Frank Coppola

Frank Coppola

Frank Coppola, all'anagrafe Francesco Paolo Coppola, noto anche come Frank Tre Dita in inglese Frank Three Fingers, (Partinico, 6 ottobre 1899Aprilia, 26 aprile 1982), è stato un mafioso italiano legato a Cosa Nostra americana e siciliana.

Nasce a Partinico nel 1899. Nel 1926 emigrò clandestinamente negli Stati Uniti e si stabilì a Detroit. Fece il manovale e poi il venditore di frutta e verdura. Salì i gradini della carriera criminale, fino a giungere ai vertici del potere. Lo chiamavano Frank Tre Dita perché gliene mancavano due, l'anulare e il mignolo sinistri. Le dita gli erano rimaste infilate dentro lo sportello di una cassaforte durante una rapina e aveva dovuto mozzarle con un coltello prima che arrivasse la polizia.

Riguardo alla perdita delle dita, affermò nel 1971 alla Commissione Antimafia che:[1]

«Mi è scoppiato il fucile. Ad un individuo che va a rubare in una banca, può capitare che perda le dita.»

È stato un importante distillatore clandestino di alcol durante il proibizionismo ed anche un trafficante di droga con forti legami con le famiglie della mafia di Detroit e Saint Louis. Le sue attività lo portarono molto presto ad essere inserito nella lista dei criminali indesiderati dell'FBI.[2]

Nel 1950 venne espulso dagli Stati Uniti perché dichiarato "indesiderabile" e si stabilì a Tor San Lorenzo, vicino a Roma, dove investì tutto il denaro accumulato nell'acquisto di immobili e terreni, su cui avviò una vasta speculazione edilizia.[3] Solo nella capitale possedeva 750 appartamenti. In Italia continuò le sue attività, occupandosi apparentemente di affari puliti ed intrattenne rapporti con noti parlamentari, come Vittorio Emanuele Orlando e Giovanni Palazzolo[2], circostanza denunciata dal senatore comunista Girolamo Li Causi durante una seduta del Senato della Repubblica il 14 ottobre 1952[4]. Ma secondo le autorità giudiziarie era al centro d'un gigantesco traffico di droga. Infatti nel 1952 fu protagonista di uno dei primi arresti per droga in Italia perché destinatario di un baule carico di eroina partito dalla Sicilia.[5][2] Per quell'episodio riportò una condanna a due anni di reclusione.[5][2] Nel corso degli anni '50, il suo nome venne anche accostato al celebre scandalo Montesi perché il cadavere della giovane Wilma Montesi fu trovato in una spiaggia a pochi chilometri dalla villa di Coppola a Pomezia e la stampa dell'epoca avanzò l'ipotesi che la ragazza sarebbe morta nel corso di orge a base di droga.[6][7]

Nel 1965, Coppola venne arrestato assieme ad altri 17 mafiosi siciliani ed italo-americani per traffico di stupefacenti dal giudice istruttore Aldo Vigneri[8] ma tutti gli imputati verranno assolti per insufficienza di prove nel 1968.[5][9][10][11] Denunciato nuovamente nel 1971 insieme ad altri 113 boss della cosiddetta «nuova mafia» (Bontate, Badalamenti, Liggio, Buscetta ed altri)[12], il nome di Frank Coppola fu al centro di alcuni scandali che furono oggetto d'inchiesta da parte della Commissione parlamentare antimafia durante la V e la VI Legislatura, come l'accusa di aver favorito la misteriosa fuga di Luciano Leggio da una clinica romana nel 1969[13][14] e il trasferimento del boss mafioso Natale Rimi come impiegato alla Regione Lazio nel 1971, nonché lo scandalo emerso nel 1974 riguardante la «ballata delle bobine» contenenti le intercettazioni delle telefonate di Coppola che risultarono cancellate in alcune parti, forse per eliminare riferimenti a personalità politiche.[2] Coppola accusò il questore Angelo Mangano (di cui era stato confidente) di aver manomesso le bobine in cambio di denaro ma risultarono invece le responsabilità del procuratore generale di Roma, Carmelo Spagnuolo, che sarebbe stato corrotto dalla stesso Coppola.[15][16] Fu inoltre processato come mandante del fallito attentato al questore Mangano avvenuto nel 1973 ma assolto da ogni addebito dalla Corte d'assise di Firenze nel 1975.[17] La relazione finale della Commissione antimafia redatta dal senatore Luigi Carraro e resa nota nel 1976 lo indicò come principale responsabile dell'infiltrazione mafiosa nel Lazio.[2][10]

Secondo alcune fonti, pare che Coppola fosse il padre naturale del boss milanese Francis Turatello, che fu suo braccio destro. Suo nipote, il parroco Agostino Coppola, fu coinvolto in diversi sequestri di persona compiuti da Liggio e nel 1974 celebrò il matrimonio clandestino tra Totò Riina e Ninetta Bagarella[18].

