Francesco Arcangeli (XVIII secolo)
Francesco Arcangeli (Pistoia, 18 maggio 1737 – Trieste, 20 luglio 1768) è stato un assassino italiano, noto per avere ucciso Johann Joachim Winckelmann.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Campiglio di Cireglio, frazione del comune di Pistoia, il 18 maggio 1737, venendo battezzato il giorno seguente. Di professione cuoco, con precedenti penali a suo carico, nel 1768 fece la conoscenza di Johann Joachim Winckelmann, a cui intendeva rubare le medaglie da questi ricevute in regalo mentre si trovava alla corte imperiale.
Assassinio di Winckelmann
[modifica | modifica wikitesto]Winckelmann, cinquantenne prefetto delle antichità di papa Clemente XIII, arrivò in incognito, come signor Giovanni, a Trieste (allora parte del Sacro Romano Impero) il 1º giugno 1768. Era in viaggio verso il nord, insieme a un amico, lo scultore Bartolomeo Cavaceppi, per visitare la natia Germania dopo 13 anni di assenza. Stranamente, in vista delle Alpi tirolesi Winckelmann si era fatto prendere dal panico e meditava se interrompere il viaggio. Cavaceppi lo aveva convinto ad andare fino a Vienna, dove lo studioso era stato ricevuto e onorato dall'imperatrice Maria Teresa. Poi Winckelmann, incapace di sopportare l'atmosfera tedesca e desideroso di tornare in Italia, aveva bruscamente abbandonato l'amico, nonostante le sue suppliche, per tornare nello Stato Pontificio completamente solo. I due amici si erano separati nella capitale asburgica e Winckelmann si era diretto a Trieste. Lì viveva all'Osteria Grande (la principale locanda della città e attuale Grand Hotel Duchi d'Aosta, nell'attuale Piazza Unità d'Italia) in attesa di una nave diretta ad Ancona, il principale porto adriatico dello Stato Pontificio, per raggiungere Roma. Nella locanda Winckelmann incontrò Francesco Arcangeli, cuoco e cameriere disoccupato e ladruncolo, che alloggiava nella stanza accanto alla sua. Arcangeli visitava Winckelmann ogni sera nella sua stanza, dove lo studioso gli mostrava le sue medaglie d'oro e d'argento, tra cui quella che l'imperatrice Maria Teresa gli aveva recentemente conferito. I due trascorsero molto tempo insieme, mangiando, passeggiando e parlando, per tutta la settimana successiva al loro incontro.
Il 7 giugno Arcangeli accompagnò Winckelmann a comprare una matita e un temperino. Quel giorno Arcangeli tornò da solo nello stesso negozio per acquistare un coltello e poi, in un altro negozio, una corda. Il giorno successivo, l'8 giugno 1768, andò a trovare Winckelmann nella sua stanza d'albergo dopo cena, come era solito fare. Fu lì che si gettò sull'intellettuale per strangolarlo: Winckelmann lo spinse via e Arcangeli tirò fuori il suo coltello, lottarono. Nella sua testimonianza, Arcangeli disse di aver pugnalato Winckelmann non solo sul petto, ma anche "più in basso", il che non è privo di connotazioni sessuali. Arcangeli poi fuggì, lasciando Winckelmann a urlare giù per le scale: "Guarda cosa mi ha fatto! ". Winckelmann trascorse le sue ultime ore facendo testamento e perdonò Arcangeli. Fu sepolto il giorno dopo nel cimitero della Cattedrale di Trieste. Arcangeli fu però arrestato e il 18 luglio fu condannato a morte con il supplizio della ruota nella piazza davanti all'osteria. La sentenza fu eseguita due giorni dopo, il 20 luglio.
