Fosco Dinucci
Fosco Dinucci | |
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Segretario generale del Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) | |
Durata mandato | 15 ottobre 1966 – 15 settembre 1991 |
Dati generali | |
Partito politico | PCI (fino al 1966) PCd'I (m-l) (1966-1991) PRC (1991-1993) |
Fosco Dinucci (Pontasserchio, 27 maggio 1921 – Pontasserchio, 28 aprile 1993) è stato un politico e partigiano italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fin dal 1935, fra gli operai, i contadini e gli studenti, aveva dato vita a iniziative contro il fascismo, formandosi come rivoluzionario e comunista. Durante la seconda guerra mondiale, organizzò il Comitato clandestino di un reggimento insieme con altri militari comunisti, costituendo cellule fra i soldati e sviluppando l'opposizione alla guerra fascista nelle forze armate.
Fu membro, come rappresentante del Partito Comunista Italiano, della commissione militare del Comitato di Liberazione Nazionale di Pisa; fu gappista, commissario politico, comandante partigiano. Dopo la Liberazione, fu dirigente della Federazione provinciale di Pisa e membro del Comitato regionale toscano del Partito Comunista Italiano.
Nel 1949 venne chiamato a insegnare presso la Scuola centrale quadri di partito alle Frattocchie. Si pronunciò contro la politica kruscioviana, contro la "socialdemocratizzazione" avviata dai dirigenti del PCI e per la continuità del marxismo-leninismo. Di conseguenza fu allontanato dal partito dai dirigenti del PCI.
Fu tra i promotori del Movimento marxista-leninista italiano, che ebbe Nuova Unità come organo di stampa. Quando a Livorno, il 15 ottobre 1966, si costituì il Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista), Fosco Dinucci fu eletto segretario generale, carica che mantenne fino al 15 settembre 1991, quando il Pcd'I(m-l), con il suo 6º congresso straordinario si sciolse per confluire nel Movimento della Rifondazione Comunista, cui egli aderì[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Noi, cinesi d'Italia, La Repubblica, 11 novembre 1993