Francesco Tamagno

Tamagno nel ruolo di Otello, 1896

Francesco Innocenzo Tamagno (Torino, 28 dicembre 1850Varese, 31 agosto 1905) è stato un tenore lirico italiano.

Di umili origini, Francesco[1] Tamagno nacque nel quartiere torinese di Borgo Dora, in una numerosissima famiglia composta da quindici tra fratelli e sorelle, dieci dei quali morti in giovanissima età, chi per colera e chi per tubercolosi. Suo padre, Carlo, era l'oste di una modesta trattoria di Porta Palazzo (la Trattoria dei Pesci Vivi), mentre sua madre Margherita Protto morì quando Francesco era ancora fanciullo. Lavorò fin da piccolo nella trattoria di famiglia, come cameriere.

Suo padre aveva la passione per il bel canto, che però non coltivò, ma che trasmise ai suoi figli. Francesco, che il padre giudicò dotato per la musica, prese alcune lezioni da un maestro di Torino e faceva settimanalmente i suoi esercizi corali coi suoi compagni, sotto le arcate del Ponte Mosca della Dora, in un luogo sufficientemente lontano dalle abitazioni. Richiamato sotto le armi, nel 1869, mentre si trovava per un’esercitazione sul monte Chiusarella presso Varese, prese a cantare per intrattenere i commilitoni: fu quindi redarguito da un ufficiale, che tuttavia gli diede atto delle sue doti canore e lo incoraggiò a coltivarle.[2]

Tamagno con la figlia Margherita

L'occasione della vita gli capitò allorché il Teatro Regio di Torino ebbe urgente bisogno di un tenore, per l'opera Poliuto, poiché uno dei comprimari si era improvvisamente ammalato. Il maestro che gli insegnava canto ne era informato e pensò a lui, segnalandone il nome. Dopo aver quindi esordito nel 1871 a Torino, come comprimario nel Poliuto (nella parte di Nearco), Francesco Tamagno conquistò il suo primo rimarchevole successo a Palermo, nel 1875, in Un ballo in maschera.

Francesco Tamagno venne quindi scritturato alla Fenice di Venezia, nel 1874, nel ruolo di "Pery" in Il Guarany e al San Carlo di Napoli. Debuttò nel 1878 alla Scala di Milano, ne L'Africana, cantò poi al Metropolitan di New York, nel 1894, come "Arnold" nel Guglielmo Tell.

Il 2 settembre 1879 nacque la sua unica e amatissima figlia Margherita (1879-1942) da una relazione clandestina con una nobildonna che era già sposata. Tamagno, che non rivelò mai il nome di questa donna, non solamente non allontanò da sé quella bambina, così "scomoda" per la sua carriera, ma preferì anzi fare da "ragazzo padre", portandola ovunque con sé e accudendola con amore.[3] Si trattò di una situazione famigliare sicuramente molto insolita per quell'epoca. Alla figlia il tenore volle peraltro intitolare "villa Il Pero", la lussuosa dimora che acquistò a Varese negli anni 1880, che divenne così "villa Margherita". Insieme a "villa Jolanda" (comprata nel 1897 a Ospedaletti, presso il mare), la casa varesina divenne il suo buen retiro, nel quale riceveva gli amici più intimi (esibendosi per loro) e ove eseguì anche parte delle sue registrazioni fonografiche. Il legame di Tamagno con Varese fu assai solido: ogni anno, in occasione della festa di sant'Elisabetta, egli era solito aprire al pubblico la dimora e offrire un ricco banchetto ai visitatori.[2] Il tenore dispose anche varie donazioni a enti caritatevoli della città, su tutti il nosocomio civico (il futuro ospedale di Circolo e Fondazione Macchi) che successivamente troverà la sua sede nel parco della villa.

Fu il protagonista alla prima assoluta dell'Otello di Giuseppe Verdi, il 5 febbraio 1887, ruolo che divenne in seguito il suo cavallo di battaglia.