Ipotesi
[modifica | modifica wikitesto]La notizia del bizzarro crimine si diffuse nell'Europa colta e fece molta impressione (Johann Wolfgang von Goethe, ad esempio, ricordava sempre quando e dove aveva ricevuto la notizia della morte di Winckelmann).[1] L'assassinio di Winckelmann divenne oggetto di molte speculazioni e narrazioni in corrispondenze e discorsi privati, nonché in relazioni forensi, articoli e discorsi pubblici. Il Prof. Lionel Gossman, ad esempio, ritiene che vi siano reminiscenze dell'omicidio di Winckelmann, consapevoli o meno, ne La morte a Venezia di Thomas Mann.[2]
Arcangeli tenne sei interrogatori, durante i quali fornì versioni contraddittorie degli eventi: disse di averlo ucciso perché lo credeva una spia, poi solo per derubarlo, poi perché lo credeva ebreo o luterano (Arcangeli si sarebbe insospettito per un libro scritto con caratteri strani che aveva notato sulla scrivania dello studioso - ma in realtà scritto in greco). A quanto pare, Arcangeli non pensò che il signor Giovanni fosse ricco, e nella fuga dopo l'attentato non sottrasse le due medaglie. Fu notata anche la stranezza del comportamento di Winckelmann, ovvero la sua registrazione sotto falso nome, l'assenza di qualsiasi contatto con le autorità o con personaggi di spicco durante il suo soggiorno a Trieste, nonché la sua frequentazione con un individuo disdicevole come Arcangeli e la sua reticenza a identificarsi apertamente nelle ore precedenti la sua morte. Si pensa comunemente che Winckelmann sia stato ucciso durante un tentativo di rapina, ma è stata anche diffusa l'ipotesi di un delitto a sfondo sessuale:[9] i contemporanei non avevano dubbi sull'omosessualità di Winckelmann,[3] vedendola come parte del suo vero amore per l'antichità classica, e c'era il sospetto che lo studioso fosse stato ucciso per aver fatto delle avances a un Arcangeli non consenziente (o non più consenziente, visto il numero di giorni passati insieme).[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Distinta relazione del premeditato, atroce, proditorio omicidio commesso in Trieste li 8 dello scaduto giugno 1768 da Francesco Arcangeli nella persona del celebre Signor Giovanni Winckelmann... non che dell'esemplare sentenza pronunziata contro l'omicida, ed eseguita li 20 luglio dello stesso anno. In Trieste, ed in Roma, Si vende da Giovanni Bartolomich a Strada Fratina incontro il Palazzo Gavo, s.a. [1768].
- Domenico de Rossetti: Johann Winckelmann's letzte Lebenswoche. Ein Beitrag zu dessen Biographie. Aus den gerichtlichen Originalacten des Kriminalprozesses seines Mörders Arcangeli. Hrsg. von Dom. v. Rossetti. Mit einer Vorrede von Böttiger und einem facsimile Winckelmann's. Dresden 1818
- (Domenico de Rossetti): Il sepolcro di Winckelmann in Trieste, Alvisopoli, Venezia 1823.
- Cesare Pagnini (Hrsg.): Mordakte Winckelmann: die Originalakten des Kriminalprozesses gegen den Mörder Johann Joachim Winckelmanns (Triest 1768), aufgefunden und im Wortlaut des Originals in Triest 1964. Übersetzt und kommentiert von Heinrich Alexander Stoll. Akademie-Verlag Berlin 1965 (Italienische Ausgabe: Gli atti originali del processo criminale per l'uccisione di Giovanni Winckelmann 1768. 1964)
- Elio Bartolini (a cura di), L'assassinio di Winckelmann. Gli atti originali del processo criminale (1768), Longanesi, Milano 1971.
- Dominque Fernandez, Signor Giovanni, Rizzoli, Milano 1986 (Romanzo su questo fatto di cronaca).
- Franco Farina: Endpunkt Triest. Leiden und Tod von Johann Joachim Winckelmann. (= Akzidenzen; Band 5). Winckelmann-Gesellschaft, Stendal 1992.
- Hein van Dolen: Mord in Triest. Der Tod von Johann Joachim Winckelmann (1717-1768) aus einer neuen Sicht. (= Akzidenzen; Band 10). Winckelmann-Gesellschaft, Stendal 1998.
- Alice Kuzniar: Outing Goethe and His Age, Stanford University Press, 1996.
- Lionel Gossman: Death in Trieste, Journal of European Studies, vol. 22, 3, pp.207–240.