Nell'ultimo periodo di vita, a causa delle cattive condizioni di salute, Frank Coppola era ricoverato da oltre un anno in una clinica di Aprilia. Muore il 26 aprile 1982[19].

  1. ^ Documentazione allegata alla relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia- VI Legislatura pag. 1056
  2. ^ a b c d e f Sen. Luigi Carraro, Capitolo IV. Le ramificazioni territoriali della mafia (PDF), Relazione finale della Commissione Parlamentare Antimafia - VI LEGISLATURA.
  3. ^ La filiale di Pomezia del partito di Frank Coppola (PDF), su archivio.unita.news, L'Unità, 26 febbraio 1981.
  4. ^ Seduta del Senato della Repubblica (martedì 14 ottobre 1952) (PDF), su senato.it.
  5. ^ a b c Sen. Michele Zuccalà, Allegato n. 1. Sintesi delle conclusioni del comitato per le indagini sui singoli mafiosi, sul traffico di stupefacenti e sul legame tra fenomeno mafioso e gangsterismo americano (PDF), in Documenti della Commissione Parlamentare Antimafia VI LEGISLATURA.
  6. ^ Seduta della Camera dei deputati (giovedì 1 aprile 1954) (PDF), su legislature.camera.it.
  7. ^ L'Unità del 23 marzo 1957, pag. 2 (PDF), su archivio.unita.news.
  8. ^ Brunello Vandano, La mafia della droga: Qualcuno trema a New York (PDF), in Epoca, 15 agosto 1965. URL consultato il 30 dicembre 2014.
  9. ^ Giorgio Frasca Polara, Alla sbarra i capi di Cosa Nostra (PDF), su archivio.unita.news, L'Unità, 12 marzo 1968.
  10. ^ a b Sen. Michele Zuccalà, Capitolo IV. La nuova mafia (PDF), in Relazione sul traffico mafioso di tabacchi e stupefacenti nonché sui rapporti tra mafia e gangsterismo italo-americano - Commissione Parlamentare Antimafia VI LEGISLATURA.
  11. ^ Michele Pantaleone, Mafia e droga, Torino, Einaudi, 1966.
  12. ^ Il contesto mafioso e don Tano Badalamenti - Doc. XXIII n. 50, su legislature.camera.it. URL consultato il 15 maggio 2023.
  13. ^ Relazione sulla indagine svolta in merito alle vicende connesse alla irreperibilità di Luciano Leggio (relatore: Malagugini) (PDF), in Relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia - V Legislatura, 26 febbraio 1970.
  14. ^ Guido Guidi, Frank Coppola, il boss che se la cava sempre (JPG), su La Stampa, 23 agosto 1974. URL consultato il 23 gennaio 2020 (archiviato il 1º aprile 2016).
  15. ^ Relazione sulla indagine svolta in rapporto alla vicenda delle bobine relative alle intercettazioni telefoniche connesse alla irreperibilità di Luciano Leggio e alle dichiarazioni del Procuratore generale dottor Carmelo Spagnuolo al settimanale Il Mondo (relatore: Mazzola) (PDF), in Relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia - VI Legislatura, 26 febbraio 1975.
  16. ^ Giorgio Sgherri, Si precisano le accuse contro Spagnuolo Coppola e Mangano (PDF), su archivio.unita.news, L'Unità, 10 novembre 1974.
  17. ^ Sen. Giorgio Pisanò, Mafia, politica e poteri pubblici attraverso la storia di Luciano Liggio (PDF), in Relazione di minoranza della Commissione Parlamentare Antimafia- VI LEGISLATURA. URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato il 12 agosto 2019).
  18. ^ E' MORTO IL PRETE CHE SPOSO' TOTO' RIINA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 15 maggio 2023.
  19. ^ È morto a Roma il boss Frank Coppola La Stampa 26 aprile 1982

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