Francesco Fodde

Francesco Fodde
NascitaBuddusò, 11 gennaio 1890
MorteSabei, 14 aprile 1913
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàSavari
RepartoReggimento "Cavalleggeri di Piacenza" (18º)
Anni di servizio1910 - 1912
GradoSergente
GuerreGuerra italo-turca
CampagneCampagna di Libia (1913-1921)
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914 [1]
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Francesco Fodde (Buddusò, 11 gennaio 1890Sabei, 14 aprile 1913) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della Campagna di Libia (1913-1921).

Nacque a Buddusò l'11 gennaio 1890, figlio di Giuseppe e di Giuseppa Sist, all'interno di una modesta famiglia di agricoltori.[2] Il 29 ottobre 1910 fu arruolato nel Regio Esercito, assegnato all'arma di cavalleria in forza al Reggimento "Cavalleggeri di Foggia" (11º).[2] Volontariamente chiese di partire per la Cirenaica per combattere nella guerra italo-turca, e salpò da Napoli il 14 ottobre 1911 come attendente del capitano Maurizio de Vito Piscicelli addetto al comando della 2ª Divisione speciale.[2] Trasferito nel Reggimento "Cavalleggeri di Piacenza" (18º), a Bengasi, fu dapprima promosso caporale e poi caporale maggiore.[2] Tra febbraio e il marzo 1912 venne costituito un reparto indigeni a cavallo (Savari) posto al comando del capitano Piscicelli, e lui ne entrò a far parte come comandante di plotone, al quale diede un ottimo addestramento al combattimento e rapidità di movimenti nello svolgimento dei servizi di informazione e di esplorazione.[2] Nell’azione del 19 giugno 1912 alle oasi di Suani Osman e Mansur el Anesi, comandò ottimamente il suo plotone nel combattimento ed ottenne un encomio solenne.[2] Nell'ottobre 1912 fu promosso sergente per merito di guerra.[2] Dopo la battaglia delle Due Palme del 12 marzo 1912 che aveva permesso di allargare la cintura difensiva di Bengasi di circa otto chilometri, i turco-arabi al comando di Enver Bey avevano concentrato le loro forze a Benina, 12 chilometri ad est della città, costruendovi un grande accampamento dal quale con puntate offensive e tiri di artiglieria disturbavano le linee di comunicazione italiane.[2] Il 13 aprile 1913 una colonna mobile della quale faceva parte lo squadrone di cavalleria Savari con reparti del Reggimento "Cavalleggeri di Piacenza", uscita dalla cintura fortificata della città, avanzò decisamente contro il campo di Benina.[2] Nella ricognizione del terreno al fine di proteggere l'avanzata della fanteria, i reparti di cavalleria sostennero numerosi e violenti combattimenti con i turco-arabi.[2] Alla testa del suo plotone venne gravemente ferito, e morì nell'ospedale territoriale n. 1 a Sabei il 14 aprile 1913.[2]

Con Regio Decreto del 9 aprile 1914 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fu sempre esempio di calma ed audacia al suo plotone. Ferito mortalmente, diresse l'azione del fuoco e al ritirarsi del nemico rimontò ancora a cavallo. Sentendosi venir meno, solo allora avvertì il comandante dello squadrone di essere ferito. Benina, 13 aprile 1913.[3]»
— Regio Decreto 9 aprile 1914.
  • Marziano Brignoli, Cavalleria a Voghera. I Reggimenti di guernigione a Voghera dal 1859 al 1943, Voghera, Società Cooperativa Editoriale Oltrepò, 2007.
  • Gaetano Carolei e Guido Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914, Roma, Tipografia regionale, 1958, p. 144.
  • Carmine de Leo, Il Reggimento Lancieri poi Cavalleggeri di Foggia. Una Storia dimenticata 1864-1920, Foggia, Amici Museo civico di Foggia : Istituto Nastro azzurro Federazione di Foggia, 2007.

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