehiry of Art Chart (1958) e Greek and Roman History of Art Chart (1955-1960). Questi diagrammi, che erano tracciati su fogli da block notes, erano suddivisi in aree di contenuti all'interno di assi spazio-temporali, che potevano essere approfonditi aprendo altri foglietti costruiti come dei libri animati[2].
Lo stesso concetto fu poi applicato a quelli che poi furono battezzati come Diagrammi di Fluxus o Fluxcharts di cui il primo, dal titolo Time/time projected in 2dim.space POETRY GRAPHICS/space projected in time GRAPHIC MUSIC/Time/Time procede in space MUSIC THEATRE (o abbreviato Time-Space Charts), è datato dicembre 1961 e fu presentato alla Galleria Parnass di Wuppertal durante un festival Neo-Dada. In questo e nei diagrammi successivi, Maciunas ricostruisce le pratiche artistiche in un flusso che va dal Futurismo al Dada, dalla Poesia sonora al collages, suddividendo poi in discipline i Fluxartisti, collocandoli in 13 discipline attraverso rette da lui battezzate time-art e space-art[2]. Nuovi diagrammi furono poi riproposti nel tempo sviluppando questa propensione al networking e collaborando continuamente con gli altri artisti di Fluxus che lo tenevano costantemente aggiornato sull'evoluzione dei loro lavori. Altri diagrammi da ricordare furono il Fluxus (Its historical Development and Relationship to Avant-garde Movements) del 1966 e l'opera omnia Diagram od Historical Development of Fluxus and other 4 Dimensional, Aural, Opti, Olfactory. Ephitelial and Tactile Art Forms del 1973[2].
Contemporaneamente Maciunas iniziò la pubblicazione di libri prodotti in multipli e serie, collaborando con gli artisti coinvolti nelle performance. Le prime tre ad essere stampate furono Composition 1961 di La Monte Young, An Anthology of Chance Operations edite da Young e Mac Low e Water Yam di George Brecht. Water Yam, che racchiudeva in una scatola di cartone una serie di disegni stampati su piccoli fogli di carta, divenne poi il primo di una serie di opere stampate da Maciunas che furono chiamate Fluxkits. Economiche, prodotte in serie e facilmente distribuite, le Fluxkits dovevano inizialmente diventare una catalogazione espansa della moderna performance art.
New York e i FluxShops
[modifica | modifica wikitesto]Allo scadere del contratto di lavoro con la US Air Force, Maciunas fu costretto a tornare nuovamente a New York il 3 settembre 1963, dove ricominciò la sua attività organizzativa con 3 concerti di strada e l'apertura di un negozio a Canal Street di Manhattan, che chiamò Fluxhall. Altri 12 concerti furono organizzati in Canal Street tra l'11 aprile ed il 23 maggio del 1964, proseguendo sui passi già battuti dalla scena artistica newyorkese. Seguendo gli insegnamenti di Brecht, le persone di Fluxus avevano capito che le sale da concerto, i teatri e le gallerie d'Arte erano una forma di mummificazione, preferendo così le strade, le case o le stazioni ferroviarie. Maciunas riconobbe un potenziale politico radicale nelle produzioni anti istituzionali, pratiche che furono un'importante risorsa per il suo impegno. Grazie al negozio di New York, Maciunas costruì una rete distributiva per la nuova arte, prima con l'Europa e in seguito con punti vendita in California e in Giappone. Gallerie e altri punti vendita furono aperti tra l'altro ad Amsterdam, a Villefranche-sur-Mer, a Milano e a Londra. Nel 1965 fu reperibile la prima antologia Fluxus 1, che consisteva in una serie di buste rilegate a catalogo costruito assieme agli artisti che vi avevano messo loro lavori. Molti degli artisti presenti divennero poi molto famosi e tra loro c'era LaMonte Young, Christo e Yōko Ono. Altre opere reperibili nei negozi comprendevano pacchi di carte manomesse da George Brecht, scatole sensoriali di Ay-O, un bollettino periodico con contributi di artisti e compositori come Ray Johnson e John Cale, e barattoli di latta pieni di poesie, canzoni e ricette di cucina di Alison Knowles. Una videocassetta con il matrimonio di George e Billy Maciunas fu prodotta da Dimitri Devyatkin[17].