Francesco Tamagno è stato inoltre il primo "Gabriele Adorno", nella seconda versione del Simon Boccanegra di Verdi (Teatro della Scala, 24 marzo 1881). Per primo ha ricoperto il ruolo di "Azaele" nel Figliuol prodigo e quello di "Didier" in Marion Delorme: due opere composte da Amilcare Ponchielli.

Ebbe in repertorio anche titoli della prima metà dell'Ottocento, tra cui Gli ugonotti e Il profeta di Meyerbeer e il Guglielmo Tell di Rossini. Tamagno viaggiò molto e si esibì anche oltreoceano, a Città del Messico, a Montevideo, a Chicago, a Buenos Aires e al Metropolitan Opera di New York (1894), dove riscosse un enorme successo.[4]

L'ultima esibizione pubblica dell'artista avvenne il 27 marzo 1905 al Circolo degli Artisti di Torino. In seguito, dopo un micidiale attacco di angina pectoris, la sua salute declinò paurosamente, tanto da costringerlo a sospendere la sua attività a tempo indeterminato.

La sera del 30 agosto, mentre stava rendendo visita a un amico a Varese, Tamagno venne colto da un'emorragia cerebrale che lo fece sprofondare in stato comatoso: il tenore venne quindi trasportato nella sua dimora cittadina, ove i medici cercarono di salvargli la vita. Nella notte però sopraggiunse un secondo attacco, che non lasciò ulteriori margini di recupero: il tenore si spense alle ore 7:30 dell'indomani.

Villa Margherita a Varese, ove il tenore morì.

Per sua espressa volontà la sua salma venne imbalsamata; dopo un primo rito funebre a Giubiano, il feretro fu traslato a Torino, sua città natale, per i funerali solenni, celebrati il 5 settembre.[5] Il famoso librettista Arrigo Boito, amico di Tamagno, fu tra coloro che portarono a spalle la bara per la tumulazione.[6]

È sepolto in un poderoso mausoleo bianco alto trentasette metri, eretto per volontà della figlia Margherita. Il mausoleo si trova all'interno del Cimitero monumentale di Torino, nella parte antica (quinta ampliazione). Tale sontuoso sepolcro è stato acquistato dal Comune di Torino nel 1990[7], ed è stato quindi restaurato nel 1999[8]

La figlia (che nel 1898 aveva sposato l'avvocato e imprenditore tessile Alfredo Talamona - il matrimonio fallirà tuttavia nel 1922 a seguito della bancarotta dell'impresa di lui) si occupò anche di amministrare l'eredità del padre: la casa varesina, ribattezzata "villa Tamagno" dopo la sua morte, fu ceduta all'ospedale civico, che ne fece la propria sede amministrativa. La città di Varese ebbe in dono anche la ricchissima collezione di lepidotteri (oltre 4500, catturati perlopiù in Sud America) del tenore, che fu catalogata nel 1953 dallo studioso torinese Mario Simondetti e successivamente esposta nel museo di villa Mirabello.[2]

Giudizio critico

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Tamagno nei panni di "Otello", 1887

Secondo la critica la sua voce, prodigiosa per potenza, per squillo e per estensione, e il suo vocalizzo vigoroso e definito fecero di lui il più grande tenore verdiano e uno dei massimi artisti lirici della fine del XIX secolo.

La sua tecnica era legata a quella di tradizione italiana, che attribuiva ancora grande importanza all'intelligibilità testuale. Le vocali erano ben differenziate, permettendo una chiara comprensione dei significati del libretto, potenziandone così l'interpretazione drammatica. Ascoltando le registrazioni storiche della limpida voce di Tamagno, appare evidente che l'affidamento del ruolo di Otello a una cosiddetta "voce scura" di tenore drammatico, confinante con quella del baritono, risulta più un vezzo novecentesco, che una reale scelta artistica voluta da Verdi.

