Fosfato di zinco
Fosfato di zinco | |
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Nome IUPAC | |
Fosfato di zinco | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | Zn3(PO4)2 |
Aspetto | solido bianco |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 231-944-3 |
PubChem | 24519 |
SMILES | [Zn+2].[Zn+2].[Zn+2].[O-]P([O-])(=O)[O-].[O-]P([O-])([O-])=O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/l, in c.s.) | 3998 |
Indice di rifrazione | 1,595 |
Solubilità in acqua | insolubile |
Temperatura di fusione | 900 °C |
Proprietà termochimiche | |
ΔfH0 (kJ·mol−1) | − 2891.2 ± 3.3 |
Indicazioni di sicurezza | |
Punto di fiamma | non infiammabile |
Il fosfato di zinco è un composto inorganico con formula Zn3(PO4)2. Questa polvere bianca è ampiamente utilizzata come rivestimento resistente alla corrosione su superfici metalliche sia come parte di un processo di corrosione galvanica o applicata come pigmento primer (vedi anche tetrossido di piombo, detto piombo rosso). Ha in gran parte sostituito i materiali tossici a base di piombo o cromo e nel 2006 era diventato l'inibitore di corrosione più comunemente usato[1][2]. Il fosfato di zinco riveste meglio su una struttura cristallina rispetto al metallo nudo, quindi un agente di semina viene spesso utilizzato come pretrattamento. Un agente comune è il pirofosfato di sodio[3].
Minerali
[modifica | modifica wikitesto]Le forme naturali del fosfato di zinco includono i minerali hopeite e parahopeite. Un minerale in qualche modo simile è il fosfato di zinco idrato naturale chiamato tarbuttite (Zn2(PO4)(OH)). Sono noti dalle zone di ossidazione dei giacimenti di minerale di zinco e si sono formati attraverso l'ossidazione della sfalerite dalla presenza di soluzioni ricche di fosfato. La forma anidra non è stata ancora trovata in natura.
Utilizzo
[modifica | modifica wikitesto]In odontoiatria il cemento dentale al fosfato di zinco è uno dei cementi dentali più antichi e ampiamente utilizzati. È comunemente usato per cementare restauri permanenti in metallo e ossido di zirconio[4][5][6][7][8][9] e come base per restauri dentali. Il cemento al fosfato di zinco viene utilizzato per la cementazione di intarsi, corone, ponti e apparecchi ortodontici e occasionalmente come restauro provvisorio.
Viene preparato miscelando polveri di ossido di zinco e di ossido di magnesio con un liquido costituito principalmente da acido fosforico, acqua e tamponi. È ancora comunemente usato, tuttavia i cementi vetroionomerici modificati con resina sono più convenienti e più resistenti se utilizzati in ambito odontoiatrico.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) A. Kalendov´a, P. Kalenda e D. Vesel´y, Comparison of the efficiency of inorganic nonmetal pigments with zinc powder in anticorrosion paints, in Progress in Organic Coatings, vol. 57, 2006, pp. 1–10, DOI:10.1016/j.porgcoat.2006.05.015.
- ^ (EN) G. Etzrodt, Pigments, Inorganic 5. Anticorrosive Pigments, 2012, DOI:10.1002/14356007.n20_n04.
- ^ (EN) Joseph T. Menke, Zinc Phosphate Coatings on NonFerrous Substrates -- Part I, su pfonline.com. URL consultato il 7 agosto 2006 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2009).
- ^ (DE) Raab D., Befestigung von Zirkonoxidkeramiken (PDF), in Dentalzeizung 2007, vol. 6, pp. 32-34. URL consultato il 7 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2016).
- ^ (DE) Raab D., Befestigung von Vollkeramiken aus Zirkonoxid (PDF), in Zahnartz Wirtschaft Praxis 2007, vol. 12, pp. 98-101. URL consultato il 7 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2016).
- ^ (EN) Raab D., Fixation of all ceramic restorations – the advantages of cementation, in Dental Inc 2008, marzo-aprile, pp. 50-53.
- ^ (DE) Raab D., Befestigung von Zirkonoxidkeramiken, in Zahn Prax 2008, vol. 11, pp. 16-19.
- ^ (EN) Raab D., Fixation of full ceramic restorations – the advantages of cementation. 全瓷修复的粘接 — 水门汀的优势, in Dental Inc Chinese Edition 2008.
- ^ (EN) Raab D., Konventionelle Befestigung von Vollkeramikrestaurationen, in Zahn Prax 2009, vol. 12, pp. 84-86.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) zinc phosphate, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.