Originale di Stockhausen
[modifica | modifica wikitesto]Dopo essere ritornato a New York, Maciunas riprese i contatti con Henry Flynt, che incoraggiava i membri di Fluxus a prendere posizioni politiche più esplicite. Fu anche in seguito a queste discussioni che l'8 settembre 1964 organizzarono un picchetto dimostrativo alla première Americana di Originale, lo spettacolo del compositore tedesco Karlheinz Stockhausen ritenuto dai due un "imperialista culturale". Il risultato fu che alcuni membri, tra cui Nam June Paik e Jackson Mac Low, si espressero come contrari al picchetto, generando così inimicizie e controversie tra i membri del gruppo[18]. Le polemiche continuarono poi con il 2nd Annual New York Avant Garde Festival organizzato da Charlotte Moorman, che Maciunas non vide di buon occhio, asserendo che tale festival non aveva niente a che fare con Fluxus e minacciando l'espulsione di chi vi avesse partecipato. L'ostilità nei confronti di Moorman continuò nel tempo, nonostante il disorientamento della Moorman, che nonostante questo continuò a sostenere l'arte e gli artisti di Fluxus[19].
Storia di Fluxus dal 1965 al 1978
[modifica | modifica wikitesto]La percezione di insurrezioni e l'influenza asiatica
[modifica | modifica wikitesto]Il picchetto di Originale segnò l'apice dell'approccio agit prop di Maciunas, che nel tempo aveva escluso molti dei sostenitori di Fluxus della prima ora; Jackson Mac Low se ne andò subito dopo aver ascoltato i piani "antisociali" disposti nell'aprile del 1965, come il blocco dei camion nello Hudson River. Anche Brecht ne seguì la strada lasciando New York nella primavera del 1965. Nonostante fosse rimasto fedele agli ideali Fluxus, Dick Higgins litigò con Maciunas all'incirca nello stesso periodo, probabilmente perché quest'ultimo aveva fondato la Something Else Press, che stampava numerosi testi di personaggi chiave legati al movimento Fluxus e di altri membri dell'avant garde. Charlotte Moorman continuò a presentare i suoi annuali Avant Garde Festivals.
Artisti fluxus
[modifica | modifica wikitesto]- Arman
- César Baldaccini (César)
- Franco Ballabeni
- Joseph Beuys
- Mary Bauermeister
- George Brecht
- Bazon Brock
- John Cage
- Giuseppe Chiari
- Walter Cianciusi
- Philip Corner
- Morton Feldman
- Robert Filliou
- Matteo Fioretti
- Henry Flynt
- Ken Friedman
- Al Hansen
- Rosanna Grisorio
- Cairn Hedland
- Geoffrey Hendricks
- Dick Higgins
- Ruud Janssen
- Ray Johnson
- Joe Jones
- Alison Knowles
- Takehisa Kosugi
- Shigeko Kubota
- George Landow
- Jackson Mac Low
- George Maciunas
- Barry McCallion
- Adolfas Mekas
- Gustav Metzger
- Larry Miller
- Charlotte Moorman
- Yōko Ono
- Nam June Paik
- Ben Patterson
- Dieter Roth
- Ric Royer
- Takako Saito
- Gianni Sassi
- Giovanni Tufano
- Wim T. Schippers
- Carolee Schneemann
- Gianni-Emilio Simonetti
- Litsa Spathi
- Daniel Spoerri
- Yasunao Tone
- Ben Vautier
- Wolf Vostell
- Yoshi Wada
- Robert Watts
- Emmett Williams
- La Monte Young
- Max Neuhaus
Film
[modifica | modifica wikitesto]- Neo Flux Film, Joseph Beuys, Nam June Paik, Wolf Vostell, Yōko Ono, 1990.[20]
- Nie wieder störungsfrei! Aachen Avantgarde seit 1964, 2012[21]
- Travelling (in) to Fluxus.. de Irene Di Maggio, 2014.[22]
- Malpartida Fluxus Village de Maria Pérez, 2015.[23]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fluxus Movement, Artists and Major Works, su theartstory.org. URL consultato il 6 ottobre 2015 (archiviato il 19 ottobre 2015).
- ^ a b c d e f Tatiana Bazzichelli, Networking. La rete come arte, prefazione di Derrick de Kerckhove, postfazione di Simonetta Fadda, Costa & Nolan, 2006
- ^ Elizabeth Armstrong, In the Spirit of Fluxus, Minneapolis, The Occasion of the Exhibition, 1993, p. 24, ISBN 978-0-935640-40-3.
- ^ Maciunas stesso si unì alla classe nel 1959–60, e fu istruito da Maxfield
- ^ George Brecht; A Heterospective, Walther König, p. 28.
- ^ Anti-art, Arte che sfida le definizioni esistenti accettate di arte, Tate, su tate.org.uk. URL consultato il 3 febbraio 2016 (archiviato il 5 aprile 2017).
- ^ a b c Michael Corris, MoMA, Grove Art Online, Oxford University Press, 2009, su moma.org. URL consultato il 3 febbraio 2016 (archiviato l'8 maggio 2015).