Nonostante la grande fama e il benessere economico raggiunto, Tamagno, memore delle sue modeste origini, mantenne un tenore di vita particolarmente frugale e parsimonioso. Alcuni suoi contemporanei lo accusarono apertamente di avarizia: infatti, per esempio, il grande tenore durante i suoi frequenti viaggi soggiornava solo in hotel di livello medio-basso, viaggiando in treno sempre in seconda classe, inoltre lavava da sé tutti i suoi vestiti e si portava da casa le candele, per evitare di pagarle a un prezzo più alto.[9]

Riconoscimenti

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  • Il tenore ha dato il suo nome alla Società Culturale Artisti Lirici Torinese Francesco Tamagno di Torino, impresa lirica presieduta dal soprano Angelica Frassetto e all'associazione Amici della lirica "Francesco Tamagno" di Varese.
  • Il Teatro Regio di Torino custodisce costumi e oggetti di scena del grande tenore: si possono ammirare, ad esempio, alcuni preziosi monili, usati in scena da Tamagno, esposti nella hall del Piccolo Regio "G. Puccini".
  • Il Comune di Torino ha intitolato a Francesco Tamagno una via nel quartiere Barriera di Milano.
  • Il Comune di Roma ha intitolato a Francesco Tamagno una via nel quartiere Primavalle.

Ruoli creati per Francesco Tamagno

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Repertorio operistico
Ruolo Titolo Autore
Tebaldo I Capuleti e i Montecchi Bellini
Faust La dannazione di Faust Berlioz
Faust Mefistofele Boito
Gennaro Lucrezia Borgia Donizetti
Edgardo di Ravenswood Lucia di Lammermoor Donizetti
Nearco
Poliuto
Poliuto Donizetti
Lionello Martha Flotow
Andrea Chénier Andrea Chénier Giordano
Pery Il Guarany Gomes
Paolo Fosca Gomes
Fabiano Fabiani Maria Tudor Gomes
Eléazar L'ebrea Halévy
Giuliano de' Medici I Medici Leoncavallo
Turiddu Cavalleria rusticana Mascagni
Alim Il re di Lahore Massenet
Giovanni il Battista Hérodiade Massenet
Roberto Roberto il diavolo Meyerbeer
Raoul de Nangis Gli ugonotti Meyerbeer
Jean de Leyden Il profeta Meyerbeer
Vasco da Gama L'africana Meyerbeer
Faone Saffo Pacini
Azaele Il figliuol prodigo Ponchielli
Didier Marion Delorme Ponchielli
Edgar Edgar Puccini
Arnoldo Melchtal Guglielmo Tell Rossini
Sansone Sansone e Dalila Saint-Saëns
Ernani Ernani Verdi
Manrico Il trovatore Verdi
Alfredo Germont La traviata Verdi
Gabriele Adorno Simon Boccanegra Verdi
Riccardo Un ballo in maschera Verdi
Don Alvaro La forza del destino Verdi
Don Carlo Don Carlo Verdi
Radamès Aida Verdi
Otello Otello Verdi
Max Il franco cacciatore Weber

Registrazioni sonore

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  • Francesco Tamagno, Giuseppe Verdi, "Trovatore": "Di quella pira", London, Gramophone Concert Record, 1900, SBN DDS1497213. 1 Disco sonoro: 78 rpm, Acustica, Mono; 10 in. (25 cm).
  • Francesco Tamagno, Giuseppe Verdi, "Otello": "Esultate", Milano, Gramophone Monarch Record, 1905, SBN DDS1497152. 1 Disco sonoro: 78 rpm, Acustica, Mono; 12 in. (30 cm).
  • Francesco Tamagno, "Andrea Chenier": "Un dì all'azzurro spazio". U. Giordano. "Il Trovatore": "Di quella pira", s. l., Grammofono, 1900-1950, SBN DDS0207682. 1 Disco sonoro: 78 rpm, Mono; 10 in. (25 cm).
  • Francesco Tamagno, Rossini, s. l., EMI-La voce del padrone, 1966, SBN LIG0067040. 1 disco sonoro: 33 1/3 rpm, [mono?]; 30 cm.
  • Voci illustri. Francesco Tamagno, s. l., La Voce del Padrone, s. d, SBN DDS1217571. 1 Disco sonoro: 33 1/3 rpm, Elettrica/analogica, Mono; 12 in. (30 cm), Ristampe di antiche registrazioni degli anni 1903-1904.
  • The complete recordings of Francesco Tamagno, [arie di] Verdi, Giordano, Meyerbeer, Massenet, Saint-Saens, Rossini, Wadhurst (E. Sussex), Opal, 1990, SBN REA0264951. 1 compact disc (54 min 7 s): AAD, mono; 12 cm. Multilingue.
  • L'integrale delle registrazioni (1903-1904): arie di Meyerbeer, Rossini, Verdi, Saint Saens, Massenet, Giordano / Francesco Tamagno, Milano, Nuova Fonit Cetra, 1997, SBN DDS0175827. 1 Compact Disc (53 min., 25 sec.): 1.4 m./sec (compact disc), Digitale, Stereofonico; 4 3/4 in. (12 cm.) + Biografia dell'esecutore e storia del gruppo.
  • Recording pioneers: 1898-1924 / Francesco Tamagno, Nellie Melba, Enrico Caruso [et al.], Hamburg, Deutsche Grammophon, 1998, SBN DDS0194686. 1 Compact Disc (72 min., 17 sec.): 1.4 m./sec (compact disc), Digitale, Mono; 4 3/4 in. (12 cm).
  • (EN) Francesco Tamagno, Heddle Nash, Hamburg, History, 2000, SBN PAV0065772. 2 compact disc (42 min., 55 sec.; 60 min., 00 sec.); 12 cm + 1 fascicolo.
  • Giuseppe Verdin, Otello & Jago; Incisioni storiche dal 1902 al 1951/ Giuseppe Verdi; Francesco Tamagno; Bernardo De Muro; John O'Sullivan [et al.], Parma, Istituzione Casa della Musica-Sara Ferrari Edizioni Musicali, 2010, SBN PAR1198638. 2 compact disc (77 min 48 s; 79 min 15 s); 12 cm.
  1. ^ Detto Cinin.
  2. ^ a b c Le farfalle tornano a Villa Mirabello - varesefocus.it, 18 feb 2022
  3. ^ (EN) Michael Aspinall, The Career of Francesco Tamagno, Tamagno 12 recordings, 2007.
  4. ^ Piovano, p. 313.
  5. ^ Archivio Storico, in La Stampa, http://lastampa.it. URL consultato il 15 apr 2011.
  6. ^ Piovano.
  7. ^ Piovano, p. 549.
  8. ^ "Risanato il mausoleo di Tamagno", La Stampa del 28 novembre 1999, cronaca Torino, p. 40.
  9. ^ American Guild of Organists, The New music review and Church music review, Vol. 4, Novello, Ewer & Co., 1904, p. 525.
  • Mario Corsi, Tamagno: il più grande fenomeno canoro dell'Ottocento, Milano, Ceschina, 1937, SBN CUB0214795.
  • Mario Ruberi, Francesco Tamagno (Otello fu...): la vita del grande tenore, Torino, a cura delle Scuole officine serali di Torino, 1990, SBN TO01339668.
  • AA. VV., Il titanico oricalco: Francesco Tamagno, Torino, Teatro Regio, 1997, SBN PAL0266637. Catalogo mostra.
  • Ugo Piovano, Otello fu: la vera vita di Francesco Tamagno il tenore cannone, Milano, Regginenti, 2005, SBN USM1584886.
  • Edmondo De Amicis, Ritratti letterari e Nuovi ritratti letterari ed artistici, Milano, Bompiani, 2012 [1908], SBN MO10030156.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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