- ^ Hapgood, Susan and Rittner, Jennifer. "Neo-Dada: Redefining Art, 1958-1962" Performing Arts Journal, Vol. 17, No. 1 (Jan., 1995), pp. 63-70.
- ^ Performances at Yoko Ono's Chambers Street Loft, su jeclique.com. URL consultato il 3 febbraio 2016 (archiviato il 10 aprile 2016).
- ^ Tate, Nam June Paik, Fluxus, Performance, Participation, su tate.org.uk. URL consultato il 3 febbraio 2016 (archiviato il 4 marzo 2016).
- ^ Fluxus Manifesto, 1963, di George Maciunas
- ^ a b c Hendricks, Jon. Fluxus Codex. New York: Harry N. Abrams, Inc. 1989
- ^ Silvia Cattiodoro, Digital writing, Maggioli Editore, 2014, p. 195.
- ^ Petra Stegmann. The lunatics are on the loose… European Fluxus Festivals 1962-1977, Down with art! Potsdam, 2012, ISBN 978-3-9815579-0-9.
- ^ Günter Berghaus, Avant-garde Performance, Palgrave Macmillan, 2005, George Maciunas and the Birth of Fluxus.
- ^ Die Irren Sind Los, citato in The Dream Of Fluxus, Kellein, p. 65.
- ^ (EN) Marriage of George and Billy Maciunas, su youtube.com. URL consultato il 26 febbraio 2016 (archiviato il 7 marzo 2016).
- ^ The Dream of Fluxus, p. 98
- ^ Charlotte Moorman and Nam June Paik "The Originale", su youtube.com. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato il 31 dicembre 2018).
- ^ Neo Flux Film, su neofluxfilm.com. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 29 maggio 2017).
- ^ Aachen Avantgarde seit 1964, su lisa.gerda-henkel-stiftung.de. URL consultato il 6 dicembre 2015 (archiviato il 28 gennaio 2016).
- ^ Travelling (in)to Fluxus..., su travellingintofluxus.com. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 28 gennaio 2019).
- ^ Malpartida Fluxus Village, su fluxusvillage.com. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 29 ottobre 2019).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Jürgen Becker, Wolf Vostell, Happenings, Fluxus, Pop Art, Nouveau Réalisme. Eine Dokumentation. Rowohlt Verlag, Reinbek 1965.
- Happening & Fluxus. Kölnischer Kunstverein, 1970.
- John Hendricks, Fluxus Codex. Harry N. Abrams, New York, 1988, ISBN 978-0-810-90920-5.
- Ubi Fluxus ibi motus 1990-1962. Edizioni Mazotta, Fondazione Mudima, Milano 1990, ISBN 88-202-0958-6.
- Wollt Ihr das totale Leben? Fluxus und Agit-Pop der 60er Jahre in Aachen. Neuer Aachener Kunstverein, Aachen, 1995, ISBN 3-929261-24-3.
- René Block, Gabriele Knapstein: Eine lange Geschichte mit vielen Knoten. Fluxus in Deutschland. 1962–1994. Institut für Auslandsbeziehungen, Stuttgart 1995.
- Fluxus y Di Maggio, Museo Vostell Malpartida, Consejería de Cultura y Patrimonio de Extremadura, 1998, ISBN 84-7671-446-7.
- Kurt Holl, Claudia Glunz: 1968 am Rhein – Satisfaction und Ruhender Verkehr. Schmidt von Schwind, Köln 1998, ISBN 3-932050-11-8.
- Owen Smith, Fluxus: The History of an Attitude. San Diego State University Press, San Diego, California, 1998.
- Mr. Fluxus: A Collective Portrait of George Maciunas 1931-1978. Thames & Hudson, 1998, ISBN 0-500-97461-6.
- Tatiana Bazzichelli: Networking | La rete come arte, prefazione di Derrick de Kerckhove, postfazione di Simonetta Fadda, Costa & Nolan, 2006
- Petra Stegmann: Fluxus East. Fluxus-Netzwerke in Mittelosteuropa. Fluxus Networks in Central Eastern Europe. Künstlerhaus Bethanien, Berlin 2007, ISBN 978-3-932754-87-6.
- Karsten Arnold, Günter Herzog u. a.: sediment. Mitteilungen zur Geschichte des Kunsthandels / Wolf Vostell. auf Straßen und Plätzen durch die Galerien: Mitteilungen zur Geschichte des Kunsthandels. Zentralarchiv des internationalen Kunsthandels, ZADIK: Heft 14/2007. Verlag für Moderne Kunst, Nürnberg 2007, ISBN 978-3-939738-61-9.
- Fluxus Biennial. 730 giorni hic et nunc.. No. 3, Wolf Vostell. 2010
- Fluxus Nice. Fleurice Würz, AQ-Verlag, 2011, ISBN 978-3-922441-11-3.
- Nie wieder störungsfrei! Aachen Avantgarde seit 1964, Kerber Verlag, 2011, ISBN 978-3-86678-602-8.
- Fiat flux: la nébuleuse Fluxus, 1962-1978, Musée d'art moderne Saint-Étienne métropole, Silvana Editoriale, Milan, 2012.
- Elena Zanichelli (a cura di), Women in Fluxus & other experimental tales, Skira editore, Milano, 2012.
- Caterina Gualco (a cura di), Fluxus in Italia, Il Canneto Editore, Genova 2012.
- Fluxus at 50. Stefan Fricke, Alexander Klar, Sarah Maske, Kerber Verlag, 2012, ISBN 978-3-86678-700-1.
- Fluxus! "Antikunst" ist auch Kunst: 50 Jahre Fluxus. Werner Esser, Steffen Engle, Staatsgalerie Stuttgart, 2012. ISBN 978-3-86442-032-0.
- Boris Brollo, Verona, Fluxus e altri ricordi, Verso l'Arte Commenti, novembre 2012 - Cerrina (AL)
- Boris Brollo, L'ultima avanguardia marxista? Verso l'Arte Commenti, febbraio 2013 - Cerrina (AL)
- Kurt Wettengl: Fluxus - Kunst für ALLE. Die Sammlung Feelisch. Kehrer, Heidelberg / Berlin 2013, ISBN 978-3-86828-449-2.
- Kurt Wettengl: Fluxus - Kunst für ALLE. Die Sammlung Braun/Lieff. Kehrer, Heidelberg / Berlin 2013, ISBN 978-3-86828-442-3.
- Petra Stegmann. The lunatics are on the loose… European Fluxus Festivals 1962-1977, Down with art! Potsdam, 2012, ISBN 978-3-9815579-0-9.
- Beuys Brock Vostell. Aktion Demonstration Partizipation 1949-1983. ZKM - Zentrum für Kunst und Medientechnologi, Hatje Cantz, Karlsruhe, 2014, ISBN 978-3-7757-3864-4.
- Fluxbooks. Fluxus artist's books from the Luigi Bonotto collection, a cura di Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini, Mousse Publishing, Milano, 2015, ISBN 978-88-6749-114-8
- Sense Sound Sound Sense. Fluxus Music, Scores & Records in the Luigi Bonotto collection, a cura di Walter Rovere e Patrizio Peterlini, Danilo Montanari Editore, Ra, 2016, ISBN 978-88-98120-81-9
- Fluxus, Again! A History of a Radical Experience 1952-1962-2022, edited by Gianni Emilio Simonetti, Danilo Montanari Editore, Ra, 2022 ISBN 978-88-85449-99-2
- Fluxus. Arte per tutti. Edizioni italiane dalla Collezione Luigi Bonotto, a cura di P. Peterlini e M. Corgnati, Danilo Montanari editore, Ra, 2023 ISBN 9791280750174
- Peterlini P., Sanna A. (a cura di), George Maciunas. Scritti Fluxus, Abscondita, Mi, 2023 ISBN 9791254720417
- Peterlini P. (a cura di), Dick Higgins, Intermedia e altri scritti teorici, Abscondita, MI, 2024, ISBN 9791254722046
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fluxus
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fluxus.org. URL consultato il 28 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2011).
- Museo Vostell Malpartida, su museovostell.gobex.es.
- Museum Fluxus+ a Potsdam, Germania
- Fluxus Heidelberg Center, su fluxusheidelberg.org. URL consultato il 2 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2018).
- Fluxus und Neue Musik, su koeln-im-film.de. URL consultato l'8 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2012).
- FLUXUS (1962–1978), su kunstwissen.de. URL consultato l'8 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2012).
- The Fluxus Performance, su thing.net.
- The Copenhagen Fluxus Archive, Knud Pedersen collection, su fluxus-archive.dk. URL consultato il 9 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2009).
- Al Hansen Material, su ludom.de.
- The FluxCase, su fluxcase.com.
- Thomas Dreher: "Après John Cage": Zeit in der Kunst der sechziger Jahre - von Fluxus-Events zu interaktiven Multi-Monitor-Installationen (PDF), su dreher.netzliteratur.net.
- Thomas Dreher: John Cage und Fluxus (PDF), su dreher.netzliteratur.net.
- Fondazione Bonotto, su fondazionebonotto.org.
- Fluxus, su moreeuw.com.
- Ben Vautier, su ben-vautier.com. URL consultato il 18 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2019